Come saprete, stiamo giocando già da qualche giorno a The Last of Us Part 2, sicuramente uno dei titoli più attesi e discussi della generazione.
Intorno a questo titolo si è creato un alone di mistero e curiosità che quasi non ha precedenti: i rinvii che ha subito (l’ultimo dovuto all’emergenza COVID-19), le polemiche legate alle tematiche trattate e non ultimo il caos per via degli spoiler comparsi in rete, hanno fatto letteralmente decollare l’hype. C’è tanta voglia di scoprire come sarà, ma al tempo stesso tanta paura di rovinarsi la sorpresa.
Su questo però vogliamo subito rassicurarvi: proseguite serenamente nella lettura di questa anteprima, perché da noi non incapperete mai in alcun spoiler. Le nostre anteprime e recensioni, sia video che scritte, saranno sempre e rigorosamente spoiler free.
È ancora presto per darvi il nostro giudizio su The Last of Us Part 2, che starete sicuramente attendendo con impazienza e che troverete nella recensione che pubblicheremo sulla pagina e sul sito di GameTime alle ore 9.01 in punto di venerdì 12 giugno (segnatevelo!), una settimana esatta prima dell’uscita nei negozi.
Ci è permesso però, già oggi, parlarvi delle nostre sensazioni pad alla mano riguardo una porzione di gioco che è, in buona parte, quella che avete potuto osservare anche voi durante l’ultimo State of Play, e che vede Ellie cercare di entrare all’interno di un ospedale particolarmente ben difeso.
A una prima occhiata le differenze nel gameplay tra The Last of Us Part 2 e il primo capitolo non appaiono così marcate, ma non potevamo certo aspettarci rivoluzioni totali da una produzione che sfoggia un “parte 2” all’interno del proprio titolo, in un chiaro segno di continuità sia narrativo che ludico col passato.
E infatti si parla ancora, ovviamente, di un gioco d’azione in terza persona, con fortissime componenti di stealth e di survival. Anche se ora Ellie è la protagonista, e non più una compagna di viaggio che in tanti casi poteva rivelarsi un fardello, per via di un’intelligenza artificiale sicuramente perfettibile. Ma al di là delle ovvie similitudini, The Last of Us Part 2 non si gioca esattamente come il suo predecessore.
The Last of Us Part 2 non si gioca come il predecessore
Le già citate componenti stealth e survival alla base del gioco sono state tutte ampliate, approfondite e migliorate, andando a impattare concretamente sul gameplay. Appare infatti già chiarissimo che le possibilità di approccio siano molto superiori rispetto alla prima avventura di Ellie. Le aree di gioco sono molto più estese, e contemplano una gran varietà di situazioni diverse, grazie a un level design complesso e ben stratificato.
Starà a noi infatti decidere se proseguire cercando di non essere visti, appiattendoci nell’erba o riparandoci dietro pareti e banconi, ben consapevoli però del fatto che non saremo mai del tutto invisibili, specialmente se in zona ci saranno dei cani capaci di sentire il nostro odore.
Oppure potremo decidere di eliminare i nemici solo quando strettamente necessario, aspettando il momento giusto per agire o creandocene uno con qualche diversivo: dal classico lancio di bottiglie e mattoni per insospettire o stordire una guardia, allo sfruttamento del trambusto generale causato da una potente mina artigianale piazzata sul percorso di una ronda. O altrimenti potremo farci strada lasciandoci alle spalle una scia di cadaveri, almeno finché le risicate scorte di proiettili e medkit ci assisteranno, fuggendo disperatamente se le cose dovessero invece mettersi male.
La libertà di superare le aree nel modo che più ci aggrada insomma, anche evitando lo scontro, è molto spesso garantita. Ogni approccio ha chiaramente i suoi pro, i suoi contro e i suoi possibili imprevisti, e varia notevolmente pure in base al livello di difficoltà selezionato, calibrabile a piacimento in ogni sua componente: dalla resistenza ai colpi di Ellie alla capacità di percezione degli avversari, dalla quantità di risorse ottenibili al livello di aggressività dell’IA nemica.
Ognuno, con The Last of Us Part 2, potrà giocare esattamente il gioco che preferisce in termini di bilanciamento tra trama, esplorazione e gameplay.
Proprio la rinnovata intelligenza artificiale contribuisce fortemente a questa varietà, comportandosi in moltissimi modi diversi a seconda della situazione. Il passaggio degli avversari dallo stato di tranquillità a quello di sospetto e di ricerca è estremamente fluido e credibile: i nemici si guardano le spalle l’uno con l’altro, si chiamano tra di loro per confermare che la situazione sia sotto controllo, ci cercano più o meno scrupolosamente a seconda del grado di allerta, trovano riparo quando si sentono sotto tiro, e mille altre piccole chicche che favoriscono la credibilità e l’immersione nelle situazioni di gioco.
Possiamo tranquillamente dirvi che, proprio grazie a questa varietà e alla capacità di improvvisazione dell’IA, in The Last of Us Part 2 difficilmente supererete una determinata sequenza di gioco in maniera del tutto identica a quella di altri giocatori; e anche ripetendo voi stessi uno scontro scoprirete di doverlo affrontare, con buona probabilità, in maniera diversa dalla prima volta.
Tutto questo ovviamente non sarebbe possibile senza l’aiuto dell’incredibile lavoro che è stato fatto sulle animazioni, e che da sempre contraddistingue i titoli Naughty Dog.
In particolare la nostra Ellie fa sfoggio di una quantità enorme di movimenti, anche contestuali: dalla mano che si appoggia sulle superfici quando si muove circospetta, ai moltissimi modi diversi in cui raccoglie gli oggetti in base alla posizione del suo corpo, o al fatto che stia correndo o camminando.
E tutto questo si fa sentire in particolare durante gli scontri corpo a corpo, estremamente fisici e brutali. E brutale è la parola giusta per descrivere anche la violenza del gioco, che non lascia davvero nulla all’immaginazione. In The Last of Us Part 2 le morti di umani e animali sono estremamente grafiche, pesanti sia da vedere che da ascoltare, e coerentemente inserite in un contesto narrativo che fin dal primo capitolo ci ha gettati in una società con ben poche regole, e spesso spietate.
The Last of Us Part 2 ha un gameplay molto più evoluto
La maggiore estensione delle aree di gioco influisce anche sulle possibilità esplorative, ora ben maggiori che in passato. Ellie crescendo ha imparato a nuotare e ha messo su muscoli, quindi ora è in grado di usare corde improvvisate per aiutarsi nelle scalate, o per lanciarsi al di là di un ostacolo dopo qualche oscillazione.
La ricerca di risorse è assolutamente fondamentale per affrontare le minacce del mondo di The Last of Us Part 2, ma anche questo ha le sue controindicazioni: le strade sicure e già battute sono già state ampiamente razziate, e per trovare qualcosa di davvero utile dovremo addentrarci nelle zone abbandonate, dove molto spesso significherà avere a che fare con gli infetti. Sicuramente meno intelligenti degli avversari umani, ma non per questo meno pericolosi, e sicuramente più spaventosi.
Oltre alle “care” vecchie conoscenze, dovremo salutare nostro malgrado l’arrivo degli Shambler, una specie estremamente resistente e capace di lanciare pericolosissime pustole acide. Ma non saranno, purtroppo o per fortuna, l’unica nuova minaccia che dovremo fronteggiare.
Un capolavoro visivo
Graficamente parlando, The Last of Us Part 2 è esattamente ciò che vi aspettereste da dei maghi del calibro di Naughty Dog. Nonostante non parliamo di una vera e propria open map, il livello di dettaglio delle enormi aree di gioco lascia davvero senza fiato. La cura è incredibile sotto ogni aspetto, che sia la densità, la pulizia a schermo o anche solo tutti quei particolari che, in qualunque altro gioco, sarebbero stati trattati in maniera assolutamente secondaria.
Questo possiamo già dirlo, proprio perché è palese: l’ultimo lavoro di Naughty Dog è la cosa più bella che PlayStation 4 abbia mai visto, dalla credibilità della recitazione digitale alla realistica fatiscenza di ogni strada o vicolo.
La qualità di quanto messo in mostra finora da Naughty Dog insomma lascia ben pochi dubbi sull’impegno produttivo e sull’ambizione dietro a The Last of Us Parte 2, e ci piacerebbe davvero tanto potervi dire più, approfondendo nel dettaglio ogni singolo aspetto…ma non è ancora il momento di farlo.
L’appuntamento, ve lo ricordiamo, è per le ore 9 del 12 giugno qui su GameTime con la recensione. E come avrete intuito sarà un appuntamento da non perdere!
Vi ricordiamo che Amazon ha aperto i preordini dell’edizione speciale da collezione del gioco. Per acquistarla andate a questo link.
Qui invece trovate console e periferiche Limited Edition a tema The Last of Us Part 2.
Vi lasciamo in compagnia di una gallery di screen tratti dal gioco!