Un video di poco più di due minuti ma utile a raccogliere, a mo’ di Wall of Fame, i nomi di tutte (o almeno buona parte) quelle persone che hanno creduto e collaborato al progetto Stadia fin da principio. La lista, avvisa Google, non è del tutto esaustiva. Viene anzi sottolineato come questa in realtà possa essere ancora più lunga.
Come vi abbiamo già accennato nel nostro articolo riassuntivo: Google Stadia è stato lanciato su scala internazionale il 19 novembre 2019. Meno di quattro anni dopo, tra il 18 e il 19 gennaio 2023, quegli stessi server, utili per far girare in streaming quei giochi che altrimenti avrebbero vampirizzato le nostre risorse di sistema, sono stati spenti per sempre.
Il progetto, lo ricordiamo, offriva ai gamer una alternativa rispetto all’acquisto di una console o all’oneroso upgrade di un PC Gaming. Il principio di Stadia era semplice: attraverso un abbonamento mensile da 9,99€ (affiancato poi da una formula semi-gratuita) era possibile accedere all’opportunità di eseguire diversi videogiochi da remoto. Questi giochi, però, andavano acquistati a parte. Forse il business model o forse la necessità di avere a disposizione una connessione da 10mbps per accedere almeno alla risoluzione più bassa, hanno fatto da disincentivo.
Stadia non è mai decollata davvero, almeno alle nostre latitudini, pur potendo contare sulla pubblicazione di diversi giochi third party anche di assoluto richiamo. Tre esempi fra tutti: FIFA 23 di Electronic Arts, Resident Evil Village di Capcom e Cyberpunk 2077 di CD Projekt RED. Proprio il GDR dei polacchi ha rappresentato una punta d’orgoglio per il servizio voluto da Phil Harrison, ritenuto anche il responsabile del declino.
Di seguito trovate il filmato pubblicato da Google sull’account Twitter ufficiale.
Avete già trasferito i vostri salvataggi su Steam? Google ha distribuito il tool che vi permette di utilizzare il pad normalmente su PC.
Fonte. Google