Proseguono i dibattimenti tra Sony e Microsoft davanti al Consumer and Market Authority britannico. Il CMA UK è uno degli organi più importanti tra quelli chiamati ad arbitrare sulla questione Microsoft x Activision. Tra le altre cose, all’attenzione dei regolatori è stato sottoposto quello che sembra essere il nodo gordiano della vicenda: Call of Duty.
L’IP di FPS Activision rappresenta il vero pomo della discordia tra l’azienda di Redmond e i concorrenti giapponesi capitanati da Jim Ryan. In alcuni documenti recenti, i legali rappresentanti di Sony Interactive Entertainment hanno espresso ulteriori perplessità.
Come già accennato in innumerevoli occasioni, Sony è convinta che Microsoft possa arrivare a rendere Call of Duty una esclusiva per le sue piattaforme. I legali dell’azienda giapponese sottopongono all’attenzione dell’arbitrato diversi scenari. Per ora si tratta di situazioni ipotetiche ma che Sony percepisce come rischiose in maniera più che potenziale.
Un documento pubblicato da The Verge circa 10 giorni fa (era l’8 marzo) contiene diversi riferimenti a una possibile disparità nelle edizioni Xbox e PlayStation di CoD. L’argomento viene presentato in varie salse: da una release volutamente buggata in ambiente PlayStation (così da scoraggiare i videogiocatori) alla pubblicazione di contenuti extra esclusivi per chi sceglierà l’ecosistema di gioco di colore verde.
Sebbene queste dichiarazioni siano state già affrontate, ve n’è una passata forse in sordina che merita di essere recuperata. Come già anticipato anche in riflessioni precedenti, la paura di Sony è che Xbox possa decidere di rendere disponibile CoD su Game Pass. Di per sé questo non significherebbe nulla se non un ampliamento della platea di giocatori cui è consentito un accesso facilitato ai contenuti prodotti da Activision, Treyarch, Raven Software eccetera.
Il rischio, sostiene Sony nel suo documento, è duplice. Il più importante è che Xbox possa proporre a Sony accordi particolarmente onerosi per mettere Call of Duty su PlayStation Plus, una scelta quasi obbligata qualora la serie arrivasse su Game Pass. Ma se gli accordi proposti dai nuovi proprietari dell’IP fosse particolarmente onerosa, questo significherebbe esser costretti ad aumentare il prezzo – già impegnativo – di un abbonamento PS Plus oltre a dover capire a partire da quale tier di abbonamento proporlo.
Una eventualità che a Jim Ryan potrebbe non piacere affatto, e che finirebbe col “distruggere commercialmente PlayStation Plus” cita il documento. Dal canto suo, Microsoft sostiene di aver risposto alla perplessità garantendo che, qualora la serie arrivasse su Game Pass, questa sarebbe stata proposta con le stesse modalità e per la stessa durata anche sul servizio concorrente. Questa almeno, la proposta di Redmond prima degli sviluppi più recenti.
Altrettanto grave potrebbe essere la scelta di non fare nulla e continuare a proporre su PlayStation le varie iterazioni di Call of Duty come buy to play di stampo classico.
Sebbene questa sia oggi la norma (compro la mia copia di CoD per poterlo giocare, fa eccezione Warzone), è innegabile che la possibilità di ritrovarsi una delle uscite più importanti che periodicamente arricchiscono il mercato come parte di un servizio in abbonamento comprensivo di diversi titoli, pur rinunciando necessariamente alla copia fisica, possa ingolosire tantissimi e avvicinare una quantità di utenza ancora maggiore rispetto all’attuale.
Una rinuncia, quella della copia fisica, a cui i gamer PC sono già abituati e che, comunque, nel caso CoD, potrebbe avere un impatto davvero poco significativo a causa della natura stessa del brand, più orientata al multiplayer competitivo e legata a doppio filo alle uscite periodiche e alla migrazione degli utenti da un server all’altro di anno in anno (o quasi). In questo caso, anche la copia fisica perde velocemente il suo valore per la rivendita come usato. Molto più comodo – ed ecologico e sensato – accedere al contenuto direttamente in forma digitale.
Dal canto suo, Microsoft prosegue nella sua strategia che la porta a stringere le mani di partner più o meno improbabili. Brad Smith, presidente di Microsoft, Phil Spencer, CEO di Microsoft Gaming, e Satya Nadella, CEO Microsoft, sono il tridente d’attacco che ha messo a segno 4 accordi cruciali. Nintendo, NVIDIA, Boosteroid e Ubitus hanno tutte ottenuto la promessa di avere Call of Duty sulle loro piattaforme per 10 anni. Unica esclusa proprio Sony che pur di giocare al rialzo (voleva accordo perenne) ha finito col vedersi sbattere in faccia la porta da Smith dopo aver avuto sul tavolo proposte di accordo di durata decennale.
Intanto, le operazioni procedono. Il CMA si esprimerà il 26 aprile. Alla sua attenzione sono giunti i pareri positivi di 6 aziende. Tra queste, una racconta di dolorosamente necessario livellamento. Anche i developer cinesi hanno detto sì all’operazione.