Mafia III – la recensione

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Il lato tecnico

Un aspetto su cui bisogna spendere più di una parola, per l’appunto, è quello tecnico, croce e delizia del titolo: se da un lato abbiamo i piacevoli scorci di New Bordeaux, l’atmosfera caratteristica di fine anni ’60 e personaggi che sembrano usciti direttamente dal più classico dei film di gangster, dall’altro abbiamo il famigerato popup che sporadicamente fa capolino, come in praticamente ogni sandbox esistente, gli effetti di luce mal realizzati e in generale un comparto grafico al di sotto della media per la generazione attuale, complici texture di qualità davvero bassa. Quello che contribuisce a far rialzare nettamente la testa alla produzione Hangar 13 è senza ombra di dubbio il lato sonoro, aspetto su cui è stato svolto un lavoro magistrale: la colonna sonora è un vero e proprio monumento alla musica di quegli anni, con circa 100 (!) brani di ogni genere, dai Rolling Stones ad Aretha Franklin, passando per Elvis, i Beach Boys e tanti altri, la lista è lunghissima e difficilmente ci si annoia girando tra le varie radio disponibili mentre si passa da un punto all’altro della mappa. Il doppiaggio invece è disponibile sia in italiano che in inglese, ma dopo un paio di ore con quello nostrano ci si rende conto che sarebbe un delitto non godere delle voci degli attori afroamericani, che per ovvi motivi risultano più credibili nell’interpretazione.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto
8.5
mafia-iii-la-recensione<b>PRO:</b><br> -Storia ben scritta e ben raccontata<br> -Gameplay a piedi solido<br> -Colonna sonora magistrale<br> <b>CONTRO:</b><br> -Modello di guida “particolare”<br> -Graficamente non sempre all’altezza<br> -Missioni ripetitive dopo alcune ore<br>