Sale LAN: l’imprenditore che rischia di farle chiudere ora vuole aprirne una sua

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Le ultime ore sono animate dal dibattito nato a causa di un esposto presentato all’Agenzia Dogane e Monopoli che rischia di far chiudere tutte le Sale LAN d’Italia. L’imprenditore si chiama Sergio Milesi e la prima vittima della macchina burocratica da lui messa in moto è l’eSport Palace di Bergamo.

L’esposto, lo ricorderete, si basa sull’assunto che Sale LAN e simili luoghi di aggregazione, sarebbero sprovvisti delle licenze necessarie concesse dalle società produttrici dei video game in uso per poter lucrare su di essi. Secondo Milesi, le sale LAN come le conosciamo, sarebbero praticamente ‘colpevoli’ di operare senza le necessarie autorizzazioni, lontane dai serrati controlli cui invece sono sottoposte le sale VLT – settore nel quale Milesi opera – e, quindi, non in regola con le norme vigenti. Ora, quello stesso imprenditore, dopo avere ottenuto di far chiudere l’area gaming di eSport Palace, potrebbe star pensando di avviare una attività del tutto simile.

La notizia giunge attraverso il portale AGIMEG (Agenzia Giornalistica Mercato del Gioco) che, dopo aver pubblicato l’esposto di Milesi in versione integrale, ne pubblica anche l’interpello (un particolare documento col quale si richiedono chiarimenti alle autorità di vigilanza). Nel documento, presentato successivamente all’esposto, Milesi prefigura la possibilità di introdurre nei propri esercizi commerciali anche console casalinghe e PC da gaming e di metterli a disposizione con modalità identiche a quelle già in essere nelle attuali sale LAN. Non solo, sempre nello stesso documenti, Milesi afferma di ritenere che per tali le apparecchiature non vadano richiesti i nulla osta per la messa in esercizio non rientrando tra le tipologie individuate dall’art. 110 comma 7 del TULPS.

Se non fosse chiaro, l’imprenditore sta chiedendo di fare la stessa cosa che facevano le Sale LAN al momento della presentazione del suo esposto. Esposto col quale definiva tali pratiche “scorrette“.

Fonte: AGIMEG