Videogiocare potrebbe essere la ‘prossima pandemia globale’. L’articolo shock del Telegraph!

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Il quotidiano inglese Telegraph, attraverso un recente articolo pubblicato sulle sue pagine dal tipo Spiritual opium: could gaming addiction ruin a generation?, sta facendo molto discutere secondo la teoria che vuole che videogiocare potrebbe diventare la prossima pandemia globale.

La frase incriminata recita: È tempo per tutti noi di svegliarci sulla possibilità di ‘oppioide’ del gaming, prima che la dipendenza dallo schermo diventi la prossima pandemia globale. Una frase decisamente forte e scioccante!

L’articolo che prende inizialmente in esame come stia diventando normale utilizzare gli schermi quali PC e Tablet nelle scuole per visualizzare i libri di testo, arriva ad accusare i videogiochi di rappresentare un rischio per la salute. L’autrice dell’articolo, Annabelle Heseltine, fa notare come questo pericolo sia maggiormente marcato negli adolescenti che rischiano di diventare sempre più dipendenti dai videogiochi e dunque dagli schermi, definendo questo fenomeno l’inizio di una potenziale pandemia globale.

A sostenere la tesi di quanto riportato sul Telegraph, come cita l’autrice dell’articolo, c’è la posizione adottatta dai media cinesi che definiscono i videogiochi una droga elettronica. In Cina, come abbiamo analizzato in alcuni articoli, i videogiochi sono regolamentati e hanno bisogno dell’approvazione di diversi enti pubblici prima di venire commercializzati, soprattutto quelli che arrivano dal di fuori del territorio cinese.

Come ulteriore supporto alle tesi avanzate dall’articolo c’è l’intervento della scrittrice Abi Silver, autrice del libro “The Midas Game“, in cui due avvocati fanno squadra per difendere un videogiocatore e uno youtuber dall’accusa di omicidio.

La Silver infatti racconta di come fosse scioccata dall’ossessione di suo figlio verso Fortnite “Ero scioccata e indignata per l’esistenza di un prodotto per i nostri figli non regolamentato e considerato altamente pericoloso, per cui però nessuno stava facendo niente. Era come se qualcuno entrasse in camera di mio figlio durante la notte per iniettargli della droga.”

Annabelle Heseltine ha poi affermato che la World Health Organisation ha stimato che circa 86 milioni di persone sparse in tutto il mondo potrebbero soffrire di gaming disorder. In verità questo dato si basa su stime molto parziali visto che lo studio che ha portato a questa conclusione si basa su un potenziale 3% di persone che soffrono di questo disturbo, e considerando che le stime dei videogiocatori sparsi in tutto il mondo si attesta sui 2,9 miliardi, i dati mostrati non sono assolutamente preoccupanti.

Secondo invece il Guardian, un’altro giornale inglese, tra gennaio e maggio 2021 nel solo Regno Unito sono entrati in terapia 56 persone affette da disturbi da dipendenza dai videogiochi, contro tuttavia i 40 milioni di videogiocatori sparsi sul territorio, e dunque ancora una volta un numero esiguo per darsi a questi allarmismi.

Le accuse proseguono con il fatto che l’industria dei videogiochi inglese non sia regolata, ma quest’affermazione è stata indicata come errata dall’associazione di categoria Ukie, che ha fatto notare e ricordato tutte le varie iniziative intraprese dall’industria inglese per avere una maggiore consapevolezza sui videogiochi.

E voi cosa ne pensate, siete d’accordo con le parole di questa giornalista del Telegraph? Fatecelo sapere, come sempre, nei commenti.

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Fonte: videogameschronicle