Fallout New Vegas: l’ultima mod del gioco Obsidian ci porta nelle ‘Backrooms’

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Fallout New Vegas occupa un posto speciale nel cuore dei fan della serie. Il titolo, curato da Obsidian, rappresenta ancora oggi uno dei più amati. Uscito nel 2010 per PlayStation 3, Xbox 360 e PC, il titolo – secondo alcune fonti – sarebbe stato in grado di vendere circa 5 milioni di copie in tutto.

Attivissima, come sempre con i videogiochi RPG – e quelli Bethesda in particolare – la scena modding che, a distanza di oltre 12 anni, produce vari modificatori per l’esperienza di gioco. Una delle ultime trovate è forse anche una delle più originali perché dalla West Coast degli Stati Uniti vi trasporta direttamente dentro le Backrooms. Su NexusMods, dal 4 luglio, è disponibile è una nuova risorsa per i modder di Fallout New Vegas.

Realizzato dal modder AgentFuse in collaborazione con PixelHate e Xamie, il pacchetto permette di trasformare la mappa di New Vegas nelle inquietanti Backrooms. Vi state chiedendo cosa siano? Nel paragrafo sottostante facciamo un ‘breve’ riassunto.

The Backrooms: breve storia del creepy-pasta arrivato su Fallout New Vegas

L’anno è il 2019. Il mese è quello di maggio. In un thread su 4Chan gli utenti cominciano a postare fotografie di luoghi ‘unsettling’. Una foto in particolare cattura l’attenzione degli utenti. Non ha nulla di immediatamente inquietante: non ci sono immagini terrificanti, ombre strane, creature ultraterrene o occhi illuminati nell’oscurità.

La foto ritrae una stanza vuota: pareti giallognole e moquette appena più scura e, a prima vista, umidiccia. L’illuminazione è del tutto artificiale con delle luci al neon provenienti da un soffitto ispezionabile come quello che si potrebbe trovare in un edificio pubblico. All’apparenza la foto ritrae quello che un tempo doveva essere un vecchio ufficio.

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L’immagine, però, proprio perché apparentemente innocua, riesce a provocare un disagio crescente man mano che la si guarda. Lo spazio è quello che il sociologo Marc Augé definirebbe ‘di transizione’ o ‘non luogo’. Con questa definizione, Augé intendeva descrivere quei luoghi che fossero estranei e familiari per tutti quanti allo stesso livello: le hall degli hotel, i gate di un aeroporto, i corridoi di un centro commerciale, i parcheggi fuori da un multisala. Se vi mostrassero le foto di due corridoi di due centri commerciali diversi probabilmente non riuscireste a distinguerli.

Questo conduce al secondo layer: l’anemonia. Si tratta di un particolare effetto psicologico simile alla nostalgia ma per qualcosa che non si ha mai vissuto/visto. In una immagine, un video o un luogo, riusciamo a cogliere degli elementi familiari pur consapevoli che non sia così. Questa dissonanza ci provoca disagio.

Ci sono poi altri elementi che rendono la foto vagamente inquietante. Vie di fuga non visibili, illuminazione uniforme in maniera innaturale, nessun essere vivente all’interno dello scatto. L’ambientazione, inoltre, per quanto aliena, sempre per le regole descritte da Augé, a causa degli elementi di contrasto – tutti siamo stati almeno una volta in un brutto ufficio, ma non tutti ne hanno mai visto uno vuoto – ha accentuato il senso di spaesamento.

Da quella singola foto ha cominciato a originarsi la creepy pasta tutta internettiana delle Backrooms. Prima che divenissero una mod di Fallout New Vegas, queste ‘stanze’ erano state descritte come una realtà alternativa alla quale era possibile accedere solo ‘no-clippando’ ai margini della nostra realtà tangibile. Vi sarà capitato di arrivare ai confini della mappa di un videogame. Di incastrarvi al suolo o finirci sotto, oltre ciò che i programmatori avevano stabilito fosse raggiungibile dal vostro personaggio. Magari proprio in un RPG curato da Bethesda (sì Skyrim, sto guardando te). Ecco, stesso concetto.

Questa leggenda metropolitana ha cominciato a diffondersi e a crescere. Gli utenti, attivissimi su Reddit, aggiungono volontariamente nuovi pezzi di lore, come accade ad esempio con le storie della SCP Foundation. Descrivono stanze, luoghi, metodi per entrare e uscire da questa realtà distorta descritta come un dedalo infinito di stanze tutte uguali e al tempo stesso senza un pattern preciso. Un intricato labirinto di insensatezza che coesiste, nascosto, col nostro mondo sì caotico ma al quale riusciamo a dare un senso. Come se fosse un videogioco, le Backrooms vengono descritte anche come suddivise in livelli, abitato da creature strane e innaturali, disseminate di pericoli. Ognuno dei livelli è descritto in una wiki dedicata.

Adesso, il fenomeno sta conoscendo una nuova ‘giovinezza’ grazie al lavoro del canale YouTube Kane Pixels che, partendo dal post originale su 4Chan, ha cominciato a realizzare una serie in stile ‘Analog Horror’ che si sviluppa secondo i suoi linguaggi e, senza dire troppo, prova a raccontare la storia di questo fenomeno. Show don’t tell dice una delle regole base del cinema. Ed è quello che sta succedendo.

Sempre dalle Backrooms è stato anche tratto un videogioco Indie prodotto da Brickmade Productions.

A proposito di Fallout New Vegas, tra febbraio e marzo 2022 sono tornati prepotenti i rumor su un possibile sequel. Jeff Grubb è convinto sarebbe una mossa intelligente. Microsoft, dopo l’affare Bethesda sembra interessata alla cosa. Chris Avellone, ex Obsidian è convinto che sarà fondamentale per far ripartire l’intero brand e per un eventuale sequel.

Insomma, vi abbiamo incuriositi? Cosa ne pensate?

Fonte: NexusMod