Google Stadia, ora lo sappiamo, chiuderà i battenti definitivamente il prossimo 18 gennaio. Il servizio, inaugurato nel novembre del 2019, non riuscirà a spegnere le quattro candeline fermandosi dopo tre anni e pochi mesi dal lancio. La decisione, spiegano da Mountain View, è quella di fare un passo indietro. Non prima però di avere concesso ai videogiocatori che hanno voluto dare fiducia il progetto sia alcuni rimborsi (verranno restituiti i soldi spesi per l’acquisto di hardware e singoli giochi) sia un po’ di tempo per portare a termine le partite ancora in corso.
Tempo che, però, pare non sia stato concesso invece a chi a questo progetto collaborava dall’interno. Questa, almeno, la testimonianza di un sedicente ex dipendente che, su Reddit, lascia trasparire una certa amarezza. L’utente, che su Reddit si fa chiamare Tumbleweed2102, ha preso la parola sotto un post nel sub/ dedicato proprio a Google Stadia. Secondo la sua testimonianza, i dipendenti impegnati sul progetto sarebbero stati avvisati con uno scarto di pochi minuti rispetto all’annuncio apparso nelle scorse ore sul blog di Google. Il post originale, è una dura critica nei confronti di Phil Harrison, General Manager di Google e Product Manager per Stadia. A redigerlo un altro sedicente collaboratore che afferma di aver partecipato al progetto Stadia fin dagli albori. Harrison è accusato di essere al terzo lancio fallimentare di un prodotto.
Il riferimento – dobbiamo supporre – è a Xbox One e al primo periodo di uscita di PlayStation 3. Per chi non lo sapesse, infatti, prima che Harrison ottenesse il suo posto in Google, alla voce “esperienze pregresse” vantava in CV collaborazioni con: Sony Computer Entertainment (dal 1992 al 2008), Atari (dal 2008 al 2010), Gaikai, che sarebbe poi stato assorbito da Sony per diventare PlayStation Now (dal 2010 al 2012) e, infine Microsoft Gaming dal 2012 al 2015.
Fonte: Reddit