La scarsità di semiconduttori è un problema ormai noto a tutti. I componenti sono infatti di primaria importanza nella produzione di microprocessori. Questo fatto ha avuto un effetto molto significativo nelle catene di produzione di prodotti tecnologici. Tra queste abbiamo, per esempio, PlayStation 5. La console next-gen di Sony risulta quasi introvabile, proprio perché l’azienda non riesce a star dietro all’altissima domanda. Hiroki Totoki, CFO di Sony, aveva persino ipotizzato di cambiare il design di PS5 per ovviare a questo problema.
Anche altre aziende hanno dichiarato di aver difficoltà nella produzione dei propri prodotti. È il caso di AMD e Nvidia, le quali hanno affermato che la carenza di chip grafici durerà per tutto il 2021. Si calcola, infatti, che la domanda di chip grafici sia del 30% superiore a quanto ora possono offrire AMD e NVIDIA. Persino la stessa TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Company) aveva affermato che i chip prodotti dalla compagnia potrebbero subire un incremento di prezzo entro la fine del 2021. Il problema è così grave, che ha portato il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, a interessarsi della scarsità di semiconduttori.
Ma perché risulta così difficile procurarsi questo componente? La causa principale è da ricercarsi nell’altissima domanda generata anche a causa della pandemia da coronavirus. Diverse aziende, infatti, hanno dovuto far lavorare i propri dipendenti da casa, generando un aumento nelle vendite di PC e smartphone. Nel campo della telefonia, per esempio, il nuovo iPhone 12 Pro era arrivato ad avere 3 settimane di attesa poco dopo la sua uscita. A questo si è aggiunta anche la necessità, da parte delle persone, di trovare altre forme di intrattenimento, come appunto le console da gaming.
La scarsità dei semiconduttori potrebbe anche far aumentare il prezzo dei prodotti, diretta conseguenza di quanto annunciato da TSMC. Xiaomi, a tal proposito, aveva avvertito che avrebbe potuto far ricadere sui consumatori il costo legato alla scarsità di chip. Per Glenn O’Donnell, direttore della ricerca presso Forrester, questo fatto avrà un impatto anche sui prodotti di tutti i giorni utilizzate dalle famiglie. O’Donnell aveva detto al portale ZDNet che: “Vedremo molti consumatori di elettrodomestici, PC e giocattoli che avranno un simile problema“.
Alcuni report suggeriscono che i produttori di elettrodomestici stanno riscontrando delle difficoltà nel soddisfare la domanda. Electrolux, per esempio, aveva detto che la propria catena di produzione risultava essere sotto pressione in diverse aree, non riuscendo a garantire la disponibilità di alcuni prodotti. La compagnia ha altresì affermato che la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare nel corso dei prossimi mesi. O’Donnell fa l’esempio anche di prodotti smart per la casa, come i videocitofoni, che potrebbero subire la stessa sorte.
E gli effetti della scarsità di semiconduttori non si fermano qui. Sempre secondo Glenn O’Donnell, questo problema potrebbe mettere a repentaglio l’intero sistema economico. Egli ha infatti detto che: “C’è potenzialmente un effetto secondario, e lo stiamo studiando adesso. Per esempio, l’agricoltura è diventata high-tech. Se un agricoltore non riesce ad avere la nuova macchina per il latte a causa della carenza di chip, allora i suoi costi aumentano. Questo potrebbe andare a influire sul prezzo del latte. Potrebbe sembrare forzato, ma credo che un simile impatto economico secondario sia plausibile“.
O’Donnell poi conclude affermando che la catena di produzione dei chip potrebbe rimanere sotto pressione per altri due anni. Certo, le aziende stanno cercando di aumentare la propria capacità di produzione, come nel caso di Intel che costruirà due nuove fabbriche di chip di Arizona. Ma questi sono processi che richiedono un po’ di tempo per essere realizzati. Per Daniel Goncalves, ricercatore manager per l’Europa Occidentale presso IDC (International Data Corporation), la fornitura di chip migliorerà solo nel momento in cui la domanda inizierà a diminuire.
Intervistato sempre dal portale ZDNet, Goncalves ha dichiarato: “I vincoli di scorte sono molto più dettati dalla domanda che dalla disponibilità in sé. Fornire componenti non è il problema. Il problema è che la domanda è molto più forte di quello che era, quindi la catena di produzione è molto più lenta di quello che dovrebbe essere. È per questo che è difficile prevedere quando tutto questo finirà“.
Una situazione, dunque, con la quale dovremo convivere ancora per molto. Secondo IDC, per quanto riguarda i PC dovremo aspettarci che la carenza continuerà per tutto il 2021, fino a quando la domanda diminuirà nel 2022 e la produzione riuscirà a tenere il passo. Alan Priestley, vice presidente alla ricerca di Gartner, ha fornito qualche consiglio utile sempre sul portale ZDNet. Egli ha dichiarato: “I consumatori dovranno prepararti ad accettare prodotti e versioni di prodotti diversi, o aspettare di ricevere il suddetto prodotto”.
“Pianificate in anticipo, non aspettatevi di riuscire a comprare o prenotare qualcosa e riuscire ad averlo subito. Cercate per fornitori alternativi e prodotti, preparatevi a prendere prodotti con specifiche inferiori o superiori se quello che cercare non è disponibile“, conclude.
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Fonte: ZDNet