Sale LAN chiuse, l’ADM chiarisce: sequestri solo nelle attività “prive di ogni forma di autorizzazione”

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L’ADM, ossia l’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli, ha risposto in merito al caso del LANGate, ossia la chiusura forzata delle Sale Lan che ha coinvolto l’eSport Palace e tutte quelle aziende che, appunto, fornivano sale LAN adibite al gaming e non solo. Secondo quanto affermato dall’Agenzia, sarebbero state chiuse solo quelle sale che non presentavano alcun tipo di autorizzazione.

L’Agenzia ha infatti chiarito, in un comunicato ufficiale, come i controlli si sarebbero svolti su solo quattro attività. Di queste quattro, una è stata ritenuta legittima e di fatto può continuare a operare, in quanto, riporta AGIMEG, l’operatore ha esibito la documentazione amministrativa riconosciuta come corretta per il corretto mantenimento dell’attività.

Come riporta AGIMEG, infatti: “In uno dei 4 casi sottoposti a controllo, l’operatore commerciale ha esibito e messo a disposizione degli ispettori, la documentazione amministrativa attualmente riconosciuta corretta per l’esercizio dell’attività di gioco nella sala LAN. Ciò ha permesso alla Direzione Giochi, di riconoscere la legittimità dell’attività posta in essere dal soggetto privato e, pertanto, di concludere l’ispezione amministrativa senza alcun rilievo né contabile né amministrativo”.

L’esercizio commerciale in questione può dunque operare in tutta tranquillità. Tali controlli sono stati svolti con lo scopo di assicurarsi che le sale LAN mettano a disposizione apparecchiature legali e autorizzate.

Gli altri casi sarebbero invece profondamente diversi, poiché i titolari non avrebbero posseduto alcuna forma di autorizzazione, licenza, concessione non costitutiva, permesso o nulla osta per le apparecchiature utilizzate. Ciò avrebbe spinto l’ADM a sequestrare tali apparecchiature, basandosi sulla legge 689/81.

L’ADM ha poi aggiunto che in uno di questi tre casi l’operatore in persona avrebbe riportato che sui propri apparecchi venivano installati videogiochi privi di certificazione. Come riportato dai redattori di AGIMEG: “in uno di questi tre casi, lo stesso operatore, all’atto della presentazione della segnalazione certificata d’inizio attività all’Ente comunale, dichiarava di installare videogiochi che, tuttavia, erano completamente privi di certificazione e titoli autorizzatori”.

L’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli ha poi concluso le varie fiere tematiche, manifestazioni del settore e le sessioni di gioco nelle sale LAN, non sono assolutamente vietate. L’importante, ribadisce l’ADM, è che devono rispettare la legge. Da questa storia non se ne uscirà molto presto, temiamo.

Nel frattempo, è intervenuto anche il CONI in persona. L’avvocato Stefano Sbordoni si è infatti esposto sulla questione, spiegando che tutto ciò è nato da un profondo equivoco dettato dalla poca conoscenza del settore. Nel dibattito sono intervenuti anche esponenti della politica che hanno invocato una interrogazione da presentare in tempi brevi al governo nazionale.

Vi ricordiamo inoltre che Alessio e Cristiano Cicolari, di eSPort Palace (la prima struttura colpita dai nuovi provvedimenti), hanno lanciato un appello per cercare un po’ di chiarezza in questa situazione che è ai limiti del paradossale. Ed ancora più paradossale è il comportamento di Sergio Milesi, titolare di LED S.r.l., che starebbe valutando di entrare nel mercato.

Fonte: AGIMEG