Tyranny – La Recensione

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Tutto il male viene per nuocere

Un mondo alla deriva, completamente abbandonato dagli eroi, dove un minuscolo manipolo di liberi popoli si erge ancora contro un male inestinguibile, dai poteri quasi illimitati, tanto da riuscire a scatenare magie in grado di stravolgere intere popolazioni. Stavolta però non siamo noi l’ultimo baluardo di questa strenua difesa. No. Noi siamo l’araldo del male stesso, la mano del conquistatore di interi continenti. Noi siamo il Fatebinder.
Rimescolando le carte sulla tavola degli RPG vecchia scuola, Obsidian Entertainment recupera ancora una volta i suoi assi, presentando un titolo solo in apparenza simile al già vittorioso Pillars of Eternity.
Come probabilmente si sarà già evinto dall’incipit di questa recensione, il format presentato è ben differente dalla canonica lotta tra buoni e cattivi. In questa nuova ed originale ambientazione non c’è spazio per i deboli d’animo. Il mondo presentato è crudo al punto di sbalordire per i suoi toni oscuri fin dal primo istante e il protagonista, prima che ve lo chiediate, è insindacabilmente malvagio, senza se e senza ma, e ogni sua scelta comporta per molti una fine prematura. Nostra è comunque la possibilità di determinare come affrontare ognuna delle sfide che ci vengono proposte, riuscendo, in alcuni casi, anche a preservare un poco di onore e disciplina in questo caos.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto
8
tyranny-la-recensione<strong>PRO:</strong><br> Trama avvincente<br> Finalmente siamo noi i cattivi<br> Appagante, sotto ogni punto di vista<br> <strong>CONTRO:</strong><br> Assenza di una localizzazione<br> Alcuni dialoghi sono davvero troppo complessi<br>