
Dragon Age The Veilguard è stato un flop commerciale? Senza dubbio! E le avvisaglie si sentivano da lontano, già molto prima del lancio. E l’errore principale nasce dalla troppa autostima e forse supponenza del reparto marketing di Electronic Arts. Infatti viene riferito di come in EA fossero convintissimi ci fosse un folto covo di giocatori che l’avrebbe comprato indipendentemente da tutto.
La previsione forse è stata sbagliata proprio a causa degli incredibili numeri fatti registrare da Larian Studios e Baldur’s Gate 3. Ma ‘una rondine non fa primavera‘, e l’RPG di EA e Bioware ne è stata la controprova.
A raccontarci i retroscena di quanto accaduto è stato un veterano di Bioware, David Gaider, che se fosse stato ascoltato prima di lasciare il publisher avrebbe potuto salvare il progetto. “Sono stato molto esplicito nel team di Dragon Age. Cercavo sempre di spingere il gioco verso le nostre meccaniche tradizionali. E questo non era molto gradito nell’ambito di EA“, ha dichiarato.
Il publisher considerava i Classic RPG con combattimento tattico a turni come Dragon Age Origins: “Lento e ingombrante“, mentre erano alla ricerca di qualcosa di “Action e agile“. Mentre le idee di basarsi sul primo capitolo della saga di Gaider “Erano spesso non propriamente le benvenute“.
A tutto questo si uniscono delle previsioni della fanbase totalmente sbagliate. EA non riteneva che il pubblico dei Classic RPG fosse quello su cui valeva la pena concentrarsi. Per i supervisori esisteva una sorta di “caverna“. Una caverna “dove andavano i nerd. I nerd erano in quella caverna. E se avessi fatto un RPG, questi nerd nella caverna si sarebbero sempre presentati, perché era un RPG“. Non era quindi necessario preoccuparsi delle loro esigenze, perché sarebbero comunque usciti fuori per acquistare il gioco. “Non dovevi preoccuparti di loro. Non dovevi cercare di fare appello a loro. Dovevi preoccuparti delle persone che non erano in quella caverna, cioè del pubblico che volevamo, che era molto più numeroso“, continua Gaider.
Il culmine di questa filosofia aveva già fallito con Anthem che era un Game As A Service, e si è ripetuto anche con Dragon Age The Veilguard il cui progetto era anch’esso iniziato come un GAAS per poi venir riconvertito in un single player, ma tutta l’impalcatura originaria è ben presente e facilmente notabile nel gioco finale (potete leggere qui la nostra recensione).
Al lato opposto a mantenere alta la bandiera dei Classic RPG in questi ultimi anni ci sono stati Obsidian Games con i due Pillars of Eternity e Tyranny, e anche Owlcat Games con i due Pathfinder e Warhammer 40.000 Rogue Trader a cui si aggiungerà Dark Heresy (di cui vi abbiamo proposto in alto il trailer di annuncio).
Fonte: Gamesradar