Tim Sweeney non è nuovo a complimenti nei confronti dell’hardware di PlayStation 5, ritenendolo avveneristico e incredibilmente performante. Con l’ultima intervista rilasciata ai giornalisti di EDGE, però, Sweeney si è pronunciato di più; ritenendo PS5 come la console ideale per i giochi che Epic Games vuole sviluppare con Unreal Engine 5.
Sweeney ha infatti affermato che Nanite è una tecnologia che è stata resa, a conti fatti, possibile proprio grazie a PlayStation 5. Una dichiarazione non troppo distante da quella di alcuni mesi fa, dove affermò che l’Unreal Engine 5 era stato adattato proprio per funzionare al meglio su PlayStation 5.
In ogni caso, Sweeney ha infatti ammesso di aver discusso più volte con Mark Cerny, progettista di PS5; in modo da illustrare lui cosa volesse fare Epic Games in futuro per quel che concerne i videogiochi. E a quanto pare, Cerny li ha ascoltati.
“Sono passati almeno tre o quattro anni da quando abbiamo iniziato a parlare con Mark Cerny riguardo le possibilità della nuova generazione”; disse Sweeney, in una discussione dove il fulcro non è stato nella semplice grafica, bensì nella trasmissione dei dati che secondo Epic era un limite da dover risolvere. Un limite, afferma Sweeney, che cozzava con la loro visione di next-gen.
“E Sony ha fatto un lavoro davvero fantastico implementando una nuova piattaforma attorno all’idea di una rivoluzione dello storage. PlayStation 5 non è solo costruita su un’enorme quantità di memorie flash, ma anche su una banda passante elevatissima e una latenza ridotta per accedervi e compiere qualsiasi tipo di lavoro devi fare in maniera fulminea”, dichiara Sweeney.
In questo modo, Sweeney descrive quanto rapidamente PlayStation 5 riesca a renderizzare le texture, recuperandoli dai dati decompressi dell’SSD e sportandoli nella memoria video esattamente dove c’è bisogno. Il merito di ciò è il sistema IO di PS5 (Input-output), che secondo Nick Penwarden è semplicemente “la miglior innovazione della next-gen”.
“Le console next-gen hanno CPU più veloci, GPU più performanti e ciò è importante per raggiungere gli standard visivi che abbiamo mostrato. Il cambiamento più importante però è senza dubbio l’IO e la banda passante che possiamo raggiungere grazie agli SSD delle console di nuova generazione”, afferma Penwarden.
E grazie a queste caratteristiche, anche renderizzare una scena complessa come quella mostrata durante la tech demo di Unreal Engine 5 è possibile. “Renderizzare micropoligoni risultanti da una scena di 20 miliardi di poligoni è abbastanza difficile. In realtà, però, la vera sfida è il prendere tali dati e importarli nella memoria”, afferma Sweeney.
L’SSD di PlayStation 5 permette infatti a Nanite di esprimersi al meglio, in modo da caricare istantaneamente modelli dettagliatissimi di ZBrush e renderizzare solamente i triangoli necessari e in vista dal giocatore. Il tutto preservando l’elevato dettaglio di questi modelli, ovviamente.
Con Unreal Engine 5 potremo dire addio anche al LOD. Ciò aiuta anche nello sviluppo dei videogiochi, dal momento che gli sviluppatori potranno importare direttamente il modello, senza creare più varianti dello stesso. Insomma, la next-gen sembra meravigliosa non solo per il giocatore, ma anche per lo sviluppatore, non trovate?
Fonte: GamesRadar