Qualche giorno fa l’italiana Stormind Games ci ha inviato in anteprima una demo di Batora: Lost Haven, ed è inutile indorare la pillola: dopo il mezzo disastro di Remothered: Broken Procelain (QUI la nostra recensione), le nostre aspettative non erano alte, anzi. Ci è sembrato onesto sottolinearlo nel modo più trasparente possibile.
Invece, inaspettatamente, l’hands-on di Batora: Lost Haven ci ha realmente stupito, tanto da costringerci a ricontrollare chi fosse l’autore del gioco…ed effettivamente sono proprio loro, quelli di Broken Porcelain. La loro ultima fatica si discosta però totalmente da ciò che hanno fatto fino a oggi, proponendo un coloratissimo action-rpg isometrico, arricchito da un combat che ibrida elementi hack’n’slash alla Diablo ed elementi twin stick shooter alla Housemarque pre-Returnal (Dead Nation, Alienation, Nex Machina).
Nonostante le premesse del gioco non siano particolarmente originali (salvare il mondo) la protagonista Avril non si presenta come la tipica eroina predestinata e sicura dei suoi mezzi, ma come una ragazza conscia dei propri limiti e consapevole che le decisioni prese possono avere delle conseguenze dolorose per sé, per i propri compagni e il mondo che la circonda.
Fin dalle prime battute, abbiamo potuto testare alcune scelte morali e abbiamo constatato che non si pongono al giocatore con la classica contrapposizione “buono/cattivo” ma risultano più sfumate e realistiche: Avril sarà più cervellotica o di cuore? Sarà un personaggio che preferisce andare dritta per la sua strada o cercare alleanze strategiche?
Questa sorta di antitesi diventa una peculiarità strutturale che permea tutto il gioco e viene trasfusa anche nel combat system, che si presenta con un apparente contrasto tra poteri fisici e mentali. Questi risultano efficaci solo se utilizzati sinergicamente, soprattutto quando si affrontano nemici che possiedono entrambi questi attributi. Le modalità di combattimento vengono gestite con uno switch istantaneo da parte del giocatore, che può decidere come e quando utilizzarli in base al consumo di “mana specifici”, e sono presenti pure attacchi speciali distinti.
Ovviamente, essendo Batora: Lost Haven un RPG, è presente una schermata delle statistiche con cui è possibile creare build e gestire la potenza offensiva e difensiva della nostra Avril, anche attraverso la gestione di perk diversificati per categoria, come vitalità e attacco. La morte del personaggio avviene quando una di queste due barre viene azzerata, quasi a rimarcare il concetto di duplicità che contraddistingue questa esperienza.
Ad incrementare la varietà del gameplay ci sono anche ampie porzioni di gioco dedicate alla risoluzione di enigmi ambientali, sulla falsa riga di quanto visto in Immortals Fenyx Rising: veri e propri dungeon dedicati che non sembrano essere inseriti come mero vezzo di design ma come fattori strutturali ludici veri e propri.
Esteticamente, Batora: Lost Haven spicca per la vivace palette di colori e contribuisce ad arricchire un’estetica cartoonesca che sembra fare il verso a quella vista in Borderlands, sebbene non la ricalchi pedissequamente. La porzione di mappa da noi esplorata risulta sufficientemente curata e caratterizzata, ben consci che si tratta di una unica zona di un singolo pianeta, ma in generale ci sembra un aspetto di gioco ben concepito e realizzato.
Chiaramente non possiamo dare un giudizio definitivo sulla qualità complessiva di Batora: Lost Haven, dato che la nostra prova è stata piuttosto breve e limitata a poche missioni di trama, ma tanto ci è bastato per farcelo segnare nella lista dei giochi da attenzionare nel prossimo futuro.
Sebbene siamo assolutamente consci che quello che ci è stato proposto sia una demo tesa a porre all’attenzione i pregi di quest’opera videoludica, l’esperienza è stata soddisfacente e convincente, tanto da consigliarvi di provare voi stessi Batora: Lost Haven fino al 28 febbraio durante lo Steam Next Fest.