La grande famiglia di Halo perde un’altra delle sue figure chiave. Joseph Staten, head of creative e cinematic director dei primi tre giochi delm franchise (quando questo era ancora in mano a Bungie) ha deciso di ritirarsi dal suo ruolo e di dire addio ai colleghi di Microsoft. Quella che all’inizio era solo una voce è stata confermata dall’azienda di Redmond dalle pagine di IGN USA. Nessun indizio però sul futuro lavorativo del professionista. Lo stesso Staten ha commentato la vicenda dal suo profilo Twitter senza però fornire ulteriori dettagli.
Quello di Staten è l’ennesimo addio tra le fila di 343 Industries. Ad ‘aprire le danze’ è stata Bonnie Ross oramai diversi mesi fa. Secondo le informazioni ufficiali, Ross – fondatrice di 343 Industries – ha deciso di lasciare lo studio dopo 15 anni di militanza per motivi personali non meglio specificati. In seguito, anche Tom French, creative director della componente multiplayer di Halo Infinite ha liberato la scrivania. Nel mezzo, una serie di tagli al personale eseguiti da Microsoft stessa e che avevano toccato anche 343 Industries, avevano messo in apprensione i fan sul futuro della serie.
Un futuro che, stando alle parole di Phil Spencer, avrebbe previsto il proseguimento del sodalizio con lo studio. Questo il concetto espresso dal CEO di Xbox nel tentativo di tranquillizzare la fanbase e che fecero da eco alle dichiarazioni di poco precedenti sottoscritte proprio da 343. Ma a questa certezza vanno aggiunti i dubbi successivi rispetto al franchise. Secondo alcune fonti interne, sebbene buona parte del team sia ancora concentrata sull’esperienza multigiocatore, il percorso travagliato di Infinite avrebbe convinto i developer a cambiare strategia e puntare già sul prossimo Halo. Stando alle indiscrezioni, già in corso lo sviluppo di un motore grafico rinnovato. A fare da contorno a queste informazioni, la presa di coscienza di Matt Booty, capo degli Xbox Studios che ha riconosciuto come lo sviluppo di Infinite sia stato funestato da un lancio ‘non ottimale’, per usare un eufemismo.
Fonte: IGN – Joseph Staten