Il CEO di Take-Two Interactive difende l’aumento dei prezzi dei giochi next-gen. “Così, esperienze complete fin dal lancio”

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L’aumento dei prezzi dei giochi next-gen su PlayStation 5 e Xbox Series X sta facendo discutere da ormai quasi tre mesi. A tal proposito è intervenuto Strauss Zelnick, CEO di Take-Two Interactive, il publisher che praticamente ha dato vita a questo fenomeno con l’annuncio dell’aumento di prezzo di NBA 2k21 su next-gen.

Zelnick ritiene infatti che l’aumento dei prezzi per i consumatori siano giustificati dalle sempre più ingenti risorse economiche richieste per lo sviluppo dei titoli Tripla A. Parliamo infatti di un incremento dei costi di sviluppo che va dal 200% fino, addirittura, al 300%. Con esso, sono cresciuti anche il valore, le dimensioni e la qualità stessa dei giochi che, su next-gen, andrà ben oltre la mera grafica. Proprio per questo, dunque, il CEO di Take-Two non si pente dell’aumento di prezzo di NBA 2K21, e afferma che inoltre i giochi saranno completi sin da subito senza la necessità di dover spendere ulteriori soldi per microtransazioni.

“Distribuiamo giochi che sono molto, molto più grandi a 60 o 70 dollari di quelli che distribuivamo a 60 dollari dieci anni fa. La possibilità di spendere soldi online è poi completamente opzionale, non sono giochi free-to-play. Si tratta di esperienze complete e incredibilmente sostanziose anche senza spendere nemmeno un penny dopo l’acquisto iniziale”, afferma Zelnick.

Insomma, Zelnick non ha effettivamente tutti i torti e ha posto delle argomentazioni decisamente condivisibili e diversi giochi stanno iniziando ad adottare questa pratica; come ad esempio Call of Duty: Black Ops – Cold War, disponibile in versione Standard e Cross-Gen.

D’altronde, anche diversi altri esponenti dell’industria ritengono sensato il leggero aumento di prezzo dei videogiochi. Ad esempio, l Game Director di God of War, Cory Barlog, ritiene che sia più indolore spendere dieci euro in più al lancio piuttosto che comprare giochi monchi su cui andranno poi investiti soldi in microtransazioni.

Di un avviso un po’ più neutrale è invece Phil Spencer, capo della divisione Xbox, il quale ritiene che saranno i giocatori a decidere indirettamente il prezzo giusto dei titoli. Dunque, se essi lo riterranno consono, spenderanno quella cifra per i Tripla A. Ubisoft, d’altro canto, ha colto la palla al balzo e ha confermato che, almeno nel breve periodo, i propri giochi su next-gen non avranno un aumento di prezzo.

Fonte: The Verge