Microsoft e Activision: c’è chi dice sì. Davanti a CMA altre 6 aziende si schierano a favore dell’acquisizione

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Mentre la pubblicazione dei pareri degli antitrust UE e UK si avvicina (il 25 aprile l’antitrust Europeo, il 26 il CMA UK), l’organo britannico rivela di aver ricevuto sei pareri favorevoli da altrettante aziende di settore tra quelle interpellate nel corso di questi mesi. Gli estratti, pubblicati da Tom Warren su Twitter ma privi però dei nomi delle aziende (che restano coperte da anonimato) esplicitano l’idea che queste realtà si sono fatte di un ipotetico futuro post acquisizione. Già i developer cinesi avevano dato il loro benestare all’affare tra Microsoft e Activision.

Una di queste aziende, come anche Tom Warren cita nella didascalia a corredo del Tweet, addirittura afferma che l’affare sarà utile per un “dolorosamente necessario” livellamento del terreno di gioco tra PlayStation e Xbox. La situazione globale, ve lo abbiamo raccontato in un articolo precedente, è la seguente: Sony detiene il 70% del mercato console con Microsoft e Xbox relegate a un ben più modesto 30% (da dividere con gli altri esponenti del settore) con dovute differenze tra i diversi mercati ma sempre con Sony in testa. Il caso più eclatante è il Giappone. In casa, PlayStation detiene la quasi totalità dell’attenzione dei gamer.

Intanto Microsoft continua a stringere mani a destra e manca. Brad Smith, Phil Spencer e Satya Nadella (le figure apicali della casa di Redmond) sono riusciti a siglare accordi decennali con NVIDIA, Nintendo, Boosteroid e Ubitus per portare Call of Duty sulle relative piattaforme e servizi per 10 anni in caso di acquisizione avvenuta. L’accordo è identico a quello proposto a Sony e rifiutato da Jim Ryan che invece pretende un trattamento “di favore”.

L’amministratore delegato della casa di PlayStation ha chiesto CoD su base perenne. Una richiesta che Spencer e Nadella parevano pronti ad accogliere. Le successive rimostranze di Sony davanti a CMA hanno poi convinto Brad Smith a interrompere le trattative, eventualità confermata durante una intervista al Wall Street Journal.

Fonte: Tom WarrenCMA