Coi Pokèmon ci siamo cresciuti. Anzi, in un certo senso, sono loro ad aver cresciuto noi: con valori come l’amicizia, la fratellanza, la pura competizione. È quindi strano, dopo tutto questo tempo, ritrovarsi straniti di fronte a un nuovo videogioco come fosse la nostra prima volta. La saga videoludica di Pokémon ha sicuramente avuto alti e bassi, ma non si è mai allontanata troppo dalla strada tracciata. Del resto, solo qualche mese fa abbiamo goduto del grandissimo ritorno di un grande classico, Diamante e Perla, con degli scintillanti remake. Leggende Pokémon Arceus è una ventata di forte novità in un contesto sempre segnato
dalla familiarità. Dopo decenni, le cose si fanno in maniera diversa. E forse era anche ora.
La prima cosa che salta all’occhio è come questo seguito voglia spingere l’acceleratore sull’esplorazione più libera e spensierata. All’infuori di qualche classica barriera architettonica e alcuni limiti imposti dalle missioni in corso, c’è sempre la possibilità di andare dove si vuole, e completamente in tre dimensioni. Che siano vastissime pianure, campi allagati o ripide montagne, è la fantasia l’unico limite che possiamo imporci. Nonostante alcuni iniziali paragoni con Zelda Breath of the Wild possano sembrare effettivamente esagerati, parliamo comunque del capitolo di Pokémon più libero in assoluto. E se non è la veste grafica a
far sembrare il tutto un’evoluzione – su questo, ci torneremo – la fantomatica ‘nuova generazione’ ha comunque il timbro del viaggio senza limiti.
Questa rinnovata prospettiva non solo aumenta a dismisura la libertà decisionale del giocatore – che, per dire, può ritrovarsi suo malgrado in zone fin troppo pericolose per il livello attuale, se non si dà un freno – ma anche il modo di interfacciarsi con la fauna e flora circostante. Gli animaletti tascabili popolano le terre circostanti in tempo reali, che sia in branchi o in veste di lupi solitari, e per la prima volta non saremo per forza costretti a ingaggiarli in battaglia per portarli dalla nostra parte. Oltre ai Pokémon già catturati, anche il protagonista in sé (un misterioso ragazzo catapultato a Hisui, una Sinnoh del passato) può trovarsi al centro della scena. Delle nuove meccaniche di schivate e di approccio stealth possono infatti permetterci di concludere interi scontri senza neanche mai farli iniziare. Accucciarsi nell’erba e lanciare una Pokéball a un Pokémon distratto significa cattura automatica – almeno per i più docili – ed è così che il ritmo ne guadagna tantissimo.
‘Ritmo‘ è proprio la parola chiave di Leggende Pokémon Arceus che, grazie a decine di incarichi da portare a termine (anche in contemporanea) e alla possibilità di spostarsi da uno scontro all’altro nel giro di pochi secondi, non concede neanche un attimo di sola noia. Lo scopo principale, quello di completare il Pokédex e studiare a fondo ogni creatura dell’area selvaggia, si rivela molto più piacevole di quanto inizialmente preventivato. E, nel giro di poche ore, ciò che poteva sembrare una semplice lista di obiettivi da completare si trasforma in una ricerca a perdifiato di quel Pokémon mancante, di quella tecnica che non abbiamo mai visto, o degli ultimi mostriciattoli da completare per ricevere l’ennesimo premio. Leggende Pokémon Arceus fa quindi un salto in avanti e si accosta a un’esperienza JRPG più classica, con HUB centrali, missioni secondarie vere e proprie, tabelle degli incarichi e così via.
A lungo andare, gli alleati domeranno sempre più zone selvagge costruendoci degli accampamenti sicuri. Così facendo, l’intera regione cadrà sempre più sotto il nostro controllo, ed esplorare oltre quegli orizzonti mai raggiunti diventa più semplice. Questo anche grazie all’ausilio di veri e propri Pokémon cavalcabili a terra, in mare e in aria, e a un sistema di crafting che ci permetterà di creare al volo strumenti di difesa e offesa da utilizzare poco dopo sul campo. Se, di base, non possiamo parlare di un gioco chissà quanto vario – del resto sono del tutto spariti gli obiettivi storici, come sconfiggere allenatori sempre più forti per poi conquistare le palestre adibite – le cose da fare e gli incarichi opzionali da completare sono così ‘mordi e fuggi’ che non si ha mai l’impressione di stare completamente fermi. Ovviamente, la nuova idea alla base deve piacere: si è dei ricercatori, non degli allenatori, e il traguardo è la pura e semplice conoscenza, non un podio con medaglia.
In verità, questo suo cambio di direzione è forse la sua più grande arma a doppio taglio, e sicuramente l’aspetto che più finirà per dividere i fan amanti della formula classica da chi era finalmente pronto a provare qualcosa di nuovo. Il cambio esplorativo, di ritmi e di obiettivi potrebbe stranire più di un appassionato, e non siamo neanche sicuri che Nintendo e Pokémon Company non cercheranno un compromesso tra vecchio e nuovo nei capitoli successivi, magari reinserendo feature classiche e unendole a quanto di nuovo apportato da Leggende Pokèmon Arceus. L’avventura in singolo di Arceus è così radicata, per dire, che il gioco non presenta neanche alcun tipo di modalità online, cooperativa o competitiva che sia. I combattimenti Pokémon contro Pokémon, d’altro canto, son rimasti pressoché identici.
Durante la battaglia potremo spostare l’allenatore liberamente per decidere da che angolazione guardare lo spettacolo, ma resta una feature prevalentemente estetica. Il gioco è ancora un jrpg a turni fissi (anche se, stavolta, gli stessi turni possono mutare dopo azioni precise in campo) dove mostriciattoli di grandezze ed elementi diversi se le suonano di santa ragione per la supremazia finale. È ancora presente la condivisione dell’esperienza con tutti i Pokémon in squadra – aiutata ulteriormente, stavolta, dal fatto che si sale di livello con ogni tipo di azione nell’open world, non solo nella battaglia – ma il pericolo dell’overleveling è comunque in parte scongiurato. Nonostante non sia mai stato così veloce potenziare il proprio team, il numeretto del livello in sé sembra aver perso un po’ di importanza per strada.
Per carità, ritrovarsi 50 livelli oltre il proprio nemico significa vittoria assicurata, e ci mancherebbe altro, ma a questo giro gli sviluppatori hanno posto l’accento maggiormente sulle resistenze e debolezze dei singoli Pokémon, piuttosto che sulle statistiche nude e crude. Questo significa che, con una buona strategia, è possibile avere la meglio anche su nemici più forti di noi sulla carta, ed è sicuramente un cambio di direzione apprezzabile. In qualche caso più raro, sarà invece l’allenatore stesso a combattere contro i fantomatici ‘boss di fine livello‘.
Questa è forse l’introduzione più sorprendente di tutte: nonostante un po’ grezza ai bordi, la possibilità di combattere Pokémon schivando in prima persona e lanciando armi tranquillanti al loro capezzale è sicuramente un cambio di registro gradito. Col passare degli scontri, questi combattimenti in tempo reale diventano anche più interessanti e scenografici, segno di una software house che ha preso dimestichezza con questa novità col passare del tempo. Ancora, è sintomo che dovremmo aspettarci tante grandi cose in un eventuale capitolo futuro, e che questo Leggende Pokémon Arceus – più che aspirare alla grandezza in generale – sia servito per fornire all’infrastruttura una solidissima base di partenza.
Un’infrastruttura che, in futuro, speriamo finirà per appoggiarsi a un motore grafico più degno di questo nome. Nintendo Switch non è certo il non-plus-ultra dell’hardware all’ultimo grido, ma a inizio generazione abbiamo visto girarci su dei giochi granitici non solo sotto l’aspetto del gameplay, ma anche per quanto riguarda quello grafico. Leggende Pokémon Arceus non è un gioco brutto da vedere in senso assoluto, come magari qualcuno ha voluto far credere esagerandone ogni minimo difetto, ma non è neanche al passo con le produzioni medie che siamo abituati a vedere sulla console ibrida di Nintendo. Se ci si sofferma su personaggi, animazioni o interni, in realtà, siamo di fronte a un primo impatto cartoon di tutto rispetto: le cose cambiano un bel po’ quando ci si sposta nei luoghi aperti, dove pop up e texture in bassa risoluzione la fanno da padrone.
Nonostante tutto, mai riusciremmo a definirlo ‘brutto‘ nel vero senso del termine. Quantomeno, è funzionale a ciò che sono i suoi obiettivi, ovvero anche e soprattutto delle performance stabili.
Come dicevamo, Leggende Pokémon Arceus non è certamente un capolavoro, ma sicuramente un’ottima base su cui costruire i capitoli futuri. Tante buone idee formano un pacchetto magari un po’ grezzo, soprattutto sotto il profilo tecnico, ma che finalmente fa inspirare aria di innovazione e rinnovamento. Da premiare, a prescindere, c’è già solo il coraggio e una palese volontà di muovere dei primi passi in avanti dopo un decennio oggettivamente stantio. Più che consigliato, anche al netto di numerose feature più acerbe di altre.