Activision e Microsoft: gli sviluppatori cinesi dicono “sì” alle nozze. Si attende parere dell’antitrust

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C’è un nuovo capitolo nella storia tra Activision e Microsoft. Il matrimonio tra il publisher di Call of Duty e i produttori di Xbox, ancora ben lungi dal celebrarsi, ha però incassato alcuni timidi sì. A fornirli, secondon l’ultimo report di Seeking Alpha, sarebbero stati alcuni developer cinesi che, interpellati sulla questione dalle autorità locali non avrebbero espresso punti sfavorevoli o critici da scoraggiare la fusione.

Secondo quanto riportato dal portale Seeking Alpha, per gli sviluppatori cinesi l’accordo da 69 miliardi di dollari non porterà conseguenze negative per il loro territorio. Tutto ciò è dovuto al fatto che il mercato cinese di Activision non è il più redditizio da quelle parti. Questo parere favorevole potrebbe così aumentare le chance di portare a termine l’accordo di Activision e Microsoft in Cina. L’organo antitrust asiatico, però, non ha ancora espresso alcuna opinione avendo optato per un controllo che seguirà le normali tempistiche invece che una revisione rapida come richiesto da Microsoft.

Al momento sono tre le agenzie antitrust che hanno espresso parere favorevole: il CADE brasiliano, l’antritrust cilena e l’ente dell’Arabia Saudita. Verso la luce verde anche il CMA UK che però esprimerà un parere definitivo più avanti. Resta incerta la risposta da parte dell’authority europea. 

Tra i maggiori oppositori figura comunque FTC il cui parere, più di tutti, rischia di influenzare le altre. Con la Federal Trade Commission, Microsoft ha appuntamento in tribunale. L’azienda di Redmond, però, specifica di non essere d’accordo con questa scelta. In un documento inviato a FTC, la casa di Xbox ravvisa presunte violazioni al quinto emendamento della costituzione USA. Microsoft sottolinea come, a loro avviso, FTC non abbia tenuto conto nelle sue considerazioni delle proposte di Sony PlayStation su Call of Duty. Molto pesanti, invece, le accuse mosse dal Lead Comunication Manager di Microsoft ai danni di Sony. Secondo il dirigente, l’azienda Giapponese avrebbe mentito su alcuni punti sottoposti all’attenzione degli organi antitrust europei con lo scopo di ostacolare l’operazione.

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Fonte: Seeking Alpha