iPhone supera Android negli USA. Oltre il 50% degli smartphone sono marchiati Apple

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Secondo i dati condivisi da Counterpoint Research, Apple è riuscita nell’impressionante traguardo di superare Android per diffusione di Smartphone negli Stati Uniti. Più di metà della popolazione USA che possiede uno smartphone, infatti, ha un Apple iPhone, e ciò impressiona dal momento che ci troviamo in un periodo economico che definire incerto è riduttivo, dove l’inflazione sta toccando vette record. Si tratta della quota più alta dal 2007, data in cui venne lanciato il primo iPhone, e ciò farà sicuramente piacere a una Apple che ora si appresta a introdurre iPhone 14, il primo melafonino sprovvisto di Notch.

Il trend non è nato da un momento all’alto ma è stato graduale. L’inizio della crescita di clienti Apple è partita dal 2018, data che coinciderebbe con l’assenza di cambiamenti significativi da parte di Android. Ad affermare ciò, quantomeno, è Jeff Fieldhack, direttore di ricerca della Counterpoint Research. I dati presi in esame si basano sulla “base installata attiva“, vale a dire su coloro che usano attivamente gli smartphone. Si tratta di un’espressione utilizzata spesso anche dal CFO di Apple, Luca Maestri, durante i resoconti finanziari della compagnia.

“I sistemi operativi sono come le religioni, senza cambiamenti significativi. Negli ultimi quattro anni, però, c’è stato un flusso costante da Android a iOS. È una pietra miliare che potremmo rivedere anche in altri paesi ricchi sparsi nel globo”, spiega Jeff Fieldhack.

Si tratterebbe dunque di un trend che finirà con l’espandersi anche in altre zone. Come già spiegato, un risultato notevole per una compagnia che basa il suo mercato su pochi device dal costo Premium. È infatti impressionante constatare come Apple, con pochi modelli, riesca a contrastare un’offerta come quella Android che permette un’enorme libertà di scelta tra molteplici dispositivi Samsung, Google, Motorola, Xiaomi, Oppo e così via.

Nel frattempo, Apple sta valutando l’inserimento di pubblicità nei propri device.

Fonte: Financial Times