Il giovedì sera americano si è concluso con una notizia shock. Reed Hastings, il co-fondatore di Netflix, ha dato completamente a sorpresa le sue dimissioni dal Consiglio di Amministrazione del colosso dello streaming.
La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno e, sebbene Netflix sia stata recentemente al centro di diverse polemiche per le proprie scelte, non era assolutamente previsto un terremoto di tali proporzioni. Forse persino più eclatante delle dimissioni di Elon Musk come CEO di Twitter.
Reed Hastings ha così commentato le sue dimissioni da CEO di Netflix: “Il nostro consiglio di amministrazione discute da molti anni della pianificazione della successione (anche i fondatori devono evolversi!)“. Dichiarazione che fa intuire un forte disappunto nelle scelte manageriali della società. In positivo o negativo lo scopriremo solo tra svariati mesi, sotto una nuova direzione.
Hastings ha poi aggiunto sul suo blog: “Il consiglio e io crediamo che sia il momento giusto per completare la mia successione“. Senza offrire ulteriori chiarimenti su quanto accaduto durante la riunione del CDA.
Al momento la guida dell’azienda passerà nelle mani di Ted Sarandos e Greg Peters, collaboratori di lunga data di Hastings. E volti particolarmente noti nell’ambiente di Hollywood. Sarandos infatti è stato il vero e proprio frontman di Netflix, ovvero il volto pubblico della società di streaming. Mentre Peters si è occupato in particolar modo dell’area esecutiva, con la produzione di nuovi prodotti e l’introduzione della pubblicità.
Negli ultimi mesi la gestione della piattaforma di streaming ha vissuto di luci e ombre. Da un lato il successo di alcune serie TV divenute ormai iconiche come Stranger Things, che si avvia alla stagione finale, o il recente Mercoledì di Tim Burton e il controverso Dahmer. Dall’altro scelte fortemente criticate come la cancellazione di 1899 dopo una sola stagione, o la pessima serie TV di Resident Evil con Lance Reddick. Senza tirare in ballo The Witcher Blood Origin che ha ottenuto un record negativo per nulla invidiabile.
Non ultimo l’arrivo di un nuovo piano tariffario ‘Low Cost‘ che introduce la pubblicità, a fronte di uno sconto sul costo mensile dell’abbonamento. Che però sembra non aver sortito l’effetto voluto.
Nonostante tutto, il 2022 di Netflix non si è affatto concluso in maniera negativa. Finanziariamente parlando, come riporta Il Sole 24 Ore, i ricavi si sono attestati a 7,85 miliardi di dollari, in linea con i 7,86 miliardi previsti dagli analisti di mercato. Mentre il valore delle azioni è invece stato molto al di sotto del previsto fermandosi a 0,12$ per azione, invece di 0,42$ per azione.
La spinta ottenuta dal grande successo di Mercoledì ha anche fatto crescere il numero gli abbonati, salito di 7,66 milioni di unità nell’ultimo trimestre del 2022. Un valore oltre le attese dello stesso CDA.
Fonte: Il Sole 24 Ore