Carmageddon: Reincarnation

Niente ha portato l’industria dei videogiochi all’attenzione dei media come Carmageddon. Quando, nel lontano 1997, i ragazzi di Stainless Games mostrarono al mondo il loro folle arcade, la reazione fu immediata: discussioni parlamentari, critiche da parte delle associazioni di genitori, censure assurde e demonizzazioni di ogni sorta. A essere contestate non furono scelte di design o singoli elementi di gioco, ma il concept stesso: vinci le gare arrivando per primo al traguardo, distruggendo le vetture degli avversari e se necessario investendo i pedoni. In alcune versioni, questi furono sostituiti da zombie dal sangue verdognolo, in altre da robot assassini. Per stemperare la polemica. Sta di fatto che, ancora oggi, Carmageddon è ricordato come uno dei casi mediatici più discussi di sempre, raggiunto e quasi eguagliato, forse solo da Manhunt 2 di Rockstar.

Sarà anche possibile collegare Carmageddon ai profili social per condividere con gli amici le proprie mirabolanti gesta.

Come spesso accade, però, questo teatrino non ha fatto altro che accrescere la fama del gioco che, nel frattempo, è diventato un cult generazionale. I due seguiti che Stainless ha sviluppato, dopo il primo indimenticato capitolo, non sono riusciti a eguagliare la potenza del loro predecessore. Sono anni che, oramai, la comunità di appassionati chiede a gran voce un nuovo Carmageddon, e le richieste ora sono state finalmente soddisfatte. Dopo tre anni di illazioni e voci di corridoio, grazie al supporto di quegli stessi fan, Kickstarter ha permesso che il sogno di Stainless si realizzasse. E il suo nome è Carmageddon: Reincarnation.

Carmageddon: Reincarnation si propone come una reincarnazione, appunto, dell’originale datato 1997. Tutta l’iconografia, la violenza, e la scorrettezza che il team americano aveva mutuato da un cult del cinema come Death Race 2000 torna quindi prepotentemente alla ribalta in questo nuovo capitolo.
Carmageddon_Reincarnation3Il gioco dovrebbe arrivare su Steam Early Access in questo primo trimestre del 2014 e gli artwork pubblicati si concentrano sullo stile grafico di veicoli e personaggi. Ritornano la conturbante Die Anna e il pelato Max Damage, più tosti e cattivi che mai. Ma l’evoluzione del design, sebbene evidente nella cura dei dettagli, non sembra aver portato modifiche sostanziali né ai personaggi umani né tantomeno alle rispettive quattroruote. Questo significa che i fan riconosceranno con facilità tutti gli elementi ereditati dai precedenti titoli della serie.

Tutta l’iconografia, la violenza, e la scorrettezza che il team americano aveva mutuato da un cult del cinema come Death Race 2000 torna prepotentemente alla ribalta in questo nuovo capitolo.

Stainless conta sull’effetto nostalgia? Una cosa è certa: il fan service è palese, ma i mesi di campagna Kickstarter dimostrano che è proprio questo quello che i sostenitori del progetto volevano. L’unico video diffuso ad oggi ci mostra una tech demo delle sospensioni dei veicoli, che sottolinea la cura posta nelle dinamiche di gameplay. Anche la riproduzione dei danni dovrebbe essere realistica. In merito alle ambientazioni, Neil Barden, co-fondatore di Stainless Games, ci assicura che ce ne saranno di nuove, sia urbane che extra urbane, ma non mancheranno i grandi classici che tutti hanno amato, come il mitico Stadio di Football di Bleak City, teatro di tanti massacri automobilistici.
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L’unico video diffuso ad oggi ci mostra una tech demo delle sospensioni dei veicoli, che sottolinea la cura posta nelle dinamiche di gameplay

Torneranno i power-up per l’auto, dedicati al potenziamento della vettura in tre differenti categorie: velocità, capacità di danneggiamento delle auto avversarie e spettacolarizzazione delle collisioni con persone o animali. Discorso interessante, infine, è quello relativo alle sfide tra più giocatori. Nella versione originale, questo era possibile tramite un limitato multiplayer in LAN, che da solo riusciva comunque a regalare numerosi momenti di esilarante intrattenimento tra amici, ma che ora sarà potenziato da un online che permetterà, a un numero superiore di piloti, di sfidarsi su circuiti appositamente studiati. E come ogni gioco moderno che si rispetti, sarà anche possibile collegare Carmageddon ai profili social per condividere con gli amici le proprie mirabolanti gesta. Secondo Barden, una parte sostanziosa di Reincarnation sarà costituita dagli user generated contents, che amplieranno di molto l’esperienza grazie alla community di modder. Stainless afferma che il titolo continuerà a crescere in qualità e sostanza anche negli anni successivi al lancio sul mercato.

Questo era sicuramente accaduto con il primo Carmageddon, ma fare così tanto affidamento su una componente non direttamente controllabile (come lo è appunto la community dei giocatori) getta una strana ombra sulla produzione di un titolo che, dopotutto, è già in sviluppo da tanti anni. È vero che, oltre ai 650 mila dollari raccolti tramite il crowdfunding, ci sono altri tre milioni e mezzo di dollari di finanziatori privati,. Ma nel complesso non sono molti per un titolo che aspiri a competere con i “big”. Insomma gli elementi a disposizione per scommettere fin da ora sul successo di Carmageddon: Reincarnation sono in verità un po’ pochi. Da fan del brand riconosciamo i buoni propositi. Ma il progetto presenta più ombre che luci. E anche se tutti noi vorremmo tornare a sfrecciare nel traffico, giocando agli autoscontri con gli avversari e seminando il terrore tra mucchi e pedoni crediamo che sarà davvero difficile per Barden e soci riuscire a restituirci, oggi, quello stesso feeling del 1997.