Un’esperienza di gioco al 100%
Harvey Smith, game designer di Dishonored 2, ha già confermato che il giocatore sceglierà subito con quale personaggio affrontare la storia e andrà avanti tutto il gioco con lo stesso, “lasciandosi l’altro alle spalle”. Questo spinge facilmente a completare almeno due run (una per personaggio) ma sembra che comunque il giocatore medio avrà visto in questo modo solo il 30% del gioco. Un’impressione che possiamo confermare viste tutte le alternative già presenti nella seppur piccola Clockwork Mansion. Per apprezzare il titolo al meglio dunque bisogna essere degli accaniti curiosi e completisti, ma d’altronde questi sono da sempre requisiti minimi per i fan dei titoli Bethesda.
Un po’ di Thief, un po’ di Bioshock, qualche elemento inedito e gli ingredienti per un capolavoro ci sono tutti
Nonostante tutti gli aggiornamenti e le novità però Dishonored 2 non ci ha convinti a pieno: lasciando stare il tipico stile deformed del character design, il comparto grafico continua a non sembrare all’altezza del confronto con la concorrenza e il gameplay risulta ancora un po’ macchinoso nei momenti più frenetici. Un level design con i fiocchi ricco di possibilità, un’esperienza di gioco ispirata a Bioshock ma più action e una delle ambientazioni più carismatiche tra tutti gli FPS di questa generazione lo rendono un bocconcino allettante per molti giocatori, ma mancano degli step al grado di “must have”, soprattutto in attesa di valutare la trama, altro elemento che rivestirà un ruolo fondamentale.
Fino ad allora promosso, ma con delle riserve.