Il concept artist che ha dato vita a Pyramid Head (pur ripudiandolo), alle infermiere e agli altri orrori apparsi nella serie Konami, si è lasciato andare ad un commento caustico sulle Intelligenze Artificiali attualmente in circolazione, come Midjourney. Secondo Masahiro Ito, figura chiave legata al mondo di Silent Hill, le IA sarebbero incapaci di replicare l’orrore ambientale e astratto che permea invece il genere dell’horror psicologico – prima che visivo – cui anche la serie a cui ha lavorato appartiene.
“Sembra che le più recenti IA che generano immagini non siano capaci nel creare horror astratto come quello delle atmosfere di Silent Hill. Per quel che ne so, la versione beta di Midjourney era invece in grado di farlo“ esordisce Ito sul suo profilo Twitter. Il maestro aggiunge un’appendice al post: “perché tentano di generare immagini che siano coerenti e precise”.
Il post, sebbene apparentemente di poco conto, stimola una riflessione ulteriore sulle capacità artistiche delle IA visuali. Ito afferma che le intelligenze artificiali attuali non siano in grado di produrre quel tipo di immagini, che non siano più in grado di farlo. Perché prima invece sapevano farlo? In realtà il risultato orrorifico ottenuto dalle IA, sembra dire Ito tra le righe, era del tutto involontario.
Non era il secolo scorso quando, per individuare una AI generated image, chiunque avesse dubbi sulla provenienza della foto poteva semplicemente osservare le mani dei personaggi ritratti e fugare ogni dubbio. Ma a instillare quel dubbio iniziale, di fronte a immagini apparentemente tratte dalla realtà, era qualcos’altro. Gli appassionati di horror e dei più recenti fenomeni del web all’interno di quella nicchia, conosceranno perfettamente il termine Uncanny Valley.
Coniato dallo studioso di robotica Masahiro Mori nel 1970, il termine sta a indicare quello spettro di emozioni negative che un robot dalle fattezze antropomorfe genera in una persona. Maggiore la somiglianza tra macchina ed essere umano, maggiore il senso di repulsione e paura. Mori affermava che le emozioni negative si manifestassero entro un certo range di somiglianza robot/uomo, quando cioè la capacità di intendere se ciò che si avesse di fronte fosse umano o meno fosse molto difficile ma ancora possibile e che poi veniva superato quando la distinzione fosse del tutto impossibile. Uno schema applicabile anche alle immagini statiche? Sembra di sì secondo alcune ricerche scientifiche successive. Studi che proseguono anche per il mondo videoludico, tra l’altro.
Con il progredire dei meccanismi di apprendimento, esattamente come accade per i robot di Mori indistinguibili dagli umani, la AI generated images in grado di rappresentare scene del tutto realistiche e coerenti non generano più paura e repulsione. Non quella psicologica e viscerale, almeno. Limite delle IA? Possibile. Verrà superato? Staremo a vedere. Intanto, io questa teoria l’ho proposta a Ito in risposta al suo tweet. Se mai dovesse rispondere vi terrò informati.
Intanto, Silent Hill 2 Remake, con i suoi orrori creati a suo tempo da Masahiro Ito, e che Bloober Team si sta premurando di restituirci, è sempre più vicino. Ancora nessuna data. Ma il CEO di Bloober assicura che ci siamo quasi.
Fonte: Masahiro Ito