Adesso è ufficiale: Naughty Dog sta lavorando su un remake legato a una delle sue IP storiche. La conferma arriva da Corey Hong, Quality Assurance Tester della software house, che proprio sul suo profilo Linkedin ha svelato di essere stato assegnato a tre progetti diversi. I progetti in questione sono Uncharted per PlayStation 5 (e, a breve, PC), il secondo è un titolo multiplayer da annunciare e il terzo è descritto come “remake non ancora annunciato”.
A questo punto, dunque, le precedenti voci messe in giro da Bloomberg e che vedevano uno dei First Party al lavoro su un remake non erano infondate. Non è al momento chiaro quale sia il remake in questione, ma chiaramente i nomi sono molteplici, e i Fan giustamente possono iniziare a sognare.
Il primo, chiaramente, vede protagonista The Last of Us. Già dallo scoop di Bloomberg circolano voci riguardanti un remake del capolavoro Naughty Dog, seppur inizialmente si pensava fosse affiato a Bend Studio (Days Gone). Molti potrebbero non vedere di buon occhio il remake, ma quest’ultimo potrebbe essere sensato per molteplici ragioni.
Il primo, chiaramente, riguarda l’uscita imminente della serie TV, la quale potrebbe trainare le vendite di “The Last of Us Remake”. La seconda si presta a un discorso puramente ludico, essendo il primo capitolo invecchiato non proprio benissimo, soprattutto in confronto al ben più riuscito e dinamico The Last of Us Part 2.
Un eventuale remake permetterebbe di affinare le meccaniche di gioco del primo The Last Of Us, rendendole molto più moderne e digeribili. A queste seguirebbero poi migliorie tecniche riguardanti l’audio e il comparto grafico, quest’ultimo immensamente superiore a TLOU Parte 2, per un insider.
Il terzo punto riguarda invece la storia, e permetterebbe a Neil Druckmann di gestire meglio la narrazione del primo capitolo, eliminando anche eventuali incongruenze. In ogni caso, The Last of Us non è l’unico nome possibile. Potremmo infatti assistere anche a un remake di un’altra storica IP: Jak and Daxter.
Riguardo quest’ultimo, però, lo stesso Neil Druckmann non si è mostrato molto speranzoso a riguardo. Però, come sempre: mai dire mai.
Fonte: LinkedIn