
Il futuro della saga di God of War potrebbe riportare Kratos alle sue origini. Dopo aver chiuso il ciclo norreno con Ragnarök, le ipotesi su quale mitologia avrebbe affrontato il guerriero spartano non si sono fatte attendere. E mentre molti fan immaginavano un passaggio all’antico Egitto, i nuovi rumor suggeriscono un clamoroso ritorno nella Grecia mitologica. A riportare l’indiscrezione è stato Jeff Grubb, giornalista e insider del settore, dunque vi invitiamo a non prendere il tutto come una notizia ufficiale.
Un nuovo God of War ambientato nell’antica Grecia
Durante l’episodio del 17 giugno del podcast Last of the Nintendogs. Secondo quanto dichiarato, un nuovo gioco della serie è già in sviluppo, e sarebbe ambientato proprio nella terra natale di Kratos. Tuttavia, pare che l’uscita sia stata posticipata al 2026. Grubb ha inserito il titolo nel contesto di altri progetti rinviati, come Marathon, affermando: “Abbiamo Marathon e il nuovo progetto greco di God of War, che ho sentito essere stato spostato al 2026.”
Un Kratos più giovane e una scala ridotta
Le voci su questo nuovo progetto circolano da tempo. Già nel marzo 2025, Grubb aveva accennato su Bluesky a “una cosa di God of War ambientata in Grecia, in arrivo entro l’anno”, descrivendola come un progetto secondario.
A rafforzare queste anticipazioni è stato anche Tom Henderson, altro giornalista noto per le sue fonti affidabili nel settore gaming. In un podcast di febbraio, Henderson aveva chiarito che il gioco “non è ambientato in Egitto, ma in Grecia, e avrà come protagonista un Kratos più giovane”, lasciando intendere che si tratterebbe di una sorta di prequel.
In un ulteriore scambio su X, Henderson ha descritto il progetto come “una sorta di gioco 2.5D, tipo Metroidvania, molto più piccolo di quanto mi aspettassi”. Grubb ha corroborato con un semplice ma eloquente “Yeah”.
Tra Blasphemous e Hades: il mix stilistico del nuovo capitolo
Le informazioni trapelate finora suggeriscono un titolo più compatto ma artisticamente ambizioso, descritto da alcune fonti come “una combinazione tra God of War e Blasphemous”. A colpire particolarmente sarebbe lo stile visivo, definito da alcuni insider come “più curato persino di quello di Hades”.
Questo porta a pensare a una produzione digitale e più contenuta, capace di esplorare nuove sfumature narrative del personaggio di Kratos senza la necessità di un colossal da tripla A.
Attesa e silenzio da parte di Santa Monica Studios
Al momento, Santa Monica Studios non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali su un nuovo capitolo della saga. Dopo l’uscita del DLC Valhalla alla fine del 2023, lo studio è rimasto silenzioso, alimentando l’attesa e la curiosità dei fan.
Se le indiscrezioni dovessero rivelarsi fondate, il ritorno di Kratos nella Grecia classica rappresenterebbe un’occasione unica per riscoprire le origini del Fantasma di Sparta con un taglio completamente nuovo, capace di catturare sia i fan storici che una nuova generazione di giocatori.
Il futuro di God of War tra serie TV e nuove mitologie
Il futuro di God of War si prospetta ricco di novità, tra progetti confermati e rumor in continua evoluzione. Da un lato c’è grande attesa per la serie TV prodotta da Amazon, che porterà le vicende di Kratos sul piccolo schermo con una produzione live action ispirata al reboot norreno del 2018. Dall’altro, le speculazioni su un possibile nuovo capitolo ambientato nell’antico Egitto continuano ad alimentare l’immaginazione dei fan.
Sebbene non ci siano conferme ufficiali da parte di Santa Monica Studio, diversi insider suggeriscono che il team stia valutando proprio la mitologia egizia come prossimo orizzonte narrativo per il Dio della Guerra. Se confermato, si tratterebbe di un’evoluzione naturale del viaggio di Kratos, proiettandolo in un mondo ancora inesplorato, ricco di dei, misteri e leggende millenarie.
Insomma, il futuro di God of War sembra promettente, ma ovviamente toccherà aspettare un po’. Nel mentre, vi invitiamo a leggere il nostro speciale scritto in occasione dei 20 anni del franchise. A curarlo, Nicholas Mercurio.
Fonte: Jeff Grubb’s Game Mess