In molti lo sospettavano. Alcuni casi celebri avevano acceso i riflettori sul fenomeno. Ora anche Activision prende coscienza del fatto che esistono streamer di Call of Duty che ricorrono a cheat, hack e software modificati per simulare skill che normali videogiocatori sviluppano nel corso di mesi o addirittura anni di gameplay.
Ma come è saltata fuori quella che promette di essere una lista piena di nomi pesanti? Sebbene la lotta ai cheater prosegua con il sistema Ricochet – di recente aggiornato – che ha portato al ban (definitivo o temporaneo) di quasi un milione di player disonesti, servono anche altre azioni. Azioni legali, per intenderci. In tal senso, a gennaio, Activision ha intentato causa a EngineOwning una delle maggiori realtà che distribuiscono cheat a pagamento. Proprio dagli atti del processo – ancora in corso – nei giorni scorsi sono emersi i nomi dei clienti di questa società. Ed ecco la sorpresa – per alcuni non tanto sorprendente – che lì in mezzo ci siano anche streamer “di alto profilo”. Già in passato Activision si trovò faccia a faccia con società simili. Per CxCheats bastò un avviso da parte degli avvocati per convincerla a cessare l’attività.
Secondo le dichiarazioni rese al banco dei testimoni, i maggiori affari di EngineOwning avvengono negli USA. I maggiori clienti dell’azienda sono proprio statunitensi. Secondo quanto dichiarato da Activision, la lista clienti comprende “streamer di Call of Duty di Alto Profilo”. Non vengono fatte allusioni a nomi specifici – né noi faremo alcun tipo di ipotesi – ma è chiaro che, se questi nomi dovessero divenire pubblici, gli streamer presenti in lista potrebbero doversi trovare un nuovo gioco da trasmettere. CoD è uno dei brand più trasmessi sulle piattaforme streaming come Twitch e YouTube. Un caso? Quello di MrGolds, beccato in diretta a usare un AimBot. Oltre al ban dal gioco Activision, anche quello del canale Twitch. Il tutto in live, mentre si vantava di qualità che a questo punto, diamo per inesistenti.
Al momento Activision si trova a sua volta al centro di una disputa. Il tentativo di acquisizione da parte di Microsoft è ostacolato da Sony che cerca di convincere le autorità antitrust che il rischio di far diventare CoD un brand esclusivo Xbox sia una pessima idea. Sempre a proposito di Cheat, Modern Warfare 2 era ancora in beta, eppure i cheater stavano già lì.
Fonte: Charlie Intel