Dragon’s Dogma 2, nonostante l’accoglienza non sia stata delle migliori a causa di diversi problemi, tra cui un’ottimizzazione non perfetta – soprattutto su PC, portando a soluzioni particolari per risolvere il problema di FPS – e soprattutto la presenza di microtransazioni che sì, sono tutto tranne che obbligatorie e non aggirano in alcun modo i limiti del gioco, ma che comunque bastano a scatenare l’utenza. Nonostante la risposta di Capcom, i giocatori non possono tollerare una microtransazione in un videogioco single player, e c’è persino chi ne ha approfittato, come CD Projekt RED. Nonostante questo trambusto, Capcom è comunque riuscita a piazzare 2,5 milioni di copie, confermando dunque la bontà del prodotto, esaltata anche da noi in fase di recensione.
Dragon’s Dogma 2: la campagna promozionale ha pagato
La conferma giunge da un comunicato ufficiale Capcom dove viene anche rivelato che l’intero franchise ha raggiunto quota 10 milioni di copie vendute. In appena tre settimane, dunque, Dragon’s Dogma 2 è riuscito a vendere 1/3 di quanto fatto con il primo capitolo in 12 anni. Il merito di questo successo, spiega Capcom, è legato a una strategia di marketing molto più spinta ed efficace rispetto a quanto fatto con il primo capitolo.
Molteplici sono state le attività promozionali che hanno spinto non poco il lancio di Dragon’s Dogma 2. La più efficace e impattante è probabilmente la Demo gratuita che permetteva ai giocatori di sperimentare un editor che si è rivelato essere sorprendentemente completo e con ben pochi precedenti nell’industria. Un editor così completo che ha permesso agli utenti di creare diversi personaggi iconici della cultura pop.
Fonte: Capcom