25 anni fa la Terra è stata vicinissima a trasformarsi nel mondo di gioco di Fallout!

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Oggi 25 gennaio ricorre il 25° anniversario di un evento che per pochissimo non ha trasformato il pianeta Terra nel mondo di gioco di Fallout. Anzi proprio gli eventi del 25 gennaio 1995 hanno ispirato la penna di Chris Avellone, nella creazione del suo universo post-apocalittivo.

Facendo un breve excursus storico, nel 1995 la Guerra Fredda era già terminata da tempo, l’Unione Sovietica è crollata e si è frammentata ma tutto il potenziale bellico e le migliaia di testate nucleari erano sempre lì pronte per ogni evenienza.

Il 25 gennaio del 1995 un gruppo di scienziati americani in Norvegia stava studiando un fenomeno di aurore boreali particolarmente intenso. Per farlo venne lanciato un razzo che doveva arrivare fin nello spazio per poi tornare indietro.

Tutta la comunità scientifica e politica internazionale era stata avvisata di questo esperimento, ma per un disguido politico/burocratico i vertici militari russi non erano stati informati. Questa è la ricetta di un disastro, scampato per poco.

La traiettoria del razzo lanciato dagli scienziati era, almeno inizialmente, simile a quella dei missili Trident che servivano proprio come vettori per le armi nucleari. I radar russi e dei paesi dell’ex blocco sovietico hanno captato il razzo e si sono allertati.

Il principale terrore dei russi era che si trattasse di un attacco EMP, ovvero una bomba a impulsi elettromagnetici, in grado di mettere fuori uso tutti i sistemi elettronici e quindi impedire una qualsiasi controffensiva a un successivo bombardamento.

Dal quel momento sono iniziati otto interminabili minuti di terrore, con il presidente russo Boris El’cin pronto a schiacciare il pulsante di lancio delle testate atomiche russe. Mai per tutta la durata della Guerra Fredda si era giunti così vicini al disastro. Mai quella micidiale valigetta era stata aperta e innescata.

Sono serviti otto minuti dal lancio ai computer russi per calcolare l’effettiva traiettoria del razzo, che cadde poi in al largo in mare vicino Spitsbergen e lontano dallo spazio aereo russo.