South Park: Il Bastone della Verità – la recensione!

Squillino le trombe, rullino i tamburi… South Park: Il Bastone della Verità è finalmente giunto tra noi. Dopo il rovinoso crollo di THQ, Ubisoft salvò il lavoro di Obsidian, così oggi tutti i giocatori fan del noto e irriverente cartoon potranno finalmente godersi il gioco su PC e console (PS3 e Xbox 360). La domanda (mi pare già di sentirvi) è quella classica: è bello? È un capolavoro? Piano, ragazzi. Prima un paio di doverose premesse: personalmente, apprezzo molto South Park ma non mi definirei un fan della serie, il che significa che non è stato difficile, per me, andare a scandagliare l’impianto del gameplay a prescindere dallo humour di Cartman e soci. Seconda premessa: il gioco ha subito, come forse saprete, una censura non drammatica ma piuttosto fastidiosa, qui in Europa. Due scene con tanto di sezioni interattive (sonda rettale e aborto) sono state rimosse dalle versioni console del gioco, quindi se ciò vi sembra intollerabile, dirigetevi verso l’edizione PC. Ultima premessa, ma che forse è la più importante delle tre: il gioco è solo tradotto a livello di testi a schermo, ma non localizzato con i doppiatori del cartone animato. Piano.

Il Bastone della Verità è un GdR old school, decisamente per hardcore gamer: lungo, complesso, tosto.

Come dite? Che è meglio così perché in lingua originale è migliore? Non concordo affatto. Certo, questo è vero, ma l’ideale sarebbe stato poter scegliere la traccia audio. Il gioco è infatti molto complesso e pieno di dialoghi in stretto slang, pronunciati molto velocemente da voci bizzarre (avete presente, no?). Mentre leggerete i testi tradotti, troppo piccoli e fitti, tenderete a perdere parti delle scene o a godervele di meno, inoltre l’effetto comico sarà decisamente smorzato per tutti i non anglofili (e lo ripeto: il livello richiesto è molto alto). Capisco che una localizzazione sarebbe stata costosa, ma l’impressione è che Ubisoft non abbia creduto poi molto in questo titolo.
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Le quest si intessono con la vita quotidiana del paese e con il rapporto, spesso tormentato, con gli adulti.

Il che ci porta all’analisi del tipo di gioco. Il Bastone della Verità è un GdR old school, decisamente per hardcore gamer: lungo, complesso, tosto (ci son o però tre livelli di difficoltà) e fedele agli stilemi del role playing game fantasy in stile D&D/Tolkien, ovviamente in versione pesantemente parodiata. Mentre vagherete per le vie di South Park e per altri luoghi decisamente più bizzarri (vi basta un UFO?) al suono di epiche musiche che sembrano strappate a forza da Braveheart, vi renderete conto che, ancora una volta, Obsidian si è confermata nel ruolo, a tratti scomodo, di guardiano zelante del true RPG, con tanto di turni, classi classiche e infinite sub quest da intraprendere. In questo schema, non poteva mancare la creazione del personaggio, che però si rivela più semplice e spartana del previsto, con un editor grafico del bambino nuovo arrivato (il vostro alter ego), la scelta del suo nome (che Cartman renderà piuttosto inutile con una gag spassosa!) e quella della classe di personaggio: guerriero, mago, ladro e… ebreo. Ehi, è South Park! Ve l’eravate forse dimenticato?!?
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Fate conto di avere una fiamma viva davanti e di vedere il nemico subito dietro di essa… lanciando un peto tonante, potrete farlo flambé e levarvelo di torno.

L’opera è un meta-gioco di ruolo: siamo dei bambini che vivono un gioco di ruolo dal vivo a South Park, mettendo in scena la guerra tra umani ed elfi per il possesso e il controllo del “bastone della verità”, la chiave per il dominio dell’universo. Le stesse quest, pertanto, si intessono con la vita quotidiana del paese e con il rapporto, spesso tormentato, con gli adulti. Non mancano ovviamente le escursioni sopra le righe e nel nonsense più totale, come quando per conto del prete cercherete Gesù, che si nasconde fisicamente nei luoghi più improbabili ma che, una volta trovato, sarà pronto ad aiutarvi in combattimento una volta al giorno comportandosi da micidiale summon che, scesa a terra con tanto di occhiali da sole e mitra, sterminerà tutti i nemici in un sol colpo!

I venti delle vostre interiora hanno un ruolo centrale in South Park: Il Bastone della Verità, costituendo nientemeno che il sistema di magia del mondo di gioco.

Il che ci porta ai combattimenti, che come in ogni buon gioco di ruolo, rappresentano una delle porzioni più rilevanti e delicate della ricetta di gioco. Lo stile adottato è quello a turni con un contemperamento action rappresentato da colpi e contromosse da eseguire con il corretto timing, proprio come avviene in Paper Mario. A differenza del capolavoro di Intelligent Systems, però, il sistema messo su da Obsidian fa un po’ acqua: se la parte prettamente tattica a turni è impeccabile (davvero infinite le opzioni tra armi da mischia e da tiro, incantesimi e poteri, oggetti e pozioni), anche nel bilanciamento, non si può dire lo stesso degli interventi a tempo, che risultano caotici e non così intuitivi, provocando a tratti frustrazione e fastidio. Niente di drammatico, sia ben chiaro, ma comunque un’incrinatura in un qualcosa di molto ricco e ben confezionato. Peccato!
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Compensa però questa pecca il sistema dei danni ambientali, che può essere usato per sfoltire i nemici prima di una battaglia o, a volte, anche per vincerla senza neppure iniziarla. Si tratta in pratica di esaminare la locazione di gioco contenente i nemici prima di andare a far scattare lo scontro toccandoli per individuare azioni che possono far fuori qualche brutto ceffo. Un esempio? Fate conto di avere una fiamma viva davanti e di vedere il nemico subito dietro di essa… lanciando un peto tonante, potrete farlo flambé e levarvelo di torno. Facile ed estremamente soddisfacente! Il mio esempio, del resto, non è casuale, poiché i venti delle vostre interiora hanno un ruolo centrale in South Park: Il Bastone della Verità, costituendo nientemeno che il sistema di magia del mondo di gioco. Per usarli, dovrete accumulare mana, ma attenzione a non sovraccaricare la barra… potreste farvela nelle mutande con conseguenti malus in battaglia. Siamo pur sempre in un GdR!
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Non mancano ovviamente le escursioni sopra le righe e nel nonsense più totale, come quando per conto del prete cercherete Gesù.

Anche tutti gli altri elementi del genere non mancano: segreti da scoprire, livelli di esperienza con potenziamento del personaggio, party di supporto (che include Kenny nel ruolo della bionda principessa seducente!) e poteri speciali, sempre molto folkloristici, da richiamare limitatamente grazie ai PP, punti potenza.
Alla fine dei conti, South Park: Il Bastone della Verità non è una sorpresa né una delusione, ma esattamente il gioco che mi aspettavo. Imperdibile per i fan sfegatati della serie (a patto di essere veri giocatori, poiché non è affatto un titolo friendly e accessibile per chiunque), bello ma discutibile per gli altri. Un GdR molto conservatore (ma molto, eh) che ripropone ancora una volta il dibattito intorno a Obsidian, la vice per eccellenza di developer maggiori, trattata da alcuni come una seconda scelta, ma da altri addirittura come un upgrade. Star Wars: Knights of the Old Republic II, Neverwinter Nights 2, Fallout: New Vegas… sequel nei quali una sola cosa era certa: la presenza dietro al timone di un team più realista del Re. O come Alpha Protocol, il tentativo (in parte) fallito compiuto con SEGA di recidere il cordone ombelicale con BioWare.
South Park: Il Bastone della Verità è ai miei occhi un altro traguardo raggiunto ma col fiatone, o se preferite una vittoria a metà. Una cosa è certa, però: con questo setting e questa trama, lo status di cult game è suo di diritto.