Monster Hunter Wilds: Si torna finalmente a cacciare – Recensione PS5

Monster Hunter Wilds Gameplay Gametime

La nostra recensione di Monster Hunter Wilds in versione PlayStation 5, in uscita il 28 febbraio anche per PC e console Xbox Series X/S.

A oltre vent’anni dalla sua prima uscita, la serie di Monster Hunter è classificabile tra quelle con la più alta qualità media a fronte di un corposo numero di iterazioni. Di fatto, mai nessun capitolo ha realmente deluso le attese, con Monster Hunter World (e la sua espansione Iceborne) a rappresentare il punto più alto per quanto riguarda il ‘nuovo‘ stile (più snello e user friendly ma non meno complesso e appagante nella meccaniche), e l’enciclopedico Monster Hunter Generations Ultimate per quelli alla “vecchia maniera”.


Monster Hunter Wilds - Trailer di lancio [ENG]

Dopo la parentesi di Monster Hunter Rise, un po’ a cavallo tra le due filosofie e infatti pensato per una console meno performante come Nintendo Switch, è finalmente il turno dell’attesissimo Monster Hunter Wilds, che si pone invece come diretta prosecuzione della linea di pensiero inaugurata con World.

Monster Hunter Wilds Gameplay 1

Ma prima di addentrarci nelle novità riguardanti le meccaniche di gioco, concentriamoci su un altro aspetto a cui è stata data nettamente più attenzione rispetto al passato: la trama. Il gioco ci metterà infatti davanti a una delle sequenze introduttive più drammatiche della serie, con l’assalto a un villaggio delle Terre Proibite da parte di un mostro conosciuto come Lo Spettro Bianco, del quale potremo intuire solo la stazza e la ferocia.

L’unico superstite al disastro è un ragazzo di nome Nata, che dopo una rocambolesca fuga verrà ritrovato malconcio dalla compagnia di cacciatori della quale facciamo parte anche noi. Da questo presupposto partirà tutta la vicenda, che per quanto non sia ancora di certo un capolavoro di narrazione (e dopotutto manco è importante che lo sia), spicca tra tutti i Monster Hunter usciti finora. Se non altro per la presenza di un protagonista, noi, finalmente dotato di parola, quando in passato siamo sempre stati solo muti esecutori. Ma anche per la presenza di molte sequenze action, pur scriptate, ad altissimo tasso di spettacolarità, tra inseguimenti e assalti vari che porteranno poi immediatamente all’azione, con ottime transizioni alle parti attivamente giocate.

Monster Hunter Wilds Gameplay 2

Merito di questo è sicuramente la struttura del mondo di gioco, diviso in più biomi e formato da mappe mai così ampie, grandi e varie, dove i mostri “pascoleranno” liberamente un po’ come nelle Terre Guida di Iceborne. Visivamente e artisticamente il gioco è di grande impatto, con ambienti ricchissimi, pieni di vita e di colori, tra foreste lussureggianti e aridi deserti, caverne piene di magna e alture ghiacciate, paludi e insediamenti umani o di Felyne, più o meno nascosti.

La parte da padrona la fanno però ovviamente i mostri, che tra vecchie conoscenze e new entry propongono un bestiario sostanziosissimo (che verrà come sempre espanso nel tempo) ed estremamente variegato, dalla qualità realizzativa media eccelsa. Solo un mostro, che non vi riveliamo per evitare spoiler, ci ha un po’ delusi perché forse troppo difficile da realizzare e trasporre correttamente in game: il suo combattimento ci è risultato purtroppo molto caotico e un inferno di compenetrazioni.

Peccato, ma apprezziamo il tentativo e questo non scalfisce minimamente un lavoro straordinario, che anzi più volte ci ha sconvolto per bellezza (tipo il Lala Barina, di fatto un ragno-fiore) e cura per le animazioni e i dettagli. Le creature di Monster Hunter Wilds sono vive, perfettamente credibili nella loro improbabilità e una reale gioia per gli occhi. Nel complesso, e per quanto fosse previsto (ma mai sgradito), ci troviamo di fronte al Monster Hunter più bello che ci sia mai capitato di vedere.

Monster Hunter Wilds Gameplay 4

Tecnicamente parlando ci sentiamo anche di tranquillizzare i giocatori. Su PS5 Standard sono disponibili i due tipici preset: Qualità, che gira a 30fps ma non consigliamo per la tipologia di gioco; e Prestazioni, con obiettivo i 60fps al prezzo di texture meno dettagliate. La differenza qualitativa tra i due set è innegabilmente notevole, e occasionalmente da distanza ravvicinata si vedono cose non belle, ma la fluidità del tutto ripaga ampiamente il sacrificio.

Per quanto riguarda la stabilità del framerate siamo convinti che si possa ancora migliorare qualcosa con le future patch, ma cali significativi al punto da diventare problematici li abbiamo notati solo in rari casi di reale sovraffollamento di creature a schermo, tipo con interi branchi di mostri piccoli a scorta della nostra preda. Se si è in possesso di un TV dotato di VRR è possibile attivare anche una terza modalità, con 40fps come base, che rappresenta un ottimo compromesso tra i due e siamo felici sia stato preso in considerazione.

Monster Hunter Wilds Gameplay 5

Impossibile a oggi saggiare invece la tenuta e la stabilità dei server di gioco, che potranno essere valutati solo quando accoglieranno i milioni di giocatori in trepidante attesa del titolo. Sulla carta però le stanze fino a cento giocatori garantiranno la certezza di trovare sempre e rapidamente compagni per le cacce, snellendo ulteriormente un aspetto che già negli anni era stato ampiamente modernizzato. L’esperienza sugli ultimi capitoli della serie e gli stress test effettuati con le due beta rese disponibili di recente poi ci lasciano dormire sonni abbastanza tranquilli.

In ogni caso, nonostante Monster Hunter trovi la completa realizzazione delle sue meccaniche proprio in gruppo, niente obbliga a dover giocare in compagnia di altri esseri umani, visto che la campagna si può affrontare tranquillamente da soli o in compagnia di bot guidati dalla CPU.

Parlando di meccaniche, le novità di Monster Hunter Wilds non sono numerosissime, dopotutto la serie ha già raggiunto un grado di perfezionamento notevole in questi decenni, con una complessità generale di diversi ordini di grandezza superiore al videogioco medio. Se dobbiamo muovere una critica la muoviamo infatti ai tutorial e all’interfaccia di gioco. Sebbene sia chiarissimo lo sforzo degli sviluppatori, e comprendendo la difficoltà nello spiegare a un neofita il funzionamento del tutto senza soffocarlo di informazioni, troviamo che alcuni aspetti del gameplay rimangano un po’ poco chiari.

Non fraintendiamo: Wilds è comunque il punto di partenza consigliato e più facile da approcciare, solo che non può essere preso a cuor leggero. Monster Hunter è una serie che richiede impegno, dedizione, allenamento e studio delle meccaniche anche al di fuori di quello che il gioco stesso ci insegna. Se volete diventare davvero bravi trovatevi dei begli approfondimenti online insomma.

Tornando a noi, la prima “novità” che sottolineiamo è la maggiore facilità di spostamento e di raccolta delle risorse tra le mappe di gioco. Usiamo le virgolette perché di fatto questo snellimento è preso dal “cugino” Rise, e comporta la presenza di una cavalcatura, il Seikret, richiamabile a piacimento e sul dorso della quale potremo dirigerci automaticamente sugli obiettivi. Ma non solo, perché sulla sua groppa piumata potremo anche svolgere le operazioni di base come affilare l’arma, curarci o consumare altri oggetti utili. Potremo addirittura attaccare da lì, o usarlo come “trampolino” per tentare di aggrapparci al mostro e colpirlo dunque da quella posizione favorevole. La fionda invece ci aiuterà a raccogliere le risorse anche a distanza, o in sella al Seikret, velocizzando enormemente le operazioni di raccolta dei materiali indispensabili per la creazione degli oggetti.

La cavalcatura, esattamente come il consueto compagno Felyne, può essere personalizzata nell’aspetto e nei gadget, così come le tende dei vari accampamenti. Ci fa piacere che questa grande possibilità di personalizzazione non sia solo estetica, ma sia allargata anche a elementi più utili al gameplay, come la struttura dei menu radiali, che ci consentiranno di accedere rapidamente a oggetti e funzioni di gioco fondamentali, come il razzo per chiedere aiuto ad altri giocatori o le varie frasi, emoji e reaction per coordinarsi con un team di sconosciuti.

Una reale novità è invece l’attacco di precisione, che opera in sinergia con l’altra new entry delle zone ferite. Attaccando un mostro potremo infatti aprire una ferita in una zona particolare, e passando alla modalità di precisione saremo in grado di evidenziarla in rosso per poter concentrare i nostri colpi proprio su quella zona. Se la serie di colpi andrà a segno eseguiremo una finisher dai danni ingenti e capace di sbilanciare la nostra preda.

Una meccanica in più che di certo non rivoluziona Monster Hunter, ma si va ad aggiungere in maniera più che gradita a un quadro che tra quattordici armi (non ne sono state aggiunte) dai moveset complessissimi, schivate, prove di forza col mostro dopo una parata, contrattacchi e chi più ne ha più ne metta va a stratificare e migliorare ulteriormente uno dei combat system action/rpg migliori sul mercato.

Altra novità, ancora più impattante, è la possibilità di portare con sé, caricata sul Seikret, anche un’arma secondaria, utile per cambiare strategia durante il combattimento o rispondere in maniera efficace a un cambio di fase e moveset della nostra preda di caccia. Anche se in passato era possibile fare lo stesso tornando a un accampamento per riequipaggiarsi (spesso dopo essere svenuti, a dirla tutta), poter accedere a un arma con dispendio di tempo minimo apre a tutta una serie di nuove strategie durante la battaglia.

Insomma, la lunga attesa è stata del tutto ripagata: Monster Hunter Wilds è tutto quello che ci saremmo aspettati da lui e anche di più. Un action/rpg dalla complessità e dalla profondità come non se ne trovano di uguali, con una quantità di contenuto praticamente infinita (almeno 30 ore solo per la campagna e le secondarie, poi inizia il “gioco vero” con l’endgame) e uno stile visivo unico e che abbiamo imparato ad amare.

Una serie storica che migliora di iterazione in iterazione e trova qui il suo massimo esponente. Monster Hunter Wilds è la degna prosecuzione del discorso di snellimento degli aspetti più tediosi e macchinosi (nonché di apertura ai nuovi giocatori) iniziata con World, ed è il Monster Hunter più bello di sempre sia da giocare che da vedere. Alcune piccole incertezze tecniche, che siamo sicuri verranno limate nel tempo, e dei tutorial e un HUD che nonostante l’impegno ancora non riescono a chiarire ogni mistero del gameplay, non inficiano minimamente la qualità eccelsa di un titolo che nel tempo non potrà che ampliarsi e migliorare, come da sempre per la serie.

Ricordiamo infine che, per la prima volta, il gioco è interamente in italiano. Non avete davvero più scuse.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
9
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