La notizia non è ancora confermata ufficialmente ma stando ad alcuni report pare che l’ente antitrust cinese possa aver rigettato la richiesta di Microsoft di seguire l’iter semplificato – previsto dall’autorità asiatica – per l’indagine. Nel caso di accoglimento della richiesta, le risposte sarebbero arrivate nel giro di 40 giorni.
In altri termini, il China’s State Administration for Market Regulation (SAMR), pare abbia scelto di seguire l’esempio del CMA britannico e dell’arbitrato europeo. Dal vecchio continente le risposte dovrebbero arrivare entro marzo. Le cose potrebbero non essere collegate ma è curioso notare come l’idea di seguire un iter più rigoroso abbia iniziato a diffondersi dopo la decisione di Activision di interrompere l’accordo di licenza con NetEase. A partire da gennaio molti dei giochi Activision non verranno più distribuiti in Cina. Una decisione che ha mandato su tutte le furie Simon Zhu. Il CEO di NetEase, ha attribuito la responsabilità un certo “idiota” senza però specificare ulteriormente.
Quale che sia la ragione – se come ‘ritorisione’ o semplice necessità di approfondire – adesso bisognerà attendere diversi mesi prima di avere una risposta dal SAMR. La prossima a esprimersi sull’affare Microsoft/Activision sarà la Federal Trade Commission USA. A causa dell’autorevolezza dell’organo, il parere espresso potrebbe finire col condizionare anche il parere di altri enti similari. Al momento Microsoft ha incassato il sì di Arabia Saudita e Brasile. Phil Spencer, dal canto suo, non perde occasione per continuare a rassicurare il pubblico e i censori.
La preoccupazione maggiore, al momento, pare essere la possibilità di vedere Call of Duty come esclusiva Xbox. Eventualità che Spencer ricaccia affermando che, invece, la sua idea è di continuare a distribuire il gioco anche su PlayStation.
Fonte: Seeking Alpha