L’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft è stata approvata dall’antitrust sudafricano senza alcuna condizione. Secondo quanto riferito dalla Competition Commission, l’affare difficilmente creerà problemi alle altre concorrenti. A riguardo, il legale Idas ha spiegato come si attende ancora il Competition Tribunal per confermare l’accordo definitivamente in Sudafrica. Tuttavia, sembra sia questione di tempo.
All’interno del documento dell’antitrust sudafricano ci si concentra sull’esclusività – virtuale – di Call of Duty: “La prima preoccupazione in merito alla competitività ruota attorno alla possibilità che Microsoft possa, ad acquisizione ultimata, restringere la distribuzione di Call of Duty alla piattaforma Xbox, oppure rendere il gioco disponibile su altre console ma con limitazioni che impediscano agli altri produttori di competere allo stesso livello”.
Per l’organo però l’acquisizione non sarà un problema per la concorrenza: “La Commissione trova che l’operazione in questione tra Activision e Microsoft difficilmente porterà a questo tipo di preoccupazioni, in quanto le parti non hanno capacità o incentivi a chiudere la porta ai maggiori distributori, in particolare Sony (PlayStation) e Nintendo (Switch). Microsoft si è mpegnata nel continuare a rendere disponibile Call of Duty sulle altre console. La transazione difficilmente influenzerà in maniera negativa la competizione nei mercati principali”.
Al momento, i maggiori ostacoli all’accordo sono gli organi di vigilanza USA e UK. La CMA britannica, sembra la più cauta nella formulazione delle sue ipotesi e ha chiesto a diversi player dell’industria vari pareri. Di recente, sei aziende si sono espresse favorevolmente. Ai sì già incassati da Microsoft si aggiunge anche il via libera dell’organo anti-trust del Giappone. Per concludere ufficialmente l’acquisizione, serve il sì definitivo della Commissione Europea, di FTC e della già citata CMA (che però ha aggiornato le considerazioni preliminari). L’accordo sarà approvato dalla FTC ad aprile. Ad affermarlo è l’analista Michael Pachter.
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Fonte: Twitter