The Last of Us: la genesi dei letali Clicker raccontata nel video Blooming Terror

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Che siate fan di vecchia data, oppure che vi siate avvicinati a The Last of Us grazie alla sorprendente serie TV targata HBO, l’immagine dei Clicker si sarà ben radicata nelle vostre menti. I letali infetti che popolano il mondo creato da Naughty Dog sono senza ombra di dubbio la tipologia di nemico che hanno reso l’avventura di Joel ed Ellie un prodotto unico nel suo genere, un prodotto che si allontana dai classici canoni degli zombie inserendo all’interno del proprio mondo una tipologia di infetto mai vista prima. Nel secondo video della serie “Building The Last of Us” Naughty Dog ha raccontato quella che è stata la storia che ha portato alla creazione di questi iconici nemici, svelando che inizialmente nessuna creatura infetta era nei piani degli sviluppatori.

Come spiegato, nelle prime fasi di sviluppo del gioco il team di sviluppo aveva le idee ben chiare sul fatto che i protagonisti avrebbero dovuto scontrarsi con diverse fazioni di umani. Questo perché era chiaro sin da subito che Joel ed Ellie avrebbero dovuto muoversi in uno scenario post-apocalittico. Ad un certo punto dello sviluppo però il team dietro The Last of Us ha iniziato a chiedersi se fosse o meno il caso di inserire anche una nuova tipologia di nemici, gli infetti.

In un primo momento lo stesso Neil Druckmann si dimostrò piuttosto scettico nell’introduzione di questi nuovi nemici per realizzare solo in seguito che questa avrebbe potuto essere l’occasione perfetta per mostrare cosa ha spinto l’umanità sull’orlo dell’oblio. Presa la decisione, rimaneva però un importante scoglio da superare: riuscire a differenziarsi dalla concorrenza.

Siamo sempre stati molto cauti sul come ci saremmo differenziati dagli zombie più tradizionali. Ci sono un sacco di film sugli zombie, ci sono un sacco di giochi sugli zombie. Il rischio di dar vita ad una delle tante esperienza con gli zombie senza nessuna novità vera e propria era alto. Alla fine Hyoung Nam, uno dei nostri concept artist, ha realizzato questo strano mash-up. Ha preso una foto raffigurante delle escrescenze fungine e l’ha sovrapposta ad una foto di una persona accasciata al muro. Guardando il risultato finale non si riusciva nemmeno a distinguere più i lineamenti del volto” racconta Druckmann.

A partire da questa creazione gli sviluppatori hanno iniziato a lavorare su quello che avrebbe potuto essere questo tipo di infetti. L’idea di base era quella che il Cordyceps sarebbe cresciuto nel cervello dell’infetto spaccando infine la testa del povero malcapitato. “Abbiamo cercato di rimanere il più possibile fedeli al concetto di Cordyceps. L’iconica fioritura nella testa dei Clicker è il nostro modo di ricollegarci all’idea di Cordyceps“.

A dare il nome a queste letali creature è però un altro importante elemento, l’agghiacciante suono che emettono. Come è ben noto i Clicker sono ciechi e utilizzano un sistema di ecolocalizzazione per muoversi nell’ambiente che li circonda.

Una delle cose più importanti era cercare di usare il più possibile i suoni umani. Noi non volevamo renderli solo molto realistici. Non eravamo sicuri di cosa avessimo bisogno. Non eravamo sicuri di come lo avremmo ottenuto. Abbiamo ingaggiato probabilmente quattro o cinque attori e abbiamo passato un po’ di tempo sul palco con loro per realizzare questo suono. Alla fine abbiamo scoperto la voce di Misty Lee, con cui abbiamo già lavorato in passato. É fantastica. Misty è divertente, creativa e giocosa. Alla fine ha fatto questo suono proveniente dalla gola, simile a quello di un delfino. Io e Derrick Espino ci siamo guardati pensando a quanto fosse incredibile” spiega Phil Kovats, Senior Director of Sound e Lead Audio di PlayStation Studios.

Partendo da questo suono gli sviluppatori hanno di seguito lavorato duramente per renderlo dinamico. I giocatori avranno infatti capito che i Clicker hanno una propria vocalizzazione e producono suoni diversi in contesti diversi. “C’è stato molto lavoro per far sì che i giocatori riconoscessero tutte le emozioni di queste creature, dall’inconsapevolezza alla stanchezza. Abbiamo studiato diversi clic, ognuno da assegnare ad un contesto diverso“.

Arrivando infine alla trasposizione televisiva di The Last of Us Niel Druckmann ha dovuto fare i conti con un altro importante scoglio. Druckmann ha dovuto infatti trovare un modo per rendere queste creature spaventose anche in un nuovo medium.

Nello show non potevamo inserire subito grandi sequenze d’azione, abbiamo dovuto procedere con moderazione. Inizialmente vediamo i Clicker in qualche riflesso, rimangono fuori fuoco. Questo permette di creare un maggior senso di inquietudine nello spettatore. Il fatto che non si vedano subito per intero e il fatto che si sentano solo i loro temibili clic fa sentire maggiormente la loro presenza. É più spaventoso, questo permette di vedere il terrore negli occhi degli altri personaggi. Ed è così che abbiamo deciso di mostrare maggiormente la paura dei personaggi ancora di più delle creature che li inseguono” conclude infine Druckmann.

Fonte: PlayStation