Tearaway

Ogni mondo ha il suo eroe e ogni eroe il suo aiutante. Non crederete ai vostri occhi quando scoprirete che la spalla di Iota e Atoi, beniamini della nuova appassionante avventura targata Media Molecule, sarete voi. Sì, proprio voi videogiocatori! Tearaway si è proposto fin dalle sue primissime apparizioni come il vero erede della filosofia di Media Molecule, giovane software house di Guilford, creatrice della tanto acclamata serie Little Big Planet: per questi ragazzi, il videogioco non è un semplice mezzo destinato all’intrattenimento, ma è un vero e proprio strumento interattivo per liberare la creatività. Non serve una grande storia quando ci sono le idee giuste, e infatti la trama di Tearaway racconta le avventure di una lettera, una di quelle scritte a mano, che prende vita nelle vesti di un eroe di carta: Iota, se pensiamo che la missiva sia maschio; Atoi, se invece crediamo sia femmina.

L’elemento chiave di Tearaway è un’interattività costruita a livello narrativo sulla trama e a livello di gioco sulle caratteristiche funzionali della PS Vita.

C’è qualcosa di molto importante che gli abitanti del paperworld vogliono dire e, a Iota o Atoi, è lasciato il compito di recapitare questo messaggio al videogiocatore. Nel lungo e tortuoso viaggio che attende i nostri eroi, molti ostacoli cercheranno di rallentarli e noi avremo il duplice compito di guidarne le gesta e, all’occorrenza, intervenire direttamente nell’avventura con dita, voce, foto e quant’altro escogitato da Media Molecule. Mai nessun gioco prima di Tearaway era riuscito e sfruttare in modo così completo tutte le feature messe a disposizione dalla PS Vita.
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Ci voleva una buona dose di creatività sia dal punto di vista del level design che da quello del gameplay e, come era già successo per i due Little Big Planet, i ragazzi di Media Molecule non hanno deluso le aspettative. Probabilmente è ancora presto per parlare, ma le premesse mostrate in tutti questi mesi sono quelle giuste.

Il microfono permetterà di interagire verbalmente con i personaggi del gioco, e così, tra un puzzle e l’altro, potremmo insegnare ai nostri piccoli amici di carta a gridare o a cantare.

Il level design di Tearaway è assolutamente unico nel suo genere. In un mondo in cui il processo di digitalizzazione dei documenti ha ormai completato il suo ciclo, questa avventura ci propone una realtà fatta interamente di carta, dove ogni abitante, ogni pianta e ogni elemento del paesaggio sono frutto dell’antica arte del papercrafting. L’impronta stilistica di Media Molecule emerge qui in tutta la sua originalità: il valore di questo elemento di design infatti non è esclusivamente visivo ma va a incidere profondamente sia sulla struttura dei livelli sia sul gameplay. L’elemento chiave di Tearaway è infatti un’interattività costruita a livello narrativo sulla trama e a livello di gioco sulle caratteristiche funzionali della PS Vita.
Per quanto abbiamo potuto vedere sono diverse le meccaniche di gioco che riescono a sfruttare in maniera perfettamente integrata e naturale il touchpad presente sul retro della console portatile targata Sony: in alcuni casi il giocatore dovrà fare un leggero tap per permettere a Iota di effettuare grandi salti su trampolini elastici, altre volte invece bisognerà fare una leggera pressione sul touch e rompere il fondo “di carta” della console per spazzare via tutti i nemici o muovere elementi ambientali grazie alle nostre enormi dita. Un uso più classico, e legato a gesture tradizionali, è quello relativo al monitor touch frontale che permette di spingere bottoni, abbassare o alzare leve, spostare oggetti presenti nell’ambiente di gioco e molto altro.
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Le novità introdotte, però, non si limitano a questo, e lo svolgimento della trama prevede anche l’utilizzo della fotocamera, in un modo concettualmente simile a quello visto già in precedenza nei Little Big Planet.
Ci verrà richiesto infatti di trovare nuove trame per gli abitanti di carta di Sogport fotografando oggetti del mondo reale ed estraendone le texture. Il microfono, infine, permetterà di interagire verbalmente con i personaggi del gioco, e così, tra un puzzle e l’altro, potremmo insegnare ai nostri piccoli amici di carta a gridare o a cantare. Ogni interazione del giocatore con la console PS Vita  avrà infatti dirette ripercussioni sul mondo di gioco.

Sarebbe riduttivo descrivere Tearaway limitandone le caratteristiche a un unico genere, anche per coloro i quali non hanno ancora potuto provarlo. Il piccolo gioiello di Media Molecule sembra essere capace di mescolare in un equilibrio perfetto elementi tipici dei platform 3D, come i puzzle ambientali, ed elementi legati agli adventure game come la libertà di esplorazione e gli enigmi da risolvere. Manca ormai meno di un mese all’uscita e non vediamo l’ora di poter mettere le mani sulla versione definitiva per scoprire se questo sia effettivamente il primo passo verso il crollo definitivo della quarta parete, il muro immaginario che separa il mondo del giocatore dal mondo di gioco.