Captain Tsubasa: Rise of New Champions – Recensione (PS4)

Valutare Captain Tsubasa: Rise of New Champions non è facile. Da un lato vi è un gioco dalle meccaniche sorprendentemente interessanti e con una veste grafica molto piacevole, dall’altro una quantità di contenuti e approfondimenti davvero troppo miseri e approssimativi. Ma andiamo per gradi.

Captain Tsubasa, per quei pochi che non lo sapessero, è conosciuto in Italia con il nome di Holly e Benji, famosa serie animata che ha accompagnato moltissimi adolescenti nati tra gli anni ’80 e ’90.

Premettiamo subito infatti che, come adattamento, il gioco si rifà completamente alla fonte originale. Niente Holly, Benji o Mark Landers quindi, i protagonisti vengono identificati con i nomi giapponesi: Tsubasa, Wakabayashi o Hyuga.

Per i più nostalgici potrebbe risultare un tantino spiazzante sentir chiamare i propri beniamini con questi “strani” nomi, ma i fan di vecchia data della serie, sia del manga che dei numerosi videogames, saranno perfettamente a loro agio.

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Captain Tsubasa 1

Captain Tsubasa: Un’avventura calcistica più che un gioco di calcio

Prima di immergerci nel gameplay in tutte le sue meccaniche di gioco è bene precisare che la modalità storia denominata Il Viaggio è la spina dorsale di Captain Tsubasa: Rise of New Champions.

Il gioco ci permetterà di vivere due campagne ben distinte: Episodio Tsubasa e Episodio New Hero.

La prima campagna è per lo più un tutorial basico, snocciolato attraverso la trama che abbiamo visto già nell’anime classico degli anni ottanta Holly e Benji: Due Fuoriclasse. Tsubasa, al comando della Nankatsu, dovrà affrontare le altre squadre in un torneo delle scuole medie.

Il livello di sfida in questa fase sarà praticamente assente, mentre le partite verranno costellate da scene di intermezzo che ricalcano uno a uno le scene viste nell’anime (la Catapulta Infernale dei gemelli Tachibana, o il Tiro della Tigre di Hyuga che distrugge un pallone sul palo della porta).

Queste spettacolari scenette di intermezzo sono inserite nel flusso di gameplay in modo intelligente e dinamico, restituendo al giocatore un’ottima fluidità, seppur intaccata da qualche transizione verso il nero o verso il bianco di troppo.

Tra una partita e l’altra poi, ci ritroveremo davanti a delle sequenze da vera e propria visual novel, in cui ci verranno narrate le vicende dei nostri protagonisti seguendo quelle del cartone animato.

La seconda campagna invece, denominata Episodio New Hero, è il vero centro dell’offerta contenutistica di questo titolo. In questa modalità saremo chiamati a creare un personaggio da zero (con un editor piuttosto dettagliato), scegliere tra tre squadre delle scuole medie giapponesi e vincere un nuovo campionato originale.

Terminato questo primo torneo, ci troveremo catapultati in America a rappresentare il Giappone nel mondiale giovanile. Soprattutto in questa fase il racconto si farà sempre più serrato, con sequenze di trama molto lunghe e scelte multiple che potranno cambiare qualche dialogo, rimbalzando sempre tra lo stile in visual novel e una vera e propria puntata delle serie animate.

Non mancheranno poi dei piccoli intermezzi stile anime e spezzoni ripresi direttamente dalla serie TV. Esiste anche una sezione denominata Filmati in cui si potranno sbloccare e rivedere moltissime di queste scene: davvero un ottimo modo per rinfrescare la memoria e far felice il bambino che c’è in noi.

Questa campagna porterà via circa 15/20 ore, tra storia e partite contro le più forti nazionali del mondo: Italia, Francia, Germania, Olanda, Argentina, Uruguay, Senegal, Brasile, Inghilterra e Stati Uniti. Sebbene alcune partite potranno risultare leggermente complicate, in linea di massima il livello di sfida rimarrà piuttosto basso, complice anche l’impossibilità di settare la difficoltà, opzione inspiegabilmente bloccata in questa modalità.

L’intero episodio può ricordare in minima parte le modalità “The Journey” vista in Fifa, o il “Diventa un Mito” di PES, con tanto di elementi ruolistici e scelte multiple. Ma queste meccaniche le affronteremo al termine della recensione, ora parliamo della vera croce e delizia di questo titolo: il gameplay.

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Potrei ma non voglio

Captain Tsubasa: Rise of New Champions presenta un gameplay piuttosto unico. Un gioco di calcio che non prova minimamente ad essere realistico e simulativo (addirittura non ci sono falli e calci di punizione), ma prova a costruire un gameplay basato su un sistema in stile “sasso, carta, forbice”, arricchito e variegato dalle statistiche e dalle abilità dei singoli calciatori.

Ogni attaccante ha due tipi di dribbling ed ogni difensore ha due tipi di tackle (un counter per ogni dribbling). Quando ci si troverà a tu per tu con un difensore, a seconda del dribbling e del tackle scelto, si riuscirà o meno a superare il giocatore.

Ovviamente, in base alla qualità e alle abilità dei calciatori, si avranno finestre più lunghe per dribblare o per entrare in tackle, oltre che animazioni uniche e più o meno efficaci. Esistono poi i classici passaggi corti, filtranti e alti, non sempre precisi.

Ben presto però, capiremo che il fulcro centrale del sistema è il tiro speciale. Ce ne sono diversi in base al calciatore, e potranno essere attivati caricando al massimo la barra del tiro con la pressione continuata del tasto apposito. Questo processo richiederà energia, pertanto un giocatore stanco non potrà liberare il suo tiro speciale finché non recupererà le forze. La rigenerazione dell’energia può essere forzata in due modi: riuscendo a dribblare due avversari in successione (con tanto di mini cut-scene) o attivando la cosiddetta Zona V.

La Zona V è una sorta di “modalità furia” che migliorerà tutta la squadra, e si potrà attivare dopo aver caricato la barra speciale tramite dribbling, tackle, passaggi e tiri speciali riusciti. Una volta attiva, l’energia di ogni giocatore si rigenererà molto più velocemente permettendo una più facile esecuzione di tiri speciali. In casi estremi, si potrà decidere di usare tutta l’energia adibita alla Zona V per permettere al proprio portiere di parare anche il più potente dei tiri.

In base al capitano della nostra squadra, la Zona V attiverà anche delle passive che potranno migliorare i contrasti, i tiri o altre caratteristiche specifiche. Durante le partite online sarà importante dunque scegliere il capitano più adatto al proprio stile di gioco.

Le meccaniche di gioco non finiscono qui: i ragazzi di Tamsoft hanno infatti costruito un sistema che, se affinato e bilanciato, avrebbe potuto rendere il gioco molto più profondo e variegato.

Esistono anche le combinazioni speciali fra giocatori: per esempio Tsubasa e Misaki potranno attivare una serie di passaggi che, se ben eseguiti, ci permetteranno di superare tutta la difesa avversaria; oppure Jito e Sano potranno eseguire un tiro combinato cercando di spiazzare il portiere. Queste combinazioni hanno un ottimo potenziale, e potrebbero rompere le partite più equilibrate, variegando l’azione di gioco. Peccato però che l’intelligenza artificiale non ci costringerà mai ad usarle, e sarà sempre più efficace procedere in avanti e caricare il super tiro.

Il problema ulteriore di queste combo è la quantità esigua e limitata quasi esclusivamente ai giocatori del Giappone, con qualche comparsata nelle squadre delle medie. Le Nazionali presentano squilibri davvero massicci: ci sono squadre senza combo e decine di giocatori privi di passaggi e tiri speciali, o caratteristiche uniche.

Alla fine della fiera, le partite saranno tutte concentrate verso la spasmodica ricerca del caricamento dei tiri speciali, così da bombardare il portiere avversario, scaricare la sua barra d’energia e perforarlo con l’ennesimo tiro da centrocampo. Le combo, i passaggi speciali e le tattiche di squadra passeranno in totale secondo piano.

Insomma, Captain Tsubasa: Rise of New Champions ha un gameplay dal gran potenziale ma, per mancanza di bilanciamento, di varietà e di dettagli, rimane acerbo, troppo semplicistico (anche se molto divertente). Sembra quasi, insomma, che gli sviluppatori si siano concentrati molto di più sul sistema di crescita del proprio alter ego che ad affinare e bilanciare le ottime idee di gameplay. Davvero un peccato.

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Captain Tsubasa: Il protagonista sei tu

Come abbiamo già accennato, durante la campagna principale sarà possibile creare un calciatore da zero. Quest’ultimo potrà essere sviluppato e potenziato attraverso diversi sistemi ludici.

Oltre alla classica valutazione a fine partita che si tramuterà in punti esperienza, potremo creare delle affinità con altri giocatori. Man mano che accumuleremo “amicizia” sarà possibile apprendere le loro tecniche speciali.

Prima di ogni partita ci verrà data la possibilità di scegliere cinque card raffiguranti diversi giocatori, e più volte sceglieremo lo stesso personaggio più aumenterà il grado di amicizia. In soldoni, scegliendo Hyuga ogni prepartita potremo imparare il suo Tiro della Tigre.

Questo sistema è pensato per essere utilizzato più volte, così da costruire una sfilza di calciatori unici (massimo venti) che poi potranno essere utilizzati nelle Divisioni online. La crescita del proprio personaggio potrà essere ulteriormente spinta da alcuni oggetti extra ottenibili completando alcune sfide. Oggetti che potranno essere comprati anche dallo store interno.

Tutto sommato la creazione e lo sviluppo del giocatore hanno una certa profondità, e potrebbero spingere i più appassionati a completare più volte la campagna, così da creare il team perfetto da sfoggiare nelle partite online.

La libertà di personalizzazione, inoltre, non si ferma alla sola costruzione del personaggio, ma passa anche per la creazione della propria squadra con tanto di editor ben approfondito per stemma, nome, soprannome e maglie.

È bravo, ma non si applica

Captain Tsubasa: Rise of New Champions propone un gameplay divertente e immediato, dalla spiccata natura arcade, e la modalità Il Viaggio, cuore pulsante del titolo, non delude per longevità ed atmosfera. Tutte le meccaniche ripescate dai simulativi calcistici come strategie, moduli e tattiche, però, perderanno velocemente di efficacia durante la trama, in favore di un ping-pong votato all’attivazione dei tiri speciali.

Queste meccaniche, insieme alle interessanti combo che si possono creare tra specifici giocatori, assumono un valore più centrale nella modalità online, che però risulta anch’essa troppo semplice (fin da subito potremo costruire il nostro dream team ideale, e oltre alla scalata delle Divisioni non c’è molto altro).

La grafica in cel shading dà il meglio di sé stessa nelle bellissime sequenze animate che attiveremo durante i dribbling, le parate ed i tiri speciali, e sicuramente l’intera esperienza farà felicissimi i fan dell’opera originale. Non è neanche escluso che possa addirittura catturare qualche neofita, grazie al divertente e immediato gameplay.

Tuttavia resta il rammarico per un’intelligenza artificiale per niente all’altezza, la quale non ci spingerà mai ad utilizzare le diverse meccaniche di combo e di preparazione tattica. L’auspicio è che la community online riesca a rimediare a questa grossa pecca, così da rendere almeno le sfide multiplayer più soddisfacenti e complesse.

Purtroppo insomma, l’IA fa perdere davvero molti punti all’intero progetto Captain Tsubasa: Rise of New Champions, perché nullifica tutte le meccaniche di gameplay più complesse.

Ma non ti arrendere Holly! Si può sempre migliorare.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
7
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