Alola!
L’avventura comincia, eccezionalmente, con un trasferimento. Abbandonato il continente di Kanto, il protagonista del quale andremo a vestire i panni, si ritrova nell’arcipelago di Alola, località dell’immaginario mondo di Pokémon che vuole ovviamente richiamare alle magnifiche Hawaii, tanto da emulare nel nome il tipico saluto dei nativi… Aloha!
Presentando ben quattro differenti isole di grandezza non indifferente, il team di Game Freak svela da subito tutta l’evoluzione tecnica raggiunta in questi mesi di sviluppo. Alola è si un arcipelago, ma anche un microsistema eccezionale, formato da tanti differenti biomi che ci permettono di avere a che fare con un varietà di Pokémon eccezionale, che attinge ovviamente alla nuova generazione di mostriciattoli tascabili. La settima per la precisione, indiscutibilmente la più complessa finora ideata.
Subito dopo aver fatto le dovute presentazione ai nostri nuovi amici isolani, abbiamo il solito professore, la solita mamma e il solito “avversario”, entriamo subito nel vivo dell’azione, iniziando a comprendere alcune delle nuove caratteristiche presenti negli innovativi Pokémon Sole e Luna. La prima di queste feature è sicuramente il Kahuna dell’isola, una sorta di capopalestra che potremo però affrontare solo dopo affrontato un certo numero di sfide minori, dislocate in tutta la terra emersa in cui ci troviamo. Scordatevi quindi le classiche palestre pullulanti di sfidanti, un cambiamento davvero gradito.
Immancabili sono i classici nemici, reificati nell’odioso Team Skull, gruppetto di giovinastri amanti del rap più orribile perennemente accompagnati da una colonna sonora che imparerete a odiare già dal primo incontro. Se l’intento di Game Freak era quello di farli odiare, beh, tanto di cappello.
Accompagnano l’evoluzione della nuova trama anche i misteriosi membri della Fondazione Æther, una specie di società segreta invischiata nello studio degli “Ultravarchi”, squarci dimensionali in grado di condurre in una dimensione alternativa, popolata da quelle che vengono definite “Ultracreature”. Tutti questi elementi riescono ottimamente nel raggiungere l’obiettivo di coinvolgere il giocatore, catapultandolo in una narrazione decisamente buona e molto più interessante di quelle viste finora nei precedenti capitoli della saga.