Trials Fusion – La Recensione

I giocatori più accaniti staranno già correndo in fondo alla pagina per scoprire il voto finale di questo titolo che, confesso, ho molto a cuore. Ma sono convinta che per la maggior parte di loro sarà una delusione. Comincio con il dire, da fan della serie, che i Trials non sono banali racing arcade, ma giochi ben più profondi, che richiedono dedizione e amore per essere completati. Ammettiamolo, io non credo che chiunque abbia giocato a questa saga targata RedLynx può dire di aver concluso tutti i tracciati con una medaglia d’oro. Il livello estremo, oltre ad aver insegnato a un’intera generazione l’arte dell’imprecazione, ha fatto esplodere cervello e dita di un buon numero di hardcore gamer. Ed è sulla base di questo antefatto, che mi accingo a recensire Trials Fusion.

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Trials Fusion abbandona un po’ lo stile arcade dei precedenti capitoli, restando comunque il riferimento per il genere.

Amore e odio sono i sentimenti che mi assalgono pensando alle ore trascorse a correre a perdifiato su mongolfiere a mezz’aria e al tempo impiegato per perfezionare le mie figure freestyle. In passato, Trials è stato il titolo che, nella mia storia di videogiocatrice, aveva soppiantato Super Mario nel suo ruolo di scacciapensieri, ma ora qualcosa si è rotto: Trials Fusion è, purtroppo, un gioco serio. Attenzione, con questo non voglio dire che si è completamente persa quella vena di follia e ilarità che hanno sempre permeato la serie. Ciò che col tempo è andato perduto è quel sapore da torta fatta in casa, che invece era evidente. Trials Fusion non è un bel panettone alle mele fatto con amore dalla nonna, magari non splendido a vedersi ma leggendario nel sapore, Trials Fusion è un tiramisù esteticamente perfetto e gustoso acquistato nella migliore pasticceria della città, nulla di più e nulla di meno.

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A livello grafico ci troviamo di fronte a un titolo next-gen a tutti gli effetti: la grafica è davvero eccellente sotto ogni aspetto.

Come già si poteva vedere dalla beta, Fusion su next gen è graficamente ineccepibile. I colori sono brillanti, la gestione delle ombre realistica e i riflessi della luce strabilianti. Se in Evolution la luminosità era diffusa, con un certo effetto “smarmellamento” (come direbbe Renè Ferretti) da titolo low budget, qui, in Fusion, ogni tracciato ha il suo particolare effetto luce, che è influenzato non solo dalla posizione del sole, ma anche dalle condizioni atmosferiche. Un passo avanti di grande valore per un titolo che non ha mai puntato sulla qualità grafica come tratto distintivo. Lo stile futurista è reso alla perfezione, con livelli ricchi di dettagli e ambientazioni completamente nuove e originali. Non c’è che dire: Trials Fusion è un gran bel vedere.

Il gameplay è stato approfondito con una serie di interessanti aggiunte che, sebbene non ne abbiano rivoluzionato la formula, sono capaci di aumentare e addirittura complicare l’esperienza di gioco. Penso alle tre sfide secondarie che il giocatore deve affrontare, diverse su ciascun tracciato. Queste passano dal semplice “Durante un salto effettua almeno 4 rotazioni su te stesso” all’impossibile “Non toccare mai il suolo con la ruota anteriore”. Penso all’introduzione di percorsi che possono essere affrontanti solo con il quad, nuovo veicolo disponibile in questo capitolo delle serie. E penso infine al freestyle, le cui meccaniche sono in parte mutuate da Pure, ma con l’aggiunta della solita, improbabile, fisica dello snodato pilota. Anche qui nulla da dire: Trials Fusion è bel giocare.

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Trials Fusion è un po’ più sobrio rispetto ai precedenti capitoli, ma non per questo meno divertente.

L’ironia ha smussato notevolmente i toni, diventando più sobria, ma non per questo meno divertente. Il nostro manichino/pilota esploderà molto meno, e soprattutto in modo notevolmente meno coreografico. Perfino gli schianti non sono esasperati come in passato, ma alcune particolari trovate sono decisamente geniali. Una su tutte, la partita a tennis col pinguino. Nel tracciato Park and Ride, il giocatore attraversa un campo di terra rossa. L’idea geniale di quel folle team di finlandesi è stata trasformare un elemento di “scena” in un elemento di gioco: basta infatti rallentare nel momento giusto e si viene immediatamente coinvolti in un’esilarante partita uno contro uno… con il noto pennuto antartico! Divertente sì, ma in un modo molto meno grezzo. Non è possibile negare come, con il tempo, Trials sia evoluto, perfezionando una formula vecchia di quasi 15 anni, ma l’ultima opera dei RedLynx è chiaramente un titolo diverso, maturo, pensato per un pubblico più variegato e meno tollerante alle trovate bizzarre. Non è un caso che Trials Fusion è il primo capitolo della serie ad uscire su tutte le principali piattaforme di gaming.

Personalmente considero Trials Fusion un buon gioco, che riuscirà a intrattenere il giocatore un numero decisamente elevato di ore a fronte di un costo contenuto, ma non posso negare la mancanza di una certa rozzezza genuina, che ha sempre contraddistinto la serie nel marasma di titoli appartenenti allo stesso genere. Quella personalità è ora leggermente sbiadita ed è rispecchiata da un voto che ho consapevolmente tenuto più basso di quanto avrei voluto.