Max Pezzali: voglia di anni ’90. Al concerto di Milano si rivede anche Mauro Repetto. L’ex 883 “possibile ritorno”

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Volti nuovi Sky, Max Pezzali Hanno ucciso l'uomo ragno Luca Merenda. ANSA/SKY EDITORIAL USE ONLY NO SALES

Cosa dire di Max Pezzali e di Mauro Repetto, l’iconico duo che per tutti gli anni ’90 ha cantato le passioni, le vittorie, le ansie, i turbamenti di una – forse due – generazioni? Possiamo dire che, insieme, erano gli 883. Che il loro nome deriva da quello di un noto modello di Harley Davidson. Che prima di prendere quel nome erano noti come ‘I-Pop’ e tantissime altre cose. Nessuna delle quali sarebbe sufficiente a rendere loro giustizia.

Perché gli 883: l’inconfondibile voce di Max Pezzali e le strampalate movenze di Mauro Repetto, hanno portato sulle loro spalle il compito di essere il manifesto musicale dei giovani. Le loro canzoni erano canzoni che cantavano la ‘provincia’ italiana, quella fatta di comitive di amici alle prese con i problemi quotidiani. Gli 883 cantavano dei ‘loser’, degli ‘sfigati’. Non per prenderli in giro, ma solo per dar loro voce, raccontarne le storie: le delusioni amorose, i litigi con gli amici, la fatica di crescere e prendersi delle responsabilità senza dimenticare una vena nerd che, sotto sotto, si può rintracciare in alcuni dei brani più famosi.

Max Pezzali è tornato in concerto. Allo Stadio Meazza, San Siro, Milano. Doppia data per il cantante: 15 e 16 luglio con la prima sold-out in poche ore. In totale, in due sere, a cantare le loro canzoni, sono state 60.000 persone. Quando il 15 luglio, poco prima che le note di “Hanno Ucciso l’Uomo Ragno” iniziassero a diffondersi nell’aria, sul palco ha fatto capolino niente meno che Mauro Repetto. Il duo si era sciolto nel 1994 e il nome 883 era stato portato avanti da Pezzali con diverse formazioni fino all’abbandono definitivo nel 2002.

Dedicata allo ‘scalamuri’ di Stan Lee, rappresenta il primo successo della band. Datata 1991 la canzone – che ancora oggi molti di noi riescono a intonare a memoria parola per parola – fornisce immediatamente un identikit degli 883. Appassionati di fumetti, col sogno americano e un fondo di disillusione nei confronti della società. Tutti temi che si rintracceranno anche nelle hit successive. Al Corriere della Sera Pezzali racconta di aver voluto sorprendere i fan. “Con la risposta del pubblico ho sentito che c’era una percezione di me e della musica degli 883 che non avevo calcolato.

E l’energia che il pubblico restituisce a Pezzali ispira il cantante lombardo che ora pensa ad un ritorno alle origini al fianco di Repetto. “Sento un’energia che mi fa venire voglia di metter giù qualcosa. Porto la famiglia una settimana a Disneyland dove lui lavora e vediamo cosa succede dice ancora Pezzali al Corriere lasciando intendere che c’è una possibilità da tenere a mente: il ritorno degli 883!

Ma il momento revival non si ferma qui. Sullo stesso palco gli ospiti sono diversi. Ad esempio il duo Paola e Chiara che, agli 883 devono il loro esordio come coriste. Con loro due la canzone da cantare è Nord Sud Ovest Est che, tra le tante possibili, è forse quella che meglio racchiude i temi del ritrovare sé stessi in un viaggio che non è destinato a finire.

E a proposito di ritrovare, un ultimo ospite va citato: J-Ax. Il rapper, anche lui ex in un nome/numero che tanto rappresenta gli anni ’90 e la periferia (quella milanese) quando era ancora Articolo 31 insieme a DJ Jad. Con Zio Ax, Max Pezzali intona la più recente “Sempre Noi”, ultimo inno a quello che quel decennio turbolento è stato per lui, per me, per tanti voi che leggete. E riguardo il rapporto col rapper, Pezzali afferma: “abbiamo avuto carriere parallele. Gli anni 90, il debutto con un nome collettivo e poi da solisti. Siamo nerd al punto che alle cene insieme facciamo fuggire le rispettive mogli parlando di tecnologia.

Ora, dal testo avrete capito che gli 883 fanno parte del mio bagaglio emotivo. Immagino che la cosa traspaia molto più di quanto intendessi accadesse quando ho cominciato a scrivere. Ma è difficile non lasciarsi andare quando bisogna parlare di qualcosa che, se dal punto di vista musicale può non piacere, come impatto culturale, almeno sulla mia generazione e quella dei ragazzi e ragazze un po’ più grandi di me è indiscutibile.

Ammetto di avere anche una difficoltà. Quale canzone degli 883 consigliarvi per l’ascolto? Certo, Hanno Ucciso L’Uomo Ragno è un buon punto di partenza. E poi? Dal primo album: S’Inkazza e Con un Deca. Dall’album Nord Sud Ovest Est, oltre la canzone omonima, non si possono tagliare fuori Sei Un Mito, Come Mai e Rotta x Casa di Dio.

Assolutamente il singolo Senza Averti Qui col quale la band – orfana da pochissimo di Repetto – si presenta a Sanremo nel 1995. La canzone verrà inclusa nell’album successivo: La Donna il Sogno e Il Grande Incubo la cui copertina, per inciso, è un omaggio a Dylan Dog (precisamente a L’alba dei morti viventi e La casa degli uomini perduti). Anche in questo caso, dall’album peschiamo un po’ di piccole perle: Il Grande Incubo, Ti Sento Vivere, Gli Anni e non 6 Bob Dylan. Con l’album successivo, La Dura Legge Del Gol, è impossibile scegliere un solo brano. Ascoltate tutto l’album. Per Grazie Mille: La Rana e Lo Scoprione, Le Luci di Natale, Nient’altro che Noi, La Regina del Celebrità e Grazie Mille sono immancabili.

Piccola chicca: questo articolo contiene 883 parole.

Fonte: Corriere della Sera