Più remake e remastered e meno nuove IP in futuro. Secondo Tencent è questa la ‘strategia vincente’

Spazio anche ai sequel di serie già affermate, ma si tenderà a rischiare meno.

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Effetto rincari, ma non solo. In una intervista concessa al portale economico Bloomberg, Martin Sibille (VP di Tencent Games) ha raccontato le sue previsioni circa il futuro dell’industry. La creatività dei developer non è più vista come asset dalle board, ma come possibile rischio. Si punta al guadagno sicuro. La traduzione immediata è che, secondo il dirigente, i prossimi anni saranno caratterizzati da una sempre maggiore presenza di IP già consolidate. Sul mercato, insomma, arriveranno più spesso remastered, remake, cofanetti celebrativi. Spazio anche ai sequel di IP già radicate, ma sempre meno idee nuove.

Remake e remastered. Le aziende scelgono la strada sicura.

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Secondo Sibille, insomma, investire in giochi Tripla A privi di una fanbase già ben formata alle spalle rappresenta un rischio quasi insostenibile per la maggior parte dei developer. I costi di produzione, sviluppo, marketing e distribuzione, spesso non vengono poi coperti dalle vendite. Se i publisher possono comunque sopravvivere a un flop, lo stesso non può essere detto degli studi.

Le possibilità di mancare il colpo vengono sostanzialmente abbattute adottando questa mentalità, sostiene Sibille. Ubisoft, per esempio, ha presentato da poco il suo Skull and Bones. Il gioco ha ricevuto un’accoglienza poco meno che tiepida e i fan stanno già ‘abbandonando la nave‘. (Qui la recensione).

Una sorte molto simile a quella incontrata da Suicide Squad: Kill the Justice League. Pur dando fondo alle proprietà intellettuali DC di cui ha il controllo, Warner Bros non ha potuto evitare il trainwreck (la recensione qui). Lo scorso anno, la stessa azienda ha proposto invece Hogwarts Legacy. Il titolo, destinato all’esteso fandom di Harry Potter, è un GDR che è riuscito a imporsi come gioco più venduto del 2023. (Qui la nostra recensione).

La tendenza a ricorrere a remake e remastered per far cassa in modo sicuro, a dire il vero, è già in atto da tempo. Gli esempi immediatamente riconoscibili vengono dal Giappone. Due dei più grossi publisher orientali (Konami e Capcom), stanno puntando con una certa insistenza su brand già noti e amati. Capcom ha inaugurato il filone dei ‘remake’ della serie Resident Evil. Il quarto capitolo, uscito lo scorso anno, è uno dei giochi più venduti del 2023. Per il 2024, invece, l’azienda ha puntato su un sequel: Dragon’s Dogma 2, uscito a 12 anni di distanza dal capitolo 1.

Strada molto simile quella intrapresa da Konami che, dopo anni di virtuale silenzio, si è ripresentata ai gamer nella veste di Software House ‘redenta‘ e pronta a restituire loro le IP più amate. In principio doveva essere Suikoden con la remastered dei primi due giochi, poi l’annuncio dei remake di Silent Hill 2 e Metal Gear Solid 3. La serie horror si arricchirà con qualche esperimento – comunque affidato a case minori – mentre la saga di Hideo Kojima è stata anche saccheggiatae riproposta 1:1 in cofanetti pensati per le piattaforme attuali. Una strategia insomma da quick buck per incassare velocemente.

La formula, comunque, non può essere applicata indiscriminatamente. Secondo un recente studio, infatti, il successo maggiore viene raccolto da quelle opere riproposte tra i 10 e i 20 anni dopo l’uscita originale. Una strada come quella di Naughty Dog con The Last of Us, invece, potrebbe non essere quella giusta.

Fonte: BloombergTech4Gamers

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FONTEBloomberg