Sale LAN chiuse: parla Stefano Sbordoni, consulente eSport per il CONI

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Una pagina nera per la storia degli eSport in Italia. Mentre nel resto d’Europa – con l’esempio recentissimo della Francia – si investe in un settore in forte crescita, sotto le Alpi basta un esposto all’Agenzia Dogane e Monopoli per porre il freno a tutte le Sale LAN del paese. Gli esercenti di queste attività hanno visto apporre sigilli alle loro attrezzature mentre le autorità non hanno lesinato sanzioni e multe. Nel dibattito sono intervenuti anche esponenti della politica che hanno invocato una interrogazione da presentare in tempi brevi al governo nazionale.

Adesso, nel dibattito, interviene anche l’avvocato Stefano Sbordoni, consulente eSport per conto del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Il legale è stato raggiunto dai redattori di AgiMeg. Riportiamo qui alcuni degli stralci più interessanti dell’intervista. In fondo all’articolo, come sempre, il link per recuperare la versione integrale della stessa.

“Sulla questione del sequestro degli apparecchi e delle sale legate anche agli eSports, sono rimasto abbastanza esterrefatto, visto che secondo me c’è un grande equivoco di fondo, dettato dalla poca conoscenza del settore. Quando ci si avvicina a qualcosa di altamente tecnologico, bisogna studiare e capire molto bene di che cosa si sta trattando. Confondere un’attività sportiva con un’attività di gioco con vincita in denaro mi sembra abbastanza border line. Naturalmente bisognerà vedere i verbali dei sequestri, per verificare che non ci sia stato qualche abuso da parte dei gestori delle sale.” Questa la dichiarazione dell’avvocato Sbordoni.

Lo stesso legale ha poi aggiunto: “cedo che anche chi ha denunciato queste attività come concorrenza alla propria, debba ulteriormente approfondire la questione. La normativa sugli eventi eSports, inclusi i luoghi di svolgimento, sulla quale mi sono espresso più volte anche pubblicamente, è infatti carente ma torno a ribadire che tali attività niente hanno a che vedere con il gioco d’azzardo”.

Su quest’ultimo punto – la non accomunabilità tra videogiochi e software per il gioco d’azzardo – si è espresso anche Alessio Cicolari, titolare di eSport Palace (la prima struttura colpita dai nuovi provvedimenti). Cicolari ha lanciato un suo personalissimo appello perché venga finalmente fatta chiarezza sulla questione.

Intanto, Sergio Milesi, titolare di LED S.r.l. (autore dell’esposto presentato ad ADM), ha anche ipotizzato un suo ingresso nel mercato. Dopo avere presentato l’esposto che ha dato vita a questo tsunami, lo stesso Milesi ha presentato anche una interrogazione per chiarire quali sarebbero le conseguenze legali nel caso in cui anch’esso si impegnasse nell’attività.

Fonte: AgiMeg