Hercule Poirot The London Case: – Recensione (PS5)

Hercule Poirot The London Case Recensione PS5 1

Abbiamo avuto modo di provare Hercule Poirot: The London Case, avventura investigativa dedicata all’omonimo detective protagonista di numerosi romanzi di Agatha Christie, film e serie TV. Godetevi la nostra recensione per la versione PS5.

Nonostante Poirot non abbia avuto la stessa fortuna del collega Sherlock, in campo videoludico, l’investigatore belga non ha mancato di dire la sua in alcuni prodotti minori. The ABC Murders era una buona messinscena, seppur con qualche riserva sul gameplay, e lo stesso possiamo dire dei First Cases. Questo nuovo Agatha Christie – Hercule Poirot: The London Case prosegue la scia già tracciata dai suoi predecessori, cercando di ampliare i concetti (soprattutto lato gameplay) ma fallendo nel trovare un miglior compromesso.

Un classico esempio di come quantità, spesso, non faccia sempre coppia con qualità. Nonostante esistano dei romanzi di Agatha Christie con un caso centrale simile, il gioco non si ispira a nessuno dei casi canonici di Poirot. È lo studio di sviluppo ad aver inventato, ancora una volta, la storia del gioco in questione, seppur abbia tratto qualche ispirazione dai romanzi o dalla serie TV di David Suchet. Un’arma a doppio taglio che, però, finisce per sorprendere e regalare emozioni nuove anche a chi conosce a memoria le storie di tutti i romanzi.

Il problema di London Case è che possiamo definirlo a malapena un gioco d’avventura o investigativo. Un po’ come il suo predecessore, ci catapulta in zone molto ristrette, non ha veri e propri oggetti da raccogliere o sistemi di inventario e l’impossibilità di fare deduzioni errate (un po’ come succede nei giochi di Sherlock Holmes) non ci fa mai sentire propriamente nei panni di un detective.

Hercule Poirot The London Case Recensione PS5 2

Il caso in questione vede il detective belga proteggere un’opera d’arte di inestimabile valore. Opera d’arte che, inutile dirlo, è obiettivo di misteriosi figuri. Come spesso accade in queste storie, però, il furto è solo l’inizio di una serie di eventi sempre più complessa e affascinante. Sotto questo punto di vista c’è poco da dire, in realtà: per quanto il cast non brilli per originalità o caratterizzazione, il caso in sé è davvero interessante e pieno di colpi di scena.

The London Case è anche il primo banco di prova per Hestings, l’aiutante di Poirot che – almeno nella più famosa serie TV – fa sempre coppia col detective belga. La storia del loro incontro varia un po’ in tutti i media, ma il ruolo di entrambi è sempre immutato. Come Watson con Holmes, Hestings è un po’ quel fantoccio goffo di fianco al più brillante investigatore. Fantoccio che quasi veste i panni del lettore o dello spettatore, un po’ vittima dell’intelligenza sovrumana del compagno e vero e proprio strumento per permettere al protagonista di raccontare tutto per filo e per segno senza risultare artificiosamente didascalico. Hestings non è utilizzato in maniera chissà quanto interessante, purtroppo, e alla fine è quasi relegato a menu vivente.

Di base, anche tutte le varie aggiunte al gameplay son quasi controproducenti. Con The First Cases parlavamo quasi di una visual novel, dove l’interazione del giocatore era quasi nulla e dove l’unica cosa che potevamo fare era parlare, leggere e risolvere il palazzo mentale senza possibilità di sbagliare. Qui le cose non sono così diverse, ma l’aggiunta di qualche elemento Adventure e piccoli enigmi, almeno sulla carte, rende un po’ più frizzante la formula.

Il risultato finale, però, è quello di un gioco che diluisce la sua parte migliore per farci perdere tempo in backtracking e puzzle spesso poco ispirati, e che quindi manca anche il focus principale. In ogni caso, dobbiamo ammetterlo: nonostante queste siano delle storie originali, il feeling generale è davvero quello di un buon romanzo. Di base, si è bloccati in piccole aree esplorabili che cambiano in base all’avanzamento nella trama. Qui potremo esaminare, parlare, interrogare sospetti, ma anche interagire con gli oggetti in giro. Perdersi qualcosa è difficile e, una volta impegnati in un qualsivoglia dialogo con un sospetto, non esistono scelte giuste o sbagliate che possano far virare l’esito del caso. In questo senso, il giocatore diventa quasi spettatore passivo di dialoghi e gameplay.

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Il punto più interessante è, chiaramente, quella sorta di palazzo mentale dove le ‘celluline grigie‘ di Poirot macinano possibilità, ipotesi e soluzioni. Anche qui non c’è possibilità di fare accostamenti errati, ma impilare sospetti e risposte resta comunque soddisfacente, soprattutto quando il caso è buono come quello proposto qui.

Le scenografie potevano essere più ispirate, soprattutto considerato che il gioco è ambientato in una città iconica come Londra. La villa del gioco precedente, per assurdo, ci rimase più impressa, mentre le strade e gli edifici di questa Londra son forse anche fin troppo generici.

Hercule Poirot The London Case Recensione PS5 4

Il tratteggio stesso di questo nuovo Poirot è però interessante. Il detective belga è stato portato su piccolo e grande schermo da decine di attori differenti, con David Suchet che è sicuramente diventato il suo volto più noto in assoluto. Il protagonista di questo corso videoludico ha invece un aspetto totalmente differente: il baffetto resta, ma la testa rasata e lo sguardo molto più serio hanno permesso agli sviluppatori di giocare con una figura nuova, persino a chi mastica Agatha Christie dall’alba dei tempi. Del resto questo è un giovane Poirot ancora fresco di polizia, che solo ora sta iniziando ad ottenere la fama che merita, ma alcuni suoi comportamenti classici permangono: la maniacalità, un certo buon occhio per le belle signore, il metodo o persino quel pizzico di arroganza e superiorità.

Peccato che il comparto tecnico, che puntando a uno stile più realistico (ma fallendo per messinscena) non aiuta granché queste interpretazioni. E questo vale tanto per movenze dei protagonisti principali che per la credibilità di quelli più secondari. Il taglio più ravvicinato, per assurdo, mostra ancor più limitazioni tecniche rispetto al passato.

A conti fatti, The London Case può essere considerato a malapena un videogioco investigativo nel vero senso del termine. Un po’ come il suo predecessore, ci piazza in un caso tutto da guardare e poco da giocare e, quindi, prima che possiate procedere all’acquisto dovrete considerare quanto possa interessarvi un compromesso simile. Il caso è comunque interessante e la scrittura intrattiene, e per molti fan dei gialli questo potrebbe essere davvero tutto ciò che conta. Peccato solo che ogni aggiunta ludica non sia praticamente mai migliorativa.

Hercule Poirot The London Case Recensione PS5 5
RASSEGNA PANORAMICA
Voto
7,0
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