Metal Gear Solid Master Collection Vol. 1: è quello che tanti desideravano – Recensione (PS5)

Il cofanetto Konami porta su PC e console attuali metà dell’intera saga ideata da Hideo Kojima nel 1987

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Per quanto mi piacerebbe, questa non sarà una recensione dell’opera originale di Hideo Kojima. Questo non è il momento né la sede opportuna e, oltretutto, temo non aggiungerei nulla che non sia già stato detto o scritto nel corso dei 36 anni di vita della serie. Non escludo di farlo in futuro. Per il momento è il caso di concentrarsi su questa Metal Gear Solid Master Collection che col suo primo volume riporta su PC e PS4 e per la prima volta su PlayStation 5, Xbox Series X|S e Nintendo Switch, oltre metà della saga canon. Nell’ordine siamo stati a Outer Heaven, Zanzibar Land, Shadow Moses, New York e Tselynoyarsk.

A partire dal 24 ottobre, infatti, tutti potranno accedere a Metal Gear Solid (con tanto di ‘Special Missions’), Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty, Metal Gear Solid 3: Snake Eater, Metal Gear (presente anche nell’edizione NES), Metal Gear 2: Solid Snake e Snake’s Revenge, il seguito apocrifo uscito in esclusiva su NES senza la partecipazione del creatore originale.

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Riguardo al Metal Gear Solid, è possibile accedere anche alle versioni Integral e VR Missions (i corrispettivi dell’originale e di Special Missions ma per il mercato JAP e USA). Sempre separatamente è possibile arricchire ulteriormente l’offerta con i Bande Dessinée (le Digital Graphic Novel) di MGS1 e 2.

Ognuno dei giochi è arricchito poi dallo Script Book e cioè la sceneggiatura completa con copione annesso e, ancora più importante: il Master Book che fornisce dati per ognuno dei capitoli. Non solo, si tratta probabilmente dell’aggiunta più interessante dell’intera collection in quanto, oltre a fungere da ‘libretto’ (per quanto in digitale e in inglese), questo svolge anche la funzione di piccola enciclopedia corredata, peraltro, della lista completa degli easter egg e dei segreti che potreste perdervi lungo l’esplorazione. Se siete fan di lunga data ne conoscerete la maggior parte.

Snake ha forse qualche ruga di troppo

Fin dall’annuncio – datato maggio 2023 – Konami è stata particolarmente precisa circa la versione, la risoluzione e il framerate dei giochi contenuti in questa Metal Gear Solid Master Collection.

Fatta una dovuta eccezione per Nintendo Switch (limitata sempre a 1280x720p in 30fps), sul resto delle piattaforme tutti e tre i giochi girano in 1920x1080p upscalato. Il primo Metal Gear Solid si ferma a 30fps massimi, Sons of Liberty e Snake Eater, invece, puntano ai 60fps.

Obiettivo raggiunto? Non sempre. Konami però ha avvisato fin dall’inizio circa la possibilità di assistere a qualche calo, specie nelle scene ad alto contenuto esplosivo. Stabile la fluidità di Metal Gear Solid nella maggior parte delle situazioni, merito forse del cap a 30fps.

Revolver Ocelot.

Il gioco del 1998 sconta però pesantemente l’upscale a 1920x1080p. L’originale, infatti, girava in 640x480i. L’aspect ratio a 4:3 risulta rispettato ed è possibile riempire le bande nere laterali con degli sfondi a tema disponibili anche per i due capitoli MSX.

Ma Metal Gear Solid, il capitolo che per tanti ha rappresentato la porta d’ingresso nell’immaginario targato Foxhound, risulta eccessivamente stretchato finendo col mostrare pesantemente i segni del suo quarto di secolo. Personaggi, e soprattutto ambienti, risultano molto più cubettosi di quanto ricordassimo. Ancora più evidente e straniante sul pannello 4K che abbiamo utilizzato per la nostra prova.

Segnaliamo la presenza del doppiaggio storico italiano originale con le voci di, in ordine sparso: Alessandro Ricci, Andrea Piovan, Ciro Carraro, Giancarlo Ciccone, Angelo Cola, Ilaria D’Elia, Jessica Giuffrè, Massimo Marinoni, Benedetta Ferraro, Luigi Chiappini, Laura Farina, Luciana Izzi.

Foto d’archivio

A proposito di Psycho Mantis: un dubbio che attanagliava molti riguardava la possibilità di cambiare la porta d’ingresso del controller. Ebbene, si può fare in maniera molto simile a quanto visto con la Legacy su PS3. Dal menù di pausa dell’applicazione tra le varie opzioni c’è anche quella di cambio porta. Non c’è di che.

Molto meglio i capitoli per PS2

Da una parte l’Hudson, dall’altro il confine tra Pakistan e URSS. Per entrambi i casi, Konami ha scelto di ripescare le versioni rimasterizzate in HD distribuite nel 2011 in Giappone e poi in Nord America e riproposte in varie salse e mercati fino al 2013 con la Legacy Collection.

Si tratta, in altre parole, dei lavori svolti più di un decennio fa da BluePoint Games. Il ‘salto’ dai 1280x720p agli attuali 1920x1080p di MGS2 e 3 è decisamente meno ardito di quello compiuto da MGS. L’impatto visivo risulta assai gradevole. Anche le scene di intermezzo sembrano comportarsi come ci si aspetterebbe. Nel corso della nostra prova non abbiamo riscontrato rallentamenti sensibili o perdite di qualità degne di nota.

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Stai per piangere, parecchio.

Peccato trattarsi delle versioni HD ‘liscie’. Niente Substance e Subsistance che comprendevano anche diversi contenuti extra. Ma era lo stesso anche dieci anni fa. Pazienza? Per qualcuno sì. Il contenuto principale, quello per cui tutti ci siamo riuniti è lì e continua a fare la sua porca figura.

A tal proposito, una menzione d’onore va fatta a Snake Eater. Il gioco uscito nel 2004 forse perché il meno vecchio del gruppo è anche quello che sembra risentire meno del tempo trascorso. Sia per questo che per MGS2 segnaliamo di avere provato alcuni minor glitch grafici che colpiscono i volti dei protagonisti durante le cutscenes e che appaiono come ‘tic’.

I due capitoli sono corredati di doppiaggio originale in inglese e sottotitoli in varie lingue, tra cui l’italiano. Presenti anche i piccoli errori di localizzazione visti oltre 10 anni fa.

MSX e NES

Alla Master Collection Vol. 1 va riconosciuto il pregio di aver messo insieme i capitoli MSX con le loro controparti per NES. Probabilmente ricorderete la storia: l’originale Metal Gear uscì per MSX-2, una piattaforma di gioco disponibile quasi esclusivamente in Giappone. Per espandersi al mercato USA, Konami autorizzò la realizzazione di una edizione NES profondamente diversa e ridimensionata rispetto all’originale. Pensate che in quello NES non c’è nemmeno il Metal Gear.

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Siamo proprio curiosi di sapere quale soldato vada in mezzo alla giungla con una mimetica rossa.

Ma è il seguito del 1990 ad avere una storia ancora più particolare. Di sequel, infatti, ne esistono due, sviluppati in parallelo da due team che non sapevano l’uno dell’altro. Il team di Kojima lavorava a Metal Gear 2: Solid Snake, sempre per MSX-2. Il secondo team, invece, riuscì a produrre e pubblicare poco prima Snake’s Revenge, universalmente riconosciuto come una delle cose peggiori accadute alla saga.

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Metal Gear D, l’arma definitiva di Zanzibar Land

I capitoli MSX-2 sono nella stessa edizione arrivata da noi con MGS3 e corredati dalla stessa – discutibile – localizzazione in italiano. Anche i giochi NES non sono stati rivisti sotto questo punto di vista. I titoli, pensati in origine come una conversione per il mercato nordamericano, presentavano una localizzazione resa con un inglese a dir poco zoppicante. Lo stesso difetto è qui presente, intatto nella sua vecchia gloria.

Operazione nostalgia, preservazione o puro marketing?

Sono certo che questo dubbio abbia colto tantissimi dei fan lì fuori. Perché questo cofanetto? Da tempo – dal 2015, almeno – si discuteva della possibilità di rivedere la saga in qualche modo. Dopo The Phantom Pain, noi fan ci sentivamo orfani e derubati di quella conclusione che ci era stata promessa. Quell’ultimo tassello che avrebbe dovuto chiudere il cerchio ha finito col lasciare più vuoto di quanto sia riuscito a colmarne.

Esistevano tre schieramenti: chi avrebbe desiderato un remake almeno dei giochi più vecchi (i capitoli MSX e quello PS1), chi si sarebbe accontentato di un semplice porting/remastered su console di ultima generazione e chi invece se ne chiamava fuori, soddisfatto che dopo tanti anni la serie fosse arrivata a una conclusione, nel bene o nel male.

Metal Gear Solid Master Collection – il vol. 1 almeno – si ferma un passo prima di accontentare a pieno il secondo gruppo. Certamente non risponde alle istanze dei primi, per loro ci sarà Delta che molti sperano non rimanga un esperimento isolato.

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Otacon aveva la PS1 nel suo laboratorio

Il sicuro pregio di questa collection è quello di rimettere in circolazione, tutti insieme, capitoli della serie che a meno di non ricorrere alle console e ai supporti originali – o a meno lecite emulazioni – sarebbero stati altrimenti indisponibili.

Una situazione win-win: i fan di vecchia data ritrovano sulle nuove console e PC a portata di click i capitoli che hanno permesso loro di innamorarsi della serie. Allo stesso modo persone più giovani ma curiose di conoscere questo mondo potrebbero trovarsi tra le mani perle altrimenti ingiustamente ignorate. E poi Konami vince perché probabilmente farà il suo buon incasso con un piccolo sforzo.

In conclusione

Metal Gear Solid Master Collection restituisce linfa vitale alla serie ravvivando un interesse mai davvero sopito. Lo fa anche – forse soprattutto – in vista di Delta. Se da un lato, infatti, abbiamo evidenziato come il prodotto si presti allo scopo di preservare dei giochi altrimenti indisponibili su dispositivi moderni, dall’altro non possiamo non notare come con una mossa parecchio intelligente Konami si sia assicurata un posto centrale nella discussione, forse un buon numero di vendite tra gli appassionati e – aspetto da non sottovalutare – un ritorno sui social di tutto rispetto. Mentre quando sto scrivendo mancano ancora ore all’uscita, su Twitch, TikTok e YouTube sono tantissimi i creator che stanno portando i giochi live riaccendendo l’interesse del pubblico.

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Cosa lascerò di me quando non ci sarò più?

Insomma, un effetto fionda che permetterà ai fan di prepararsi per bene al lavoro svolto da Virtuos Studios oltre che accrescere la curiosità sugli ovvi volumi successivi. Immaginiamo ve ne possano essere altri due almeno: uno dedicato ai capitoli spin-off e uno invece contenente i capitoli 4, 5 e Peace Walker. Sarà così? Vedremo e speriamo.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
8
metal-gear-solid-master-collection-vol-1-e-quello-che-tanti-desideravano-recensione-ps5Metal Gear Solid Master Collection Vol. 1 racchiude in un comodo cofanetto tutta la parte iniziale e fondamentale della serie ideata da Hideo Kojima. Si tratta di un’ottima scusa per (ri)giocare le pietre miliari della saga che sarebbe altrimenti precluse a chi non possedesse console e supporti originali. Sebbene priva di Peace Walker e Guns of the Patriots (disponibili invece nella Legacy), qui i capitoli NES e, soprattutto, i Master Book che definiscono finalmente una volta per tutte la canonicità dei vari capitoli (anche se l’unico vero dubbio era Portable Ops) permettono di percepire meno la mancanza. Uno sforzo poteva essere fatto per una migliore rifinitura rispetto agli ultimi 10 anni.