The Technomancer – la recensione

E3 2016 si è concluso da pochi giorni e come ogni anno si è rivelato una ventina interessante per i giochi di prossima uscita. Alcuni hanno fatto parecchio rumore già nei mesi precedenti all’evento di Los Angeles (basti pensare a Horizon Zero Dawn o Final Fantasy XV), altri si sono presentati o ripresentati in punta di piedi. Tra questi c’è The Technomancer, action RPG dello studio francese Spiders ora disponibile per console next-gen e PC, che ho avuto modo di giocare a fondo in questi caldi giorni di fine giugno per potervi raccontare la mia esperienza sul Pianeta Rosso.
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Non si può dire il contrario. La colonizzazione di Marte è ormai da anni fonte di ispirazione per romanzi e film di fantascienza (siamo freschi di The Martian di Ridley Scott), traguardo tanto lontano quanto agognato dall’uomo. Ed è proprio su Marte che si svolge il titolo in questione, un prodotto chiaramente ispirato da The Witcher e Mass Effect ma con una personalità sufficiente da imporre il proprio stile e un interessante sviluppo. La trama ci porta su un Pianeta Rosso senz’acqua, o meglio, dove le fonti sono talmente scarse da diventare un bene per cui vale la pena combattere: l’acqua è la causa di guerre e conflitti, la battaglia per la sopravvivenza è spietata e il contesto non lascia presagire nulla di buono.

Le decisioni prese hanno impatto sul rapporto con gli abitanti, con le corporazioni e con i compagni di squadra.

In mezzo a questo pasticcio ha inizio la storia di uno dei tecnomanti, guerrieri d’élite che si preoccupano di far rispettare il regime totalitario che vige su Marte, una specie di visione futuristica di quello sovietico. Infatti, chi tra i coloni è sopravvissuto sviluppando la mutazione non è visto di buon occhio, temuto ma al contempo segregato, sfruttato principalmente dalle corporazioni per tenere a bada gli avversari. Il protagonista si chiama Zachariah e il gioco comincia con la sua promozione a ufficiale di sorveglianza di Abundance, una delle tre corporazioni dominanti. Già dalle prime battute si nota come il personaggio sembri soffrire del clima rigido e dittatoriale che deve far rispettare, facendo immediatamente capire quanto la situazione sia sporca per via di interessi politici ed economici.
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I tecnomanti sono guerrieri che hanno la particolarità di saper controllare l’elettricità canalizzata da impianti. All’inizio si ha la possibilità di modificare l’aspetto del personaggio a proprio piacimento, sebbene non ci siano molte opzioni selezionabili (sempre meglio di niente, oh!). Dopodiché si possono distribuire i talenti iniziali e gli attributi per potersi successivamente specializzare in uno dei tre stili di combattimento: è possibile combattere con il bastone e sfruttare l’energia elettrica per destabilizzare i nemici e potenziare i propri attacchi; agire come un ladro, esperto nell’utilizzo di pugnali avvelenati e con un’abilità innata per lo stealth; oppure come un soldato dotato di mazza e scudo, per difendersi e colpire con forza. Il sistema di progressione di The Technomancer è piuttosto elaborato e permette, tramite il classico albero delle abilità, di sviluppare il personaggio aumentandone le statistiche che si desiderano. È possibile padroneggiare uno soltanto o tutti gli stili di combattimento, dal momento che ognuno ha il proprio skill tree in cui si possono distribuire i punti reperiti grazie all’esperienza acquisita sconfiggendo i nemici.

The Technomancer è ispirato da The Witcher e Mass Effect ma ha una personalità sufficiente da imporre il proprio stile.

The Technomancer spinge spesso a “switchare” durante gli scontri il proprio stile per adattarsi al meglio a ogni situazione e ciò conferisce al prodotto un’ottima versatilità. A ogni modo, in ogni stile c’è la capacità del nostro personaggio di controllare l’elettricità e talvolta di elettrificare le armi per aumentarne la potenza, visto che il suo utilizzo risulta decisivo per uscire con successo da situazioni difficili. Il combat system (à la The Witcher) risulta divertente proprio per le varie possibilità che vengono offerte, sia in mischia che dalla distanza, consentendo di affrontare senza annoiarsi i vari avversari presenti, tra cui altri sopravvissuti e tecnomanti di corporazioni rivali. Naturalmente non mancano i mutanti, il cui DNA è stato alterato dopo l’esposizione prolungata alle radiazioni solari, e creature ibride che vagano nelle lande desolate di Marte.
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Molto allettante è inoltre la possibilità di scegliere il proprio compagno, che affianca il giocatore durante le missioni. Ognuno dei personaggi presenti ha una sua storia, alcuni si incontrano molto presto, altri si uniscono più in là nel corso del gioco. Si deve conquistare la loro fiducia e impararli a conoscere; soltanto così possono decidere di schierarsi al fianco di Zachariah – anche perché le capacità del party aumentano scegliendo compagni con cui si ha un buon rapporto. Durante il combattimento, o la semplice esplorazione, se ne possono selezionare due e sarà importante porre molta attenzione a chi portarsi dietro: è infatti essenziale, per uscire vivi da situazioni critiche, fare in modo che le loro caratteristiche in battaglia siano complementari a quelle del protagonista.

L’acqua è la causa di guerre e conflitti, la battaglia per la sopravvivenza è spietata.

Ogni compagno disponibile ha un proprio carattere, così come le sue preferenze e un codice etico, ecco perché è necessario non inimicarselo: andando contro i suoi principi, infatti, si rischia di rovinare il rapporto di amicizia instaurato e, alle brutte, il partner potrebbe anche decidere di abbandonare la compagnia. Bisogna dire che vengono molto influenzati dalle scelte prese, motivo per cui dimostrarsi un leader coraggioso e disponibile è sicuramente vantaggioso: alcuni vengono infatti a “bussare alla porta” del protagonista nel corso del gioco per chiedere favori, e aiutarli a risolvere i problemi dà spazio al loro arco narrativo, in modo tale da scoprire il loro background. A proposito di scelte, durante la storia il giocatore viene messo in diverse occasioni davanti a decisioni da prendere, che hanno impatto sul rapporto con gli abitanti, con le corporazioni e, come detto, con i compagni di squadra, incidendo sul destino di Marte. Ed è proprio qui che l’influenza BioWare emerge, dal momento che scelte diverse portano strade diverse e ben cinque finali differenti.
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Il sistema di crafting, inoltre, contribuisce a dare maggiore spessore al titolo. È robusto e ben strutturato, e permette di migliorare le armi grazie a tantissimi pezzi acquisiti in-game. Naturalmente le modifiche hanno dei requisiti, ma lasciano un sacco di libertà al giocatore, che può modificare le proprie armi con semplicità (tenendo presente i soliti bonus e malus). Meno bello dal punto di vista tecnico, The Technomancer non riesce a convincere per qualità visiva sebbene le ambientazioni siano spesso suggestive; i modelli poligonali lasciano piuttosto a desiderare, così come le animazioni dei personaggi e la fluidità complessiva. È un titolo che si lascia comunque giocare, coinvolge al punto giusto e offre anche parecchie ore di intrattenimento, ben più di trenta se si desidera andare oltre la semplice storyline principale. Se con Mars: War Logs, action RPG uscito su console old-gen e PC tre anni fa, Spiders aveva sondato il terreno marziano non riuscendo pienamente nei suoi intenti di infiammare pubblico e critica, con The Technomancer affonda il colpo giusto grazie a un prodotto efficace e profondo.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto:
8
the-technomancer-la-recensione<strong>PRO</strong> <BR> Storia coinvolgente. <BR> Gameplay molto ricco. <BR> I compagni aggiungono profondità. <BR> <strong>CONTRO</strong> <BR> Tecnicamente non osa. <BR> Controlli non eccelsi. <BR>