Dishonored 2 – Hands On

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Stealth o non stealth?

Dopo aver preso un po’ di confidenza con i comandi, non semplici durante i primi passi, ci addentriamo nella mansion dove il padrone di casa, Kirin Jindosh, ci accoglie senza problemi, forte della sua sorveglianza continua sui nostri spostamenti e della superiore forza militare data dai ClockWork Soldiers, robot simili al generale Grievous di Star Wars III che sanno essere letali in combattimento aperto.
Rompiamo gli indugi e decidiamo di giocare contro le aspettative di Jindosh, scoprendo un accesso al di là delle stanze mobili della mansion per aggirare i nemici e gettarci in un’infiltrazione quanto più stealth possibile.

bisogna razionare ogni colpo, evitare ogni scontro inutile e soprattutto agire nell’ombra per avere la meglio

Questi sono entrambi degli aspetti essenziali di Dishonored 2: la libertà di approccio (stealth-non letale vs letale) e di movimento (on/off track). Sia nel walkthrough di Emily che in quello di Corvo la missione ci offre un binario principale seguendo il quale si riescono a completare i due obiettivi (neutralizzare Jindosh e salvare Sokolov) nella maniera più diretta con una difficoltà bilanciata. Il giocatore può però decidere di andare a scavare tra le innumerevoli alternative che i ragazzi di Arkane hanno costruito e gustarsi così un level design magistrale ricco di indizi, segreti, percorsi alternativi e obiettivi nascosti che arricchiscono l’esperienza di gioco sia nel gameplay che nella storyline. Così le trasformazioni delle stanze della mansion diventano l’occasione di inserirsi tra i meccanismi e hackerare (“rewire”) le trappole per rivoltarle contro i nemici, oppure semplicemente di sgattaiolare per un percorso meno ostile.
Nel decidere questo percorso il giocatore influisce sull’aumento o meno del Chaos (uccidendo i nemici o stordendoli solamente) e di conseguenza sugli sviluppi della storia e del finale.dishonored-2-02

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