Una dichiarazione da non sottovalutare quella resa da Brad Smith (presidente Microsoft) al Wall Street Journal a margine di una intervista concessa dopo il nuovo accordo stretto da Redmond per portare Call of Duty su un altro servizio cloud (Boosteroid). Secondo Smith, dopo i numerosi rifiuti da parte di Jim Ryan, Microsoft avrebbe deciso di non proseguire nel proporre soluzioni all’azienda che produce PlayStation 5.
Smith, è da chiarire, rimprovera a Sony le accuse presentate nei mesi scorsi davanti agli organi antitrust. Secondo i legali rappresentanti della compagnia giapponese, la chiusura dell’affare finirebbe col ridurre le opzioni di accesso a Call of Duty e altre IP a disposizione degli utenti. Al momento, però, sulla carta almeno, Microsoft ha invece ampliato le opzioni di accesso stringendo accordi preliminari con NVIDIA e Nintendo che porterebbero su GeForce Now e Switch le prossime uscite della serie nei prossimi 10 anni. L’accordo con Boosteroid è molto simile ai due precedenti.
Opzioni simili, sono state offerte anche a Sony. Una prima bozza prevedeva una finestra di 3 anni. La proposta è stata respinta come oltraggiosa e rispedita al mittente. Stessa cosa per la proposta di un accordo quinquennale. Come poi spiegato in alcuni documenti successivi, Sony temeva che quell’accordo avrebbe finito col precludere Call of Duty alla prossima generazione PlayStation. Un altro accordo, stavolta decennale, è stato ancora bocciato da Sony che invece lo richiede “perenne”. Sia Phil Spencer che Satya Nadella hanno rassicurato Spencer: “su PlayStation finché ci sarà una PlayStation”.
Una posizione rigettata da Sony che, a dimostrazione della propria tesi, mette sul piatto il presunto caso Starfield. Il GDR spaziale Bethesda, atteso a settembre, che secondo Sony sarebbe diventato esclusiva Microsoft solo successivamente. All’accusa, Microsoft ha già ribattuto affermando come, tra tutte le IP Bethesda, proprio di questa la natura multipiattaforma non sia mai stata considerata. La posizione di Sony era condivisa dal CMA.
Le proposte, afferma Smith, dimostrano come l’esclusività del brand di FPS più famoso al mondo non rientri tra le sue intenzioni. Proprio questo è uno dei punti più contestati dagli organi antitrust, come il CMA UK che ha chiesto a Redmond di escludere CoD dai termini dell’accordo. Al contrario, afferma Smith, è interesse di Microsoft espandere la platea di possibili utenti. Inoltre, come già affermato da Spencer lo scorso autunno, Activision Blizzard King interessano soprattutto per cementare la presenza sul mercato mobile dove le big three non sono ancora riuscite a penetrare ma dove, invece, i grossi publisher (come King, appunto) hanno trovato terreno fertile.
Fonte: Wall Street Journal