Sniper Elite III

Dopo aver realizzato diversi titoli per iOS e Android nel 2012 e i due stand alone Sniper Elite: Nazi Zombie Army e Sniper Elite: Nazi Zombie Army 2 nello scorso anno (che per inciso ricordano molto da vicino la serie firmata Valve di Left4Dead), il team Rebellion ritorna proponendoci una nuova avventura nei panni del cecchino Karl Fairburne. Ci auguriamo che, almeno questa volta, gli sviluppatori riescano a “fare centro” nel cuore dei videogiocatori, visto i prodotti nel complesso incerti mostrati nei capitoli precedenti.

gli sviluppatori hanno lavorato duramente sulla balistica dei proiettili.

Dal quel che abbiamo potuto capire dalle dichiarazione degli sviluppatori e dai trailer usciti finora, Sniper Elite III sarà ambientato 3 anni prima gli eventi del precedente episodio, nel bel mezzo dei conflitti avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale. Protagonista sarà come sempre Karl Fairburne, agente americano e tiratore scelto della OSS, mandato in missione segreta nei pressi di Tobruk, città della Libia straziata dai bombardamenti, che dovrà cercare in tutti i modi di semplificare il lavoro degli Alleati.
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Ciò che ha sempre contraddistinto la serie di Sniper Elite dagli altri sparatutto in prima persona come Call Of Duty o Battlefield è stato il cercare in tutti i modi di evitare lo scontro diretto con le forze nemiche, spingendo il giocatore a farsi strada alla dovuta distanza con calma e tranquillità mirando alla testa con il suo fedele fucile di precisione. Silenziosità e tattica sono le parole d’ordine di Karl, e non azione e confusione.

il titolo certamente non gode di animazioni epocali, tantomeno di un level design degno di un gioco destinato a piattaforme next gen.

Per rendere il tutto più realistico, gli sviluppatori hanno lavorato duramente sulla balistica dei proiettili, cercando di essere più fedeli possibile per quanto riguarda gli effetti della gravità e del vento sui singoli colpi: se, ad esempio, il vostro obiettivo sarà quello di eliminare un soldato nemico distante da voi alcuni chilometri di distanza, con un vento che soffia verso ovest, sarete obbligati a spostare la mira un po’ verso sinistra per mettere a segno il colpo. I calcoli da effettuare, però, saranno ben ricompensati da una visuale denominata “Kill Cam” che, seguendo tutto il percorso del proiettile fino all’impatto con il bersaglio, mostrerà attraverso una fedele riproduzione a Raggi X i danni provocati sulla vittima di turno, come l’esplosione del cuore e del cranio, e la frattura delle ossa di gambe, braccia e quant’altro. Ma sarà anche possibile attaccare indirettamente il nemico, magari mirando a una tanica di benzina che si trova nelle sue immediate vicinanze, a una granata che tiene sulla cintura o al motore del cingolato (come mostrato nel trailer) che sta guidando.
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Per questo ci sentiamo di dire che la libertà d’azione sarà molto più ampia rispetto ai capitoli precedenti e ci darà la possibilità di creare strategie nuove di volta in volta, nonché offrirà una buona dose di rigiocabilità.

Il punto critico del brand è sempre stata la grafica: nonostante le texture ben definite e gli straordinari effetti di luce che aiutano l’immedesimazione in un ambiente quasi del tutto desertico, il titolo certamente non gode di animazioni epocali, tantomeno di un level design degno di un gioco destinato a piattaforme next gen: i visi del protagonista e dei nemici, sommati alle esplosioni e alla fiamme che sembrano appena abbozzati, rendono il gameplay molto pesante alla vista e non permettono a chi lo gioca di godere appieno dei momenti più caotici.
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Ma ciò che temiamo maggiormente è che l’intelligenza artificiale dei nemici risulti incostante e poco curata proprio come successo per i capitoli precedenti, dove ci trovavamo a fare stragi su stragi di nazisti senza che avvertissero minimamente la nostra presenza, limitandosi a fare avanti e indietro nell’ambientazione senza uno scopo preciso, a parte quello di essere brutalmente giustiziati da noi.

Ma sarà anche possibile attaccare indirettamente il nemico, magari mirando a una tanica di benzina.

Se aggiungiamo al tutto la notevole difficoltà nelle situazioni di combattimento ravvicinato (non disponendo di un tasto adibito al bash) o la possibilità da parte dei cecchini e soldati di colpirci anche quando ci trovavamo perfettamente al riparo, cosa che rendeva il gioco molto frustrante in certi punti, è chiaro che i rischi sono all’ordine del giorno, in questo caso. Si vedrà come se la caveranno i ragazzi di Rebellion da qui all’uscita del gioco, e a quel punto scopriremo se l’utenza deciderà di dare loro una seconda possibilità, oppure optare per titoli più sicuri.