Il CMA (Competition & Markets Authority) afferma di avere notato un pattern che non smonterebbe definitivamente la possibilità di vedere un Call of Duty esclusiva Xbox un giorno. L’associazione ha infatti pubblicato un nuovo documento riguardante proprio questa acquisizione, e in una delle pagine viene fatto notare come Microsoft abbia la tendenza di rendere esclusive le IP dei propri team acquistati, anche IP multipiattaforma.
Scovata da Tae Kim, la pagina a cui facciamo riferimento è la 47. Traducendo alla lettera, “Il CMA ha trovato un pattern di Microsoft nell’acquisire studi di sviluppo e rendere i loro giochi in arrivo esclusivi su Xbox. Tutti questi studi hanno sviluppato giochi per altre console da gioco prima di essere acquistate da Microsoft“, spiega il documento. Le aziende prese in esame sono diverse, tra cui ZeniMax Media, Obsidian, inXile e Ninja Theory. Il documento prosegue nei seguenti punti.
- ZeniMax Media: Microsoft ha scelto di rendere molti dei franchise principali di ZeniMax esclusive su console Xbox, includendo giochi in sviluppo come Starfield e, basandoci sulle dichiarazioni pubbliche di Micosoft, The Elder Scrolls 6, a seguito dell’acquisizione del 2021.
- Obsidian: Microsoft ha scelto di rendere The Outer Worlds 2 e Avowed esclusiva su console Xbox, a seguito dell’acquisizione del 2018.
- inXile: Questo sviluppatore ora lavora su giochi in esclusiva per Xbox in seguito alla sua acquisizione da Microsoft avvenuta nel 2018.
- Ninja Theory: Questo sviluppatore, acquisito da Microsoft nel 2018, ha pubblicato un gioco in esclusiva Xbox, Bleedin Edge, nel 2020 e il suo prossimo Hellblade 2 è pianificato per una release in esclusiva console su Xbox”.
- Compulsion: Il gioco già sviluppato e in uscita imminente, Midnight, sarà esclusiva su Xbox dopo l’acquisizione di Microsoft nel 2018
Non solo esclusive. Gli studi Microsoft pubblicano anche giochi multipiattaforma, riconosce il CMA
Il documento fa però riferimento anche a diversi giochi sviluppati da software house ora partner di Xbox ma che, dopo l’acquisizione, sono comunque usciti su PlayStation.
- Double Fine: Psychonauts 2 è stato pubblicato su più console dopo l’acquisizione di Microsoft.
- inXile: Wasteland 3 è stato pubblicato su più console
- Compulsion: Il CMA ha notato che We Happy Few fu pubblicato su diverse console, in seguito all’acquisizione del publisher da parte di Microsoft.
- ZeniMax Media: Due giochi con obblighi contrattuali già esistenti per la release esclusiva a tempo su PlayStation, Deathloop e Ghostwire: Tokyo, sono state pubblicate anche in seguito all’acquisizione di Microsoft, e due giochi multiplayer pubblicati prima dell’operazione, Elder Scrolls Online e Fallout 76, hanno continuato a ricevere supporto e aggiornamenti dopo l’acquisizione.
Il capitolo si conclude con questa spiegazione: “il CMA considera che la condotta di Microsoft vista in passato sia una prova sufficientemente concreta del suo incentivarsi nell’acquisire contenuto di valore e renderlo esclusiva. Questo perché Microsoft ha spesso inseguito una strategia che consisteva nell’acquisire publisher e rendere i loro giochi in uscita esclusivi su Xbox, anche quando questi publisher hanno pubblicato contenuti su altre console, e Microsoft ha attuato questa strategia su acquisizioni dal valore ben più basso dei giochi ABK (Activision, Blizzard e King). Per questo, il CMA tiene in considerazione la possibilità che Microsoft possa avere un incentivo ancora maggiore nel rendere i contenuti ABK esclusiva su Xbox dopo l’acquisizione”.
Insomma, secondo quanto riportato in questo documento del CMA, le paure di Sony Interactive Entertainment sono fondate e c’è la concreta possibilità che molte delle IP principali di Activision finiscano col divenire esclusiva Xbox. Certo, Jim Ryan teme che questa acquisizione possa spostare eccessivamente gli equilibri anche senza un Call of Duty necessariamente in esclusiva, ma questo è un discorso trattato in un altro articolo. Per ora, Spencer incassa il via libera dal Brasile e dall’Arabia Saudita. Manca ancora una risposta definitiva dalla Federal Trade Commission.
Fonte: CMA