Un ragazzo di 19 anni, nickname Kensgold ha deciso di scrivere una lettera aperta ad alcuni publisher per raccontare la sua storia. Kensgold soffre da dipendenza per il gioco d’azzardo, ma questa dipendenza è legata a videogiochi con all’interno delle microtransazioni piuttosto che a slot machine o altri giochi d’azzardo tradizionali. Kensgold negli anni ha speso la cifra di 13.500 dollari circa in diversi videogames. Ha iniziato a tredici anni con Clash of Clans, spendendo una trentina di dollari, per poi passare a Kingdoms of Middle-Earth dove ha speso oltre 800 dollari. Qui Kensgold parla anche di come sia necessario per i top players spendere di continuo per mantenere le loro posizioni, tanto che molti utilizzavano i propri soldi anche per gli altri membri della gilda così da non farli diventare un peso. Kensgold è riuscito a smettere solamente perché i suoi amici hanno smesso di giocare al titolo per via di diversi cambiamenti, cosa che lo ha fatto desistere dal continuare a giocare.
Dopo è passato a Smite e Counter-Strike: Global Offense, e qui è tornato dipendente. In Smite ha comprato oltre 300 skin senza spiegarsene il motivo, mentre in Counter-Strike è finito nei giri d’azzardo legati all’uso delle skin di gioco. Nonostante i suoi genitori abbiano provato a privarlo della connessione per impedirgli di giocare, lui era talmente preso da questa mania da ingannarli giocando con una connessione 3G e trovandosi perfino un secondo lavoro per alimentare questa dipendenza. Alla fine grazie all’aiuto di una terapista Kensgold è riuscito a smettere completamente di giocare provando ora un’avversione verso i titoli con microtransazioni. Il giovane spera col suo messaggio di poter sensibilizzare i publisher e gli sviluppatori riguardo al fatto che nel mondo esistono persone particolarmente inclini a cadere nel vortice di modelli come le microtransazioni, causando dipendenze e la possibilità di avere una vita rovinata.
Dunque si spera che questa forma, che sta prendendo sempre più piede nel mondo dei videogiochi, non diventi il futuro, sperando che i publisher limitino l’uso delle microtransazioni in modo che altri ragazzi non facciano questa fine.
Fonte: Kotaku