Non piango più
Sono passati solo pochi mesi dall’ultima prova con mano, certo, ma i ritocchi effettuati sono a dir poco palesi. In primis, è stato rivisto l’intero bilanciamento, con singoli nemici oggettivamente depotenziati e che ora, almeno nelle prime battute, non rappresentano più una minaccia insormontabile. Ricordiamo infatti come tempo fa faticammo persino a superare la primissima spiaggia, mentre adesso siamo sopravvissuti, e con relativa tranquillità, fino all’incontro con il primo mini-boss. Che, per la cronaca, ci ha violentato anima e corpo prima ancora che potessimo capire cosa stesse succedendo. Difficile dire però se quella degli sviluppatori sia stata una buona scelta: palesemente, l’originale Nioh era duro come la roccia, ben più proibitivo e punitivo di buona parte dei suoi concorrenti, Dark Souls compreso.
è stato rivisto l’intero bilanciamento, con singoli nemici oggettivamente depotenziati e che ora, almeno nelle prime battute, non rappresentano più una minaccia insormontabile.
L’esperienza è ora stata appianata, con scontri testa a testa molto più leggibili e nemici sensibilmente meno reattivi. Il tutto risulta più fluido e divertente, ma ancora tattico come volevamo. Dopotutto, come dicevamo in precedenza, è pur vero che la nostra superiorità negli “1 contro 1” è netta, ma basterà farsi prendere anche una sola volta di sorpresa per rischiare di lasciarci la pelle. Nioh ci mette del suo, posizionando furbescamente i nemici in modo che questi, in un modo o nell’altro, abbiano sempre un qualche tipo di vantaggio, che sia numerico o ambientale. Forse, alla fine della fiera, è proprio questo il giusto compromesso: un gioco difficile solo se non si presta la giusta attenzione. Tra l’altro, adesso non basterà svuotare la barra della stamina per ritrovarsi stremati e aperti a ogni tipo di fendente. Il protagonista, infatti, si pianterà a terra solo ed esclusivamente se scalfito durante un lungo periodo di recupero.